“Uè mongoloide”, ecco cosa succede quando Nico Acampora incontra gli studenti al Memoriale della Shoah

Al Memoriale della Shoah di Milano, il padre fondatore di PizzAut ha incontrato gli studenti per parlare di diritti umani in occasione dell’ottava edizione del festival “Right Now”
Si è aperta l’ottava edizione di “Right Now” il festival dei diritti umani che, quest’anno, ha avuto come relatore d’eccezione anche un volto noto in Brianza. Quello di Nico Acampora, padre fondatore di PizzAut Nutriamo l’inclusione, pizzeria gestita da ragazzi affetti da autismo che ha aperto anche a Monza. Nella giornata di ieri, mercoledì 3 maggio, Acampora ha incontrato alcuni studenti di Milano per parlare di discriminazione facendo leva, in particolare, sul cattivo uso di parole che molti giovani fanno.
IL DISCORSO DI NICO ACAMPORA AI RAGAZZI DI MILANO
“Uè mongoloide: quanti di voi si sono rivolti così ad un amico in difficoltà?”. Una domanda, semplice e secca, quella di Nico Acampora durante il suo discorso che ha fatto calare un iniziale imbarazzo in platea. “Forza, ci vuole coraggio ad ammetterlo” e’ così spronati dal papà diventato celebre proprio per aver fatto dell’inclusione il suo marchio di fabbrica, una cinquantina di mani si sono timidamente alzate.

“E chi di voi invece ha usato l’espressione ‘devi prendere la 104′?”. Più di un terzo dei presenti ha ammesso di aver offeso qualcuno usando queste parole.
“Siamo tutti qui a parlare di diritti e pregiudizi, ma la stragrande maggioranza di voi usa lo stato di difficoltà di una persona per offendere i propri amici. Ma sapete cos’è la 104? E’ una legge che permette a me e a mia moglie di assentarci dal lavoro per poter potare nostro figlio (affetto da spettro autistico, ndr) a fare visite mediche e semplicemente per stare a casa con lui se sta male”.
Prosegue poi la lezione di Acampora: “Pensateci bene quando usate questa legge come offesa, perché poi qualcuno potrebbe pensare di toglierla. Oppure pensate a tutti i ragazzi e le ragazze down usati come stereotipi per insultare qualcuno – e aggiunge – la lingua italiana è piena di belle parole e se volete proprio offendere qualcuno potete usarne delle altre”, scherza Acampora.
IL MESSAGGIO FINALE DI NICO ACAMPORA AL MEMORIALE DELLA SHOAH
“Tutti se la prendono con i più deboli, non c’è bisogno di essere dei bulli – conclude – sapete i nazifascisti chi hanno colpito per primi? Proprio i più deboli”.
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