Cultura

Desio, lo scrittore Stefano Motta presenta il “suo” Manzoni in blue jeans

Lo studioso ha curato una nuova edizione dei Promessi Sposi per gli studenti, in occasione dei 150 anni dalla morte di Manzoni. Un libro multimediale, che presenta il romanzo con un linguaggio moderno in modo inedito e originale, anche da "dietro le quinte".


“I Promessi sposi non sono un libro di scuola: sono un romanzo” . Ne è convinto l’insegnante e scrittore desiano Stefano Motta, studioso di Alessandro Manzoni, che ha curato la nuova edizione dei “Promessi Sposi” pubblicata da Alfa edizioni e destinata agli studenti delle scuole superiori,  in occasione dei 150 anni dalla morte di Manzoni.

Un libro multimediale di 948 pagine, che accompagna gli studenti nei luoghi e sulle tracce di Renzo e Lucia e li trasporta  seduti accanto a Manzoni mentre lavora al romanzo. I 38 capitoli sono presentati uno dopo l’altro, con le note, non interrotti da schede, esercizi o approfondimenti. “ I Promessi sposi non sono un libro di scuola: sono un romanzo – spiega Motta – Nessuno legge un romanzo facendo la scheda del capitolo tale, o l’analisi del capitolo talaltro. A dire il vero nessuno legge nemmeno un romanzo  un’ora alla settimana, sempre alla stessa ora. Il bello di una storia, quando piace, è che la si legge d’un fiato, senza interruzioni. I Promessi sposi hanno tutto per piacere: ecco perché desideriamo che lo si rilegga come un romanzo”.

“Backstage Manzoni”, per scoprire il dietro le quinte del romanzo

Ecco quindi che il romanzo e il suo autore vengono presentati in modo inedito da Motta, considerato “uno dei più originali studiosi manzoniani della nuova generazione” . Il libro ha anche interventi video accessibili attraverso Qr Code dal titolo “Backstage Manzoni”,  che permettono un coinvolgimento immersivo, dietro le quinte del romanzo.  “L’Italia è piena di adulti che dicono: ‘Ho odiato i Promessi sposi a scuola e li ho riscoperti e apprezzati da grande’. O forse no. Io sono un po’ stanco di questa cosa, perché la scuola è piena di insegnanti bravi che amano e fanno amare Manzoni, e Manzoni sa e può essere ancora e sempre molto interessante. Abbiamo cercato di lavorare a questo libro proprio con questa convinzione”. “La prima edizione commentata dei Promessi sposi, diffusa in tutti i licei d’Italia, è del 2009.  Questa è di gran lunga migliore”.

Immagini, video e un linguaggio moderno “in jeans”

Quali sono i suoi punti di forza di questo nuovo, immenso lavoro? “Innanzitutto, ha un taglio filologico che è inedito nelle scuole superiori. Vedere uno scrittore al lavoro, curiosare quasi dietro le sue spalle, guardando le bozze, le correzioni, le diverse fasi di elaborazione di un capolavoro, è molto istruttivo e anche avvincente: non dico che è come un’avventura di Indiana Jones, ma anche la filologia ha i suoi misteri e i suoi trabocchetti appassionanti. Da questo punto di vista, questa edizione costituisce lo stato dell’arte delle versioni scolastiche del romanzo”.

Il libro è corredato dalle illustrazioni. “Questa edizione ha un forte impatto visivo: le edizioni scolastiche dei Promessi sposi spesso tralasciano l’importanza delle xilografie volute da Manzoni per l’edizione definitiva e quando le inseriscono lo fanno a mero esercizio di abbellimento. In realtà queste illustrazioni costituiscono quasi un romanzo nel romanzo, e possono suggerire tanto di più. Proporre un’edizione non illustrata è come leggere il testo di una canzone rock senza le chitarre e la batteria: qui noi abbiamo impaginato come uno storyboard cinematografico tutte le immagini, e le abbiamo commentate. Se è vero che un’immagine vale più di mille parole, allora il valore di queste è immenso” .

Infine, il linguaggio è moderno: “La scelta di un linguaggio moderno, in jeans, come la scultura della copertina: per togliere l’aura di monumento ai Promessi sposi  e restituirli alla loro identità di romanzo, vero e proprio, da leggere d’un fiato, non per farci gli esercizi e le schede di approfondimento. Non subito, almeno”.

Una curiosità: in copertina c’è l’immagine dell’opera “Manzoni in blue jeans” dell’artista Afran, amico di Motta, che ha appena esposto in villa Tittoni a Desio.

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