Muggiò, quattro nuove targhe per le vittime di Mafia

In occasione della Giornata per la legalità, Muggiò rende omaggio a quattro vittime della mafia: Don Pino Puglisi, Peppino Impastato, Lea Garofalo e Piersanti Mattarella.
“La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”, dichiarò Giovani Falcone. In occasione della 22ª Giornata per la legalità e il contrasto alla criminalità mafiosa, il Comune di Muggiò ha reso omaggio a quattro figure simboliche che hanno pagato il prezzo più alto nella battaglia contro la mafia: Don Pino Puglisi, Peppino Impastato, Lea Garofalo e Piersanti Mattarella.
Tante le figure a presiedere la cerimonia. Le forze dell’ordine erano rappresentate dal luogo tenente GiancarloRapone e dal comandante della polizia locale MarcoBeccalli. Hanno partecipato anche DonMaurizio e ValerioD’Ippolito, presidente provinciale dell’associazione antimafia “Libera”. L’evento è stato vissuto anche dai giovani del consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze che hanno letto le targhe di questi personaggi.
Il significato delle nuove targhe
Il 23 maggio ricorda la battaglia contro il potere distruttivo della mafia. Muggiò rinnova allora il suo impegno contro la criminalità mafiosa. Lo svelamento di queste targhe è infatti un gesto simbolico, ma promuovere la cultura della legalità rimane il vero impegno nella lotta per un futuro senza Mafia.
“Non vi nascondo una sincera e profonda emozione. – confessa la SindacaMariaFiorito – Sono passati 31 anni dalla strage di Capaci e la città di Muggiò si impegna a dire no a qualsiasi forma di Mafia. Vogliamo affermare il nostro bisogno di legalità. Questi nomi devono risvegliare la nostra coscienza perché il loro esempio sia presente in ogni giorno della nostra vita”.
Muggiò si impegna a continuare questa lotta, ma è consapevole che solo attraverso l’unità e la consapevolezza si potrà sconfiggere la criminalità organizzata e costruire una società più giusta e sicura.
“Sono giornate importanti quando facciamo memoria e mettiamo l’accento sull’educazione alla legalità. – spiega infatti Valerio – I nostri principali interlocutori sono i giovani, ma questo è un problema di tutti. Le forze istituzionali da sole non possono farcela, serve collaborazione”.