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Vigilia di Monza-Napoli, Gigi Sanseverino: “Per me una partita tutta da godere!”

13 maggio 2023 | 13:45
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Vigilia di Monza-Napoli, Gigi Sanseverino: “Per me una partita tutta da godere!”

Il numero 11 del Monza, che tra il 1971 e il 1978 sfiorò due volte la serie A, domenica 14 maggio sarà allo stadio. Nell’attesa ci racconta ricordi di un calcio che fu, ma anche come sta vivendo l’oggi calcistico dei biancorossi.

Monza. Poche ore ancora e sul campo dell’U-Power Stadium domenica 14 maggio alle ore 15 scatterà l’ora di Monza-Napoli. I biancorossi di mister Palladino avranno probabilmente qualche motivazione in più rispetto ai freschi campioni d’Italia. La possibilità di conquistare l’ottavo posto in classifica, al momento condiviso con Fiorentina, Bologna, Udinese e Torino, infatti, garantirebbe di saltare i primi turni di Coppa Italia nella prossima stagione. Ma, con una serie di combinazioni piuttosto remote, anche la partecipazione in Conference League. Tanto più che il Monza si è appena garantito la licenza Uefa per la prima volta nella sua storia.

A prescindere dalla presenza o meno dei tifosi del Napoli residenti in Campania, che potrebbe essere vietata per evitare incroci pericolosi in autostrada tra i sostenitori partenopei e quelli dell’Udinese e della Roma, l’U-Power Stadium sarà quasi sicuramente pieno. Anche perché in tanti, anche da altre città della Lombardia e del Nord Italia, vorranno continuare a festeggiare lo scudetto che è tornato a colorarsi di azzurro dopo ben 33 anni.

Tra i tanti che domenica 14 maggio saranno allo stadio non mancherà Gigi Sanseverino, che tra il 1971 e il 1978 è stato una delle colonne del Monza. Quattro campionati in serie B e tre in serie C giocati a pieno regime. E ancora oggi, con le sue 62 reti realizzate in campionato con la maglia biancorossa, può fregiarsi di essere il terzo goleador assoluto e il capocannoniere vivente nella storia della società brianzola. Insomma all’U-Power Stadium il napoletano Gigi, classe 1950, che solo per vicende familiari è nato ad Avellino e nel 2017 ha raccolto le sue memorie nel libro “A volte il pallone è quadrato”, vivrà il suo personale derby del cuore.

napoli-monzaUn'immagine di Napoli-Monza nel girone d'andata

In quest’intervista ad MBNews, intanto, ci racconta cosa è impresso nella sua mente di quel Monza che, con lui in campo, sfiorò la serie A due volte e quanto nella sua vita di oggi, pensionato e nonno di ben sei nipoti a Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova, resta del calcio di quasi mezzo secolo fa.

L’INTERVISTA

Gigi Sanseverino, per te, che sei cresciuto a Napoli e hai giocato sette stagioni nel Monza negli anni Settanta, la partita di domenica 14 maggio ha un valore speciale. Come la vivrai?

Sarò allo stadio per godermi semplicemente la partita in un clima che mi auguro sia tranquillo. Non ci sono, infatti, problematiche di classifica per nessuna delle due squadre. Sono ancora molto legato a Monza, dove sono nati i miei figli, e alla Brianza, dove ho vissuto per tanti anni ed è un po’ rimasta la mia seconda casa. Insomma Monza-Napoli sarà per me un’occasione per una sorta di rimpatriata con gli amici di un tempo, soprattutto il fotografo Caprotti e, spero, anche Galliani.

Tu che nel calcio eri “il napoletano in Brianza” per antonomasia, con le tue 62 reti sei attualmente il capocannoniere vivente del Monza. Quali sono i ricordi più belli di quelle sette stagioni sotto l’Arengario?

Sicuramente la vittoria nelle Coppe è la soddisfazione che ricordo con più piacere. La Coppa Anglo-italiana conquistata nel 1976 e le due Coppa Italia semiprofessionali, ma anche il campionato stravinto in serie C con 20 punti di vantaggio in classifica sulla seconda. A livello personale con orgoglio conservo ancora la maglia che ho indossato nella Nazionale “Under-21 di Serie B”.

Calcio Monza festa promozione Serie ALa festa per la promozione in serie A

E, invece, i momenti più brutti?

