Meda. Un libro per scoprire le erbe selvatiche della Lombardia da usare in cucina

Pietro Ficarra e Stefania Scaccabarozzi, coniugi medesi presentano la loro ultima fatica “Dalla natura alla tavola: erbe e frutti spontanei di Lombardia”
Meda. Un buon risotto con i germogli di luppolo per pranzo, o magari una fetta biscottata con del miele di tarassaco a colazione. La particolarità di queste idee culinarie? Sono preparate con erbe selvatiche che crescono nei campi di cui la Brianza è piena. Luppolo e tarassaco sono solo due delle oltre 500 specie botaniche che il nostro territorio offre. A spiegarcelo sono Pietro Ficarra e Stefania Scaccabarozzi, coniugi medesi, che da anni si occupano proprio di questo settore e che ora stanno facendo il tour di promozione del loro ultimo libro “Dalla natura alla tavola: erbe e frutti spontanei di Lombardia”.
Oltre 500 pagine, un lavoro quasi enciclopedico, ci spiega l’autore Pietro Ficarra: ” Solo il glossario dialettale è composto da 50 pagine. Sono poi raccolte oltre mille specie botaniche e centinaia di ricette. Questo è un libro che abbiamo pensato soprattutto per le biblioteche e le associazioni”.

E aggiunge: “ci siamo spinti oltre la Brianza con questo ultimo lavoro. E’ uno sforzo fatto su tutta la Regione che raccoglie anche ricette della tradizione tipica mantovana o bresciana, per esempio”.
Pietro Ficarra e Stefania Scaccabarozzi: chi sono i due autori
“Sono di origine Veneta e ricordo ancora molto bene quando mia nonna mi accompagnava nei campi a raccogliere le erbe per fare da mangiare. Grazie a lei ho imparato a conoscere molte specie diverse – ci aveva raccontato Stefania nell’intervista che avevamo realizzato insieme a loro a maggio 2018 – poi il lavoro, gli impegni mi hanno allontanata da questo mondo. Fino a qualche tempo fa quando questa voglia di riavvicinarmi alle erbe selvatiche è tornata prepotentemente nella mia vita anche grazie ai continui confronti e dibattiti con mio marito, siciliano, anche lui cresciuto con i sapori della terra in tavola”.
Quali ricette mettere in tavola con le erbe selvatiche?
“Sono sempre tante le persone che seguono le nostre presentazioni – conclude Ficarra – per i motivi più disparati: c’è chi è mosso solo dall’amore per la natura e ne vuole sapere di più e chi invece vuole trovare qualche sapore particolare per stupire gli ospiti a cena”.
Se anche voi siete curiosi di scoprire quali erbe spontanee avete vicino a casa, se sono commestibili e come si possono utilizzare in cucina, potete seguire i due autori anche via social: “mia moglie Stefania si è finalmente decisa ad aprire la sua pagina facebook dove posta tante ricette molto gustose”.
Una tipica di questo periodo primaverile che possiamo suggerire ai nostri lettori? Pan de mej con la panigada (pan meini con i fiori di sambuco).

“l profumo dei fiori di sambuco unito a quello dei fiori di robinia per me è sinonimo di primavera. Questo profumo mi riporta sempre indietro negli anni, specialmente quelli dell’infanzia, dove con la fioritura del sambuco (Sambucus nigra), in dialetto brianzolo sambugh, ero certa che la mamma ci avrebbe preparato il pan de mej chiamato anche pan meino – racconta Stefania – Il pan de mej, letteralmente pane di miglio, anche se ora per prepararlo si utilizza una miscela di farina bianca e di mais, veniva tradizionalmente preparato per la ricorrenza di San Giorgio (calendario ambrosiano), così mi raccontava la nonna paterna. In famiglia lo preparavamo spesso nel periodo in cui erano disponibili i fiori di sambuco (la panigada) e lo mangiavo a colazione o per merenda. E’ un dolce molto semplice, aromatizzato con i fiori di sambuco sia freschi che essiccati. Questi dolcetti hanno il vantaggio che oltre ad essere di facile preparazione si conservano parecchi giorni se posti in una scatola di latta. Sono ottimi inzuppati nel latte, accompagnati dalla panna ma anche da soli.