Monza, in consiglio comunale si torna a parlare dell’inclusione della comunità LGBTQIAP+

23 maggio 2023 | 17:43
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Monza, in consiglio comunale si torna a parlare dell’inclusione della comunità LGBTQIAP+
Uno scatto dal Brianza Pride di Monza 2021

Grazie a LabMonza, che presenta un testo con proposte concrete per sostenere la comunità LGBTQIAP+. Ma non è la prima volta che mozioni del genere arrivano nell’aula monzese.

Monza. Torna sui banchi del consiglio comunale la richiesta di aderire alla rete RE.A.DY, la rete degli enti locali che individuano tra i loro obiettivi l’inclusione della comunità LGBTQIAP+. A presentarla all’amministrazione sono i consiglieri comunali di LabMonza Lorenzo Spedo e Francesco Racioppi, tramite una mozione consiliare che è arrivata nell’aula di Trento e Trieste lo scorso 22 maggio. L’adesione alla rete e di conseguenze l’attribuzione di funzioni legate al supporto dei membri della comunità LGBTQIAP+ agli uffici delle Pari Opportunità accenderebbe, secondo i consiglieri, una ulteriore luce sui diritti civili. I consiglieri chiedono inoltre l’istituzione di tavoli permanenti che lavorino sul tema e un’attività di promozione presso Regione e Stato per attuare leggi che mirino all’inclusione di una comunità che negli anni più volte si è trovata e sentita discriminata.

I precedenti

Non è la prima volta che a Monza di parla della rete RE.A.DY : nel 2022 a proporla all’allora sindaco Dario Allevi e alla sua giunta era stato il consigliere comunale Paolo Piffer. L’adesione era stata bocciata, provocando anche la rabbia e la delusione di tanti attivisti (ne avevamo parlato qui). Prima, nel 2021, era stata bocciata un’altra mozione a tutela della comunità LGBT+ questa volta portata in aula dall’ex consigliera di IV Francesca Pontani.

Diritti LGBTQIAP+, LabMonza: “Creiamo un comune che ascolta e risponde”

“In Italia, uno dei Paesi abitualmente annoverati tra i più progrediti, vige ancora un clima di discriminazione nei confronti della comunità LGBTQIAP+ – afferma il Consigliere Racioppi. – Ancora oggi ci sono persone che non possono darsi la mano o un bacio in pubblico e che sono invisibilizzate dallo Stato e di conseguenza dalla società tutta. Il Governo nazionale non sembra interessato a tutto ciò, ma noi lo siamo e cominciamo da dove possiamo agire. Una società incapace di concepire le differenze come una ricchezza non sarà mai equa. Creiamo un Comune che ascolta e risponde, dove i cittadini possono essere sé stessi e ricevere le attenzioni che questo implica”.
Il Consigliere Spedo, capogruppo di LabMonza spiega che “Come sempre accade nelle società disuguali, sono gli individui economicamente fragili a pagare il prezzo più alto. Lavoriamo per un soggetto pubblico che anche in questo ambito agisca in direzione della rimozione delle disuguaglianze. Fornire a chi ne ha bisogno un servizio in modo disinteressato e gratuito è fondamentale. L’adesione alla Rete RE.A.DY, fortemente osteggiata dalla destra che era al Governo della città, ci faciliterà nell’interagire e strutturare nuovi percorsi di inclusione assieme a tanti altri Comuni che condividono il valore dell’inclusione”.