L'iniziativa

Imprenditoria femminile, Confimi Industria lancia un nuovo manifesto

Il documento, che a novembre sarà presentato a Bruxelles ed è il frutto di una piattaforma aperta e inclusiva, punta a sostenere le donne alla guida delle aziende nell’accesso al credito, la formazione finanziaria e digitale, le competenze finanziarie e la conciliazione vita/lavoro.

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Definizione unica a livello europeo di impresa femminile. Cultura, formazione, alfabetizzazione su economia, finanza, green e STEM (Science, technology, engineering and mathematics). Incubatori per imprenditoria femminile. Incentivi alla creazione di imprese femminili, agevolazioni fiscali sul costo del lavoro e crescita dei salari.

Sono queste alcune delle proposte principali di “Start WE up – Accendiamo l’imprenditoria femminile”, il Manifesto redatto dal Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria e dal media civico “Le Contemporanee” insieme a numerose associazioni di ambiti diversi.

Il cammino di questo documento, una piattaforma aperta ed inclusiva che ha l’obiettivo fondamentale di sostenere e lanciare una progettualità attiva e dirompente a sostegno dell’economia femminile e del nostro sistema Italia, è stato già presentato negli ultimi mesi a Roma prima in una Masterclass e poi presso la sede del Parlamento europeo.

Recentemente è stato anche al centro di un webinar organizzato dal Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria Monza e Brianza e Confimi Industria Bergamo.

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Il Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria

L’IDEA

“Ho voluto condividere nel nostro territorio di Monza e di Bergamo la progettualità che il Gruppo Donne, insieme con “Le Contemporanee”, vuole portare avanti fino alla presentazione a Bruxelles il prossimo novembre” spiega Paola Marras, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria Monza Brianza e Bergamo e membro della Giunta nazionale Donne Imprenditrici.

“Siamo consapevoli dell’importanza che può assumere anche alla luce del grande lavoro di unione fatto insieme con tante associazioni – continua – è un lavoro corale frutto di un progetto che pone nella visione sostenibile i suoi punti cardine”. L’obiettivo del Manifesto “Start WE up – Accendiamo l’imprenditoria femminile” è molto ambizioso e sostenuto dall’energia di valori importanti e chiari.

“Il Gruppo Donne nazionale di Confimi Industria, di cui sono membro, ha voluto fin da subito, per mano della sua presidente Vincenza Frasca e di tutte noi, porre l’attenzione e l’impegno nel costruire un percorso che assume ancor più importanza in termini politici – sostiene Marras, che è anche amministratore unico di Niklas Events srl – a sostegno, infatti, c’è tutto l’arco costituzionale, andando oltre le logiche di partito e dimostrando che si può operare per un bene comune insieme”.

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Paola Marras

LA SITUAZIONE

Il potenziale dell’imprenditoria femminile in Italia è in gran parte ancora inespresso. L’apposito Osservatorio di Unioncamere e InfoCamere ci racconta che nel 2022 ci sono nel nostro Paese 1 milione e 342 mila imprese femminili, di cui il 36% in Lombardia, pari al 22% di un totale di 6 milioni di imprese attive sul territorio nazionale.

Se gli effetti della pandemia e della crisi energetica si stanno facendo sentire, l’imprenditoria femminile nel nostro Paese dimostra comunque una spiccata vocazione innovativa e green nei settori in cui è maggiormente presente. Dalle attività professionali a quelle immobiliari, dai servizi di comunicazione e alle attività finanziarie, fino al noleggio, alle agenzie di viaggio e servizi alle imprese.

Altro dato che colpisce è il fatto che le capitane d’impresa negli ultimi anni sono cresciute a doppia cifra tanto da rappresentare oltre il 22% dell’impresa privata italiana.

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I TEMI

Le difficoltà per le donne che vogliono fare impresa in Italia certamente non mancano. E il Manifesto “Start WE up – Accendiamo l’imprenditoria femminile” vuole accendere i fari proprio su alcune di esse. La questione probabilmente più determinante è l’accesso al credito. Il gap iniziale per le donne che approcciano per la prima volta al tema, unito a minori competenze finanziarie dovute anche a retaggi culturali e sociali, rendono le attività delle imprenditrici più facilmente soggette a fragilità finanziaria.

Lo dimostrano anche i dati raccolti dal Gruppo Donne di Confimi Industria, che in poco più di due anni ha coinvolto le donne, le imprenditrici e le manager in svariate iniziative, con un osservatorio di circa 45 mila imprese: le imprese avviate da donne hanno vita più breve, quasi il 20% chiude dopo 3 anni, percentuale che supera il 30% dopo il quinto anno di attività.

Ecco perché tra le richieste del Manifesto “Start WE up – Accendiamo l’imprenditoria femminile” per sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese a guida femminile ci sono il favorire l’accesso al credito, la formazione finanziaria e digitale e l’incrementare piani di welfare correlati alla conciliazione vita/lavoro. La strada è ancora lunga, ma i primi passi sono stati fatti.

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