La sfida dell’astensionismo: perché gli italiani vanno sempre meno a votare

17 maggio 2023 | 09:43
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La sfida dell’astensionismo: perché gli italiani vanno sempre meno a votare

Ogni voto conta. I cittadini devono essere incoraggiati a partecipare attivamente alla vita politica del Paese. La democrazia non è un lusso di cui si può fare a meno. 

Negli ultimi decenni, l’Italia ha affrontato un problema crescente: l’astensionismo. anche in Brianza alle ultime elezioni l’affluenza si è fermata al 52,66%Sempre più italiani scelgono di non esercitare il loro diritto al voto, e questo trend preoccupante merita una seria riflessione. Esaminiamo alcuni dati che evidenziano questa tendenza e cerchiamo di comprendere le ragioni alla base di questa crescente lontananza dalla politica.

Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), alle elezioni politiche del 2018, l’affluenza alle urne in Italia è stata del 72,9%, significativamente inferiore rispetto al passato. Questo dato è in netto calo rispetto al picco registrato negli anni ’70, quando l’affluenza superava il 90%. Tale declino è ulteriormente confermato dalle elezioni europee del 2019, in cui solo il 56,1% degli italiani ha partecipato al voto, un dato estremamente allarmante. Alle ultime politiche l’affluenza si è fermata al 63,95%.

Diverse ragioni possono spiegare questa crescente apatia e disinteresse verso il processo elettorale. Innanzitutto, il senso di sfiducia verso la politica rappresenta un fattore chiave. Molti cittadini si sentono distanti dai partiti e dai politici, percepiti spesso come lontani dalle reali preoccupazioni dei cittadini comuni. Lo scandalo della corruzione che ha coinvolto numerosi esponenti politici negli ultimi anni ha ulteriormente minato la fiducia nella classe dirigente. ma a questo punto è giusto chiedersi: ma se quelli che ci sono e vengono eletti non vanno bene, perchè non provare a cambiare? Domanda ingenua, probabilmente, ma che ha trovato una risposta sia nelle recenti elezioni in Turchia dove sembrava impossibile attaccare Erdogan o in Thailandia.

In secondo luogo, le continue crisi economiche e sociali che il paese ha affrontato hanno alimentato un senso di sconforto e di rassegnazione nella popolazione. La mancanza di prospettive, la disoccupazione e la precarietà del lavoro hanno creato un clima in cui pare sia meglio accontentarsi del peggio che rischiare un cambiamento che non si sa dove potrebbe portarci. Un atteggiamento pessimistico, ma che di sicuro fa comodo alla Politica e fa male ai cittadini.

Inoltre, c’è il fatto che si ha la percezione che il proprio voto possa avere solo un impatto limitato. Molti italiani ritengono che i giochi siano già stati decisi in anticipo e che il loro voto non faccia una reale differenza. Questo sentimento di impotenza può scoraggiare la partecipazione al voto, ma non deve essere così. In Italia, a differenza di molti altri paesi nel mondo siamo fortunati: la nostra non sarà una forma di democrazia perfetta, ma quella che c’è è espressione delle scelte fatte nelle urne al netto di rimpasti e giochi politici che siamo stati abituati a vedere in Parlamento, quando addirittura partiti opposti si sono alleati in nome di chissà quale salvezza nazionale. Tant’è che alle elezioni successive ha vinto l’unico partito che era rimasto all’opposizione.

Per affrontare questa sfida, è necessario agire su diversi fronti. Innanzitutto, occorre promuovere una maggiore trasparenza e responsabilità nella politica italiana. Rendere gli attori politici più vicini alle persone e alle loro necessità è fondamentale per ripristinare la fiducia nella politica.

In secondo luogo, è indispensabile rafforzare l’educazione civica e politica nelle scuole e in famiglia. I giovani devono essere formati per comprendere l’importanza della partecipazione democratica e acquisire le competenze necessarie per valutare in modo critico le proposte politiche.

Ogni voto conta. I cittadini devono essere incoraggiati a partecipare attivamente alla vita politica del Paese. La democrazia non è un lusso di cui si può fare a meno.