Sicuramente le promozioni in serie A sfumate all’ultimo con il Monza. In particolare quella della stagione 1976-77 quando con la sconfitta per 2-1 a Modena in dirittura d’arrivo ci siamo trovati fuori dagli spareggi. L’anno dopo, poi, ci fu fatale la sconfitta alla penultima giornata di campionato a Pistoia.

LA SERIE A MANCATA

Hai quindi sfiorato due volte la serie A con la maglia del Monza. Cosa hai provato l’anno scorso quando per la prima volta i biancorossi l’hanno conquistata?

Di primo acchito mi sono detto: “Potevo essere nato qualche decennio dopo”…a parte gli scherzi, mi ha fatto molto piacere che finalmente il Monza sia approdato in serie A. C’è da dire che, anche se ho un ottimo ricordo del presidente dei miei tempi, Giovanni Cappelletti, che mi considerava quasi un figlio, oggi la società biancorossa, con Silvio Berlusconi, ha una proprietà economicamente più solida e forte. Personalmente, comunque, mi resterà sempre un cruccio.

Quale?

Non aver esordito mai in serie A. A 20 anni, prima ancora di venire al Monza, fui acquistato dalla Roma del mago Helenio Herrera. Ero molto giovane, tra l’altro inaspettatamente stavo per diventare così presto padre. Non ebbi la tranquillità mentale per giocarmi al meglio quella possibilità.

Quando poi avevo 26 anni, una maggiore maturità e già 3 figli a carico, si cominciò a dire nell’ambiente del calcio che ormai ero vecchio e non meritavo più una grande squadra. Ad un certo punto sarei potuto andare al Como in serie A. Ma quella volta fu il presidente Cappelletti che si oppose e fu disposto anche ad offrirmi in cambio un notevole aumento d’ingaggio, 20 milioni di lire, che allora per la serie B erano una cifra sostanziosa.

napoli-monzaKvaratskhelia

UN SOGNO REALIZZATO

Come giudichi questa prima stagione del Monza nella massima serie?

Molto positiva. Mi è dispiaciuto che abbiano mandato via Stroppa, l’allenatore della storica promozione in serie A, ma Raffaele Palladino, napoletano come me, si sta rivelando un tecnico giovane, molto promettente e capace anche di intuizioni tattiche decisive. Il Monza, poi, sicuramente non si ferma qui, ad una salvezza ottenuta in anticipo. Prendendo i rinforzi giusti, si può crescere ancora l’anno prossimo.

Quali sono i giocatori biancorossi che ti hanno colpito di più?

Sicuramente il brasiliano Carlos Augusto, che ha grande forza fisica, qualità tecniche e realizzative. Poi mi ha colpito Caprari, che è un centravanti svelto, intelligente, bravo sotto porta. In un certo senso è il giocatore del Monza che più mi assomiglia.

sanseverino-monzaGigi Sanseverino sul lungomare di Napoli

Quali giocatori della attuale serie A ti piacciono di più?

Io sono innamorato di due giocatori del Napoli: il centrocampista Lobotka e il georgiano Kvaratskhelia, che nei dribbling e nelle finte mi ricorda il mio essere stato un’ala rapida, il classico numero 11 di un tempo. Entrambi, però, credo siano incedibili e non alla portata del Monza.

Hai smesso a 29 anni con il calcio giocato dopo un grave infortunio e un’ultima stagione non esaltante al Novara in serie C. Poi hai lavorato più di 20 anni in banca. Alle soglie dei 73 anni chi è oggi Gigi Sanseverino?

Dopo aver smesso di giocare, insieme al lavoro in banca, ho anche allenato a livello giovanile nel mantovano, dove vivo ancora. La soddisfazione più grande, da questo punto di vista, è stato vincere un Campionato per amatori Uisp, che mi ha fatto apprezzare ancora una volta il vero valore del calcio.

Ho avuto la fortuna, anche grazie agli incentivi per la buonuscita, di andare in pensione relativamente giovane. Oggi purtroppo sono vedovo, ma faccio il nonno a tempo pieno di sei nipoti. Il più grande ha 24 anni. Anche se alla sua età io avevo tre figli, ogni tanto dico, scherzando, di aspettare a diventare papà. Non ho fretta di essere bisnonno.