Assolombarda: competenze manageriali e digitali da migliorare. La lista delle figure professionali introvabili

31 maggio 2023 | 18:43
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Assolombarda: competenze manageriali e digitali da migliorare. La lista delle figure professionali introvabili

Poggio: “Occorrono programmi di formazione costruiti sulle esigenze e sui fabbisogni delle aziende, per sostenere i loro business e innescare valore”. Gerardini: “La managerializzazione rappresenta una sfida necessaria e non più rinviabile”

Monza.Assolombarda, ALDAI-Federmanager e Fondirigenti hanno presentato oggi, mercoledì 31 maggio,  i risultati della ricerca “Competenze manageriali per la resilienza delle PMI”. Lo studio, realizzato da École (Enti confindustriali lombardi per l’education), ha l’obiettivo di individuare i fabbisogni formativi delle piccole e medie imprese nelle aree di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi. La ricerca si focalizza sulle competenze ritenute essenziali per la crescita del business, concentrandosi anche sulle figure professionali più difficili da trovare nel mercato del lavoro.

I risultati dello studio rivelano che solo il 60% delle PMI possiede competenze manageriali adeguate, mentre appena il 9% ha un buon livello di abilità digitali. La ricerca ha evidenziato che le competenze manageriali, insieme alla transizione digitale e alla sostenibilità, rappresentano i tre pilastri su cui le imprese devono concentrarsi per migliorare la propria competitività.

Dati che confermano come la digitalizzazione e la sostenibilità siano fondamentali per migliorare la competitività delle imprese. Inoltre, l’aspetto manageriale svolge un ruolo cruciale durante questa “terza transizione” delle competenze, necessaria per gestire e supportare le trasformazioni in atto. Le abilità manageriali, come la gestione del cambiamento, la leadership, il lavoro di squadra e l’coinvolgimento dei collaboratori, sono strumenti strategici per integrare i nuovi elementi legati all’adozione di approcci “blue & green” all’interno dell’organizzazione.

Monica Poggio, vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano, ha sottolineato l’importanza di programmi di formazione personalizzati per le PMI: “Occorrono programmi di formazione e di sviluppo manageriale, costruiti sulle esigenze e sui fabbisogni specifici delle PMI, in grado di sostenere il business e di innescare processi che apportino valore a tutta l’organizzazione aziendale. La formazione tradizionale deve essere affiancata da modelli innovativi in una logica di supporto consulenziale al management dell’impresa.”

Paolo Gerardini, presidente della Piccola Industria di Assolombarda, ha evidenziato la sfida delle competenze per le PMI: “Le imprese, soprattutto le PMI, sono oggi chiamate ad accogliere l’improcrastinabile sfida delle competenze. Le organizzazioni, per funzionare e competere meglio, devono diventare sempre meno ‘centralizzate’ e hanno bisogno di persone preparate e in grado di utilizzare strumenti innovativi e di adottare nuovi metodi per supportare le proprie decisioni. In quest’ottica, la managerializzazione rappresenta un orizzonte necessario per promuovere un approccio resiliente nel contesto della difficile congiuntura economica che stiamo vivendo.”

Generico maggio 2023

Il questionario condotto nell’ambito dell’indagine ha messo in evidenza l’importanza delle competenze manageriali secondo gli intervistati delle PMI. Tuttavia, le aziende ritengono che le competenze attuali siano solo parzialmente adeguate ad affrontare le sfide del contesto competitivo, come la visione strategica, la gestione e lo sviluppo dei collaboratori, la big data analysis e la cybersecurity, valutate con un punteggio di 3,5 su una scala da 1 a 5.

Marco Bodini, Presidente di Fondirigenti, ha ribadito l’importanza delle competenze manageriali per il futuro del tessuto produttivo: “Le competenze manageriali sono già oggi tra le più richieste dalle imprese e continueranno ad esserlo sempre di più in futuro, rafforzando il ruolo della formazione come fattore abilitante delle grandi trasformazioni del tessuto produttivo.”

Tra le buone pratiche emerse, viene adottato l’inserimento dei nuovi assunti in gruppi generazionali per facilitare il monitoraggio della loro crescita nel tempo. Inoltre, vengono pianificate attività di onboarding e formazione sul campo per valutare l’efficacia dell’accompagnamento e si promuovono sessioni formative condotte da colleghi esperti. Alcune aziende stanno sviluppando un modello virtuoso per analizzare i bisogni di formazione, partendo da una raccolta di informazioni dal basso che viene successivamente integrata con le strategie aziendali. Tuttavia, emerge la necessità di consolidare questo modello, considerando che nella maggior parte delle PMI la funzione risorse umane è strutturata in modo minimale.

Generico maggio 2023

LA LISTA DELLE FIGURE PROFESSIONALI INTROVABILI

Accanto all’indagine sulle competenze manageriali, tramite il questionario è stato svolto anche un focus sulle figure professionali di più difficile reperimento sul mercato del lavoro

Essere manager nel contesto attuale in rapida evoluzione significa interpretare il ruolo con visione, sapendo cogliere sfide ed opportunità come momenti di crescita.  – afferma Manuela Biti Presidente di ALDAI-Federmanager-. Stiamo vivendo una sfida, la sfida di una rapidissima innovazione tecnologica che sta mettendo in discussione i modelli produttivi e l’organizzazione stessa del lavoro, il modo di fare impresa e lo stesso ruolo del manager. La rivoluzione digitale influisce sull’ occupazione, creando nuove professioni da una parte, snellendo processi dall’altra e non è possibile prevedere con certezza quale sarà il saldo netto. Il ruolo del manager stesso poi oggi è già cambiato: sono sempre più richieste capacità “soft” per stare al passo con la marcia trionfale di scienza, tecnologia, sviluppo organizzativo: dalla resilienza, al complex problem solving alla visione strategica e di lungo termine, dalla capacità di fare squadra alla capacità di portare una nuova cultura. Perché di questo abbiamo bisogno: di un vero e proprio cambiamento culturale”.

Per l’area tecnico-produttiva, le maggiori criticità sono legate all’individuazione di profili tradizionali (tecnici di produzione, operai specializzati, manutentori, installatori, tornitori, saldatori, operatori di macchine CNC) ma anche di professionisti specializzati (ingegneri, progettisti e disegnatori meccanici, ingegneri e progettisti elettrici) e manager (responsabili logistica, acquisti e supply-chain, manager di produzione e capi stabilimento, responsabili di R&S e di programmazione della produzione). Con riferimento all’area commerciale, si fa più fatica a trovare professionalità capaci di fare sintesi tra aspetti ‘tecnici’ e ‘commerciali’ (‘venditori tecnici’, esperti di assistenza tecnico-commerciale) oltre che area manager, product e marketing manager, business development manager. Per l’area informatico-digitale, infine, la carenza riguarda esperti software, sistemisti, programmatori, web designer ma anche esperti di automazione, additive manufacturing, IoT, digital twin, cyber security, data science & analysis, machine learning.