Colonia Felina di Seveso. Dopo gli incendi, il sogno: diventare un’associazione

23 maggio 2023 | 16:05
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Colonia Felina di Seveso. Dopo gli incendi, il sogno: diventare un’associazione
Serafino, uno dei gatti della colonia di via Eritrea

Dopo l’ultimo atto vandalico in via Eritrea, MBNews ha deciso di tornare alla colonia felina e intervistare Simona, volontaria che da anni si occupa di dare una mano ai 12 gatti randagi. Ecco cosa ci ha raccontato

Seveso. Sono nove i gatti che vivono nella colonia felina di Seveso sita in via Eritrea. Sette anziani, tra i 12 e i 17 anni e due più giovani. Gatti che, per l’ennesima volta, hanno dovuto fare i conti con la malvagità umana. La loro colonia, infatti, era stata data alle fiamme il 10 maggio scorso e noi di MBNews ne avevamo dato notizia sulle nostre pagine di cronaca. La prima a pubblicare la foto di quel che rimaneva dopo le fiamme era stata Alessia Borroni, sindaco di Seveso, che aveva anche annunciato di essere pronta a fare querela. Che ne è stato poi della colonia felina di via Eritrea dopo il rogo? La nostra redazione ha deciso di riprendere in mano la storia e chiedere direttamente a Simona, una delle sei volontarie che da anni si prende cura dei gatti sevesini, di raccontarci come stanno le cose a distanza di qualche giorno dall’atto vandalico.

incendio colonia felina seveso - fb Alessia Borroni la foto pubblicata sui social da Alessia Borroni, sindaco di Seveso

INCENDIATA LA COLONIA FELINA DI SEVESO: LA RICOSTRUZIONE

L’amore per gli animali vince sull’inciviltà. Si potrebbe riassumere così la storia che ha visto protagonista la colonia felina di Seveso ricostruita, grazie al lavoro e all’impegno dei volontari, in meno di 24 ore. “Siamo riusciti a recuperare nuove postazioni pappa, ancora più belle di quelle di prima – ci racconta Simona, volontaria insieme a Elena, Daniele, Alberto, Elena e Piera – e le abbiamo messe in sicurezza: sotto dei bancali di legno e sopra dei teli per ripararle dalla pioggia”.

Da anni Simona, insieme ad altri cinque sevesini, si impegna a titolo gratuito ad aiutare la signora Piera, 85 anni, che da più di quarant’anni si prende cura dei gatti randagi accogliendoli nelle colonie. L’impegno di questi volontari, però, non è solo sociale ma anche economico.

“Al momento siamo un gruppo non strutturato e quindi ci autofinanziamo – commenta – abbiamo però anche il supporto dell’ufficio ecologia del Comune di Seveso che ci aiuta, per esempio, con la raccolta del mangime da portare ai nostri mici”.

L’ENNESIMO ATTO VANDALICO E IL TRISTE RACCONTO DELLA VOLONTARIA

Il recente incendio che ha devastato la colonia felina di via Eritrea fa seguito ad altri atti vandalici, simili, che avevano visto come protagonista proprio lo stesso rifugio. Perché è così tanto presa di mira questa colonia? “L’incendio è stato ben studiato quindi certamente di matrice dolosa – sottolinea – opera di chi non ama gli animali perché l’obiettivo, oltre a distruggere la colonia, era anche quello di far male ai gatti. Il rifugio si trova all’interno della Bosco delle Querce, quindi non vicino a delle abitazioni e, oltretutto come dicevo prima, i gatti sono anziani quindi girovagano davvero poco”.

Ed è qui che Simona racconta ad MBNews un episodio davvero triste: “il periodo era quello immediatamente dopo il lockdown, mi trovavo con mia figlia di 3 anni sulle sponde del Certesa, a pochi passi dalla discarica dove c’è un’altra colonia. Un uomo ci si avvicina e chiede cosa stessimo facendo. Quando la bambina gli dice che stavamo dando la pappa ai mici, il signore sbotta in una frase che ancora adesso mi fa venire i brividi. Voleva che smettessimo di farlo, così che tutti quei gatti randagi morissero”.

IL SOGNO: DIVENTARE UN’ASSOCIAZIONE

“Gli A-mici di Bigio”, è questo il nome che Simona insieme agli altri volontari vorrebbero dare all’associazione in ricordo di un gatto che ha cambiato le loro vite.

“Bigio è stato il primo gatto ospite della nostra colonia quando il nostro gruppo di volontari si è formato – conclude Simona – è stato con noi davvero per moltissimo tempo. Se ne è andato per vecchiaia, aveva 20 anni e per noi è stata davvero dura. Ecco perché vorremmo dare il suo nome alla nostra associazione”.