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Nel giorno del compleanno, intervista a Paolo Pilotto: un anno da sindaco a Monza…

Quasi un anno fa Paolo Pilotto diventava il sindaco di Monza. Oggi (che è il suo compleanno), risponde alle domande di MBNews: c'è tanto, dal futuro della città, al lavoro di questi primi 12 mesi. L'intervista esclusiva.

Generico giugno 2023

Monza, intervista a Paolo Pilotto. Un comune è un microcosmo. Ci sono i settori lavorativi, la comunicazione istituzionale, i servizi alla cittadinanza. Nei palazzi dei comuni avvengono i consigli comunali, le giunte, le riunioni strategiche e di indirizzo: insomma, se qualcosa nell’ambito del pubblico avviene in città, probabilmente prima è passato per quei corridoi. Capire la macchina non è semplice; se poi la città è grande come Monza – 124 mila abitanti – la complessità aumenta.

Come è complesso dare una risposta a tutti. Pensiamo questo usciti dal colloquio con il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, quando racconta a MBNews che in questo primo anno da sindaco i colloqui tenuti nel suo ufficio con cittadini singoli, associazioni, comitati sono stati oltre 500. “E solo quelli formali – prosegue sorridendo – poi la gente ti ferma per strada e lì non li conto più”. In quelle domande al primo cittadino c’è un po’ di tutto, immaginiamo: dalla gestione dei rifiuti in città, al patrocinio per una iniziativa, fino a questioni spinose di carattere nazionale. Domande ne abbiamo anche noi, su Monza: talmente tante che nel giorno del suo compleanno (è oggi, 13 giugno, un anno fa esatto Monza andava al ballottaggio nelle elezioni amministrative) come MBNews abbiamo deciso di tirare insieme a Paolo Pilotto le fila su questo primi dodici mesi da sindaco.

Paolo Pilotto, un anno da sindaco: la nostra intervista 

Quasi un anno da primo cittadino. Governare la sua città era come se lo immaginava?

Era come me l’aspettavo. Io ho fatto trent’anni di vita amministrativa di cui 23 scaglionate in minoranza. Ma sono stato anche assessore per 7 anni. La macchina l’ho vista. Avevo messo in conto che sarebbe stata un’esperienza totalizzante. Faccio un esempio: in una decina di mesi ho fatto più di 500 colloqui, senza contare le giunte comunali, gli incontri con gli assessori, quelli con i tecnici, gli incontri quotidiani due volte al giorno con la responsabile della comunicazione per far funzionare bene le cose. All’inizio pensavo perché ero il sindaco nuovo; a distanza di dodici mesi la stabilizzazione è questa qui e la reputo una cosa positiva: c’è una città che ha voglia di parlare, che ha voglia di raccontare, che qualche volta chiede.

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La conferenza stampa della presentazione della giunta Pilotto. Qui insieme al suo vice Egidio Longoni

Qual è stato il tema sul quale si è sentito più in difficoltà?

Non c’è un tema solo. La difficoltà più grande penso che sia con i temi che corrispondono a un bisogno di immediatezza da parte dei cittadini. Anche se lavori, e noi lavoriamo, molto spesso la grande complessità dietro alla risoluzione del problema