Padre modello caduto nella droga: 48enne condannato per maltrattamenti

Era definito un padre modello, amorevole con la moglie e i loro figli. Una piccola ma fiorente impresa a gestione familiare, la vita a Meda trascorreva serena. Poi la droga. Un buco nero fatto di cocaina e abuso di alcol, che lo aveva cambiato
Era definito un padre modello, amorevole con la moglie e i loro figli. Una piccola ma fiorente impresa a gestione familiare, la vita a Meda trascorreva serena. Poi la droga. Un buco nero fatto di cocaina e abuso di alcol che lo aveva cambiato. Il quieto quotidiano si trasforma in uno sbiadito ricordo per lasciare posto a violenze e soprusi. Arrestato e condannato, a due anni di reclusione, un 48enne è finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti aggravati commessi contro la ex convivente, una 43enne, e i loro bambini, tutti minori all’epoca dei fatti.
Una triste storia iniziata nel 2013 quando l’uomo era capitato, non si sà come, nel giro del consumo di stupefacenti e brutte frequentazioni. I rientri a casa a notte fonda, pregiudicati che spesso trovavano un giaciglio per la notte nel loro appartamento. Il clima familiare era cambiato e tra le mura domestiche sempre più spesso l’uomo si faceva violento e iracondo e, soprattutto quando in astinenza della droga o ubriaco, terrorizzava la moglie e li bambini urlando e mettendo a soqquadro la casa. Le cose non erano mutate neppure con l’arrivo del terzogenito, nel 2014.
L’apice dell’escalation di violenze nel 2018 quando, nel mese di aprile, dopo strattoni e calci la donna aveva deciso di andare via di casa e chiedere aiuto ai carabinieri. Il giorno dopo la denuncia l’uomo accompagnato da un amico si era però messo a caccia della ex compagna che nel frattempo, per la paura, aveva chiesto al padre di accompagnarla all’ufficio postale per una commissione. Trovato il suocero fermo in macchina lungo la strada, in preda a uno scatto d’ira, il 48enne lo aveva aggredito con calci e pugni per poi tamponarlo due volte di proposito con la propria auto e minacciarlo dicendogli “e non è finita qui” e poi ancora, rivolgendosi all’amico, “finiscilo tu“.
Dopo quell’evento, dal quale era scaturito il divieto di avvicinamento, l’uomo si era comunque reso protagonista anche di altri eventi violenti tra i quali quello in cui, completamente ubriaco, dopo aver danneggiato delle macchine in strada, aveva tentato di aggredire i carabinieri che erano intervenuti e che, in quell’occasione, lo avevano arrestato.
Ieri, 10 giugno, è stata emessa la condanna e i militari dell’Arma lo hanno arrestato nella sua abitazione. Ora si trova nel carcere di Monza.