Paziente con un tumore alla prostata operato da sveglio: succede a Monza

22 giugno 2023 | 16:27
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Paziente con un tumore alla prostata operato da sveglio: succede a Monza
L'equipe

96 minuti sotto i ferri, perdite ematiche molto ridotte, semplice anestesia locoregionale/spinale, il tutto da sveglio per rimuovere un tumore alla prostata. Avviene all’ospedale San Gerardo di Monza dove l’équipe di Urologi, diretta dal dott. Marco Grasso, ha reso noto un intervento, che ha dell’eccezionale, sull’ “Archivio Italiano di Urologia ed Andrologia”, rivista espressione di diverse società scientifiche e censito sulle più importanti Library scientifiche mondiali-

L’articolo segnala la sicurezza e l’efficacia dell’anestesia spinale nell’intervento di Prostatectomia radicale retropubica open. L’équipe del San Gerardo, in sostanza, esegue un intervento tra i più complessi della chirurgia urologica con il “paziente sveglio” con conseguenti positive ricadute sulla velocità di recupero post operatoria e sullo stato psicofisico del paziente.

Tale approccio nasce lontano quando il dott. Grasso, giovane urologo aiuto del prof. Patrizio Rigatti, primario dell’Istituto San Raffaele di Milano, si trovò a competere con una patologia fino a quegli anni non curata chirurgicamente, dando il proprio contributo allo sviluppo di una innovativa tecnica chirurgica. Una progressione costante migliorativa, portata avanti parallelamente alla ricerca con lo sviluppo di una sempre più precisa conoscenza della patologia da trattare, ha portato il prof. Grasso e il suo gruppo a contributi scientifici di rilevanza mondiale quali l’estrazione dell’RNA dell’antigene prostatico specifico nei linfonodi fuori dai campi abituali chirurgici, all’utilizzo del radioisotopo Tecnezio 99 per tracciare intra-operatoriamente i linfonodi di drenaggio primario.

Questo ha consentito, con l’esperienza di migliaia di interventi, lo sviluppo di una tecnica che ha sempre comportato una estesa asportazione dei linfonodi pelvici e una rimozione della prostata radicale ma molto rispettosa dei criteri anatomici tesi a preservare totalmente la continenza urinaria del paziente.

“Ho ritenuto utile comunicare questa esperienza – sottolinea il dott. Grasso – per spiegare che c’è la possibilità di guarire chirurgicamente un malato di cancro prostatico senza l’utilizzo dell’anestesia generale”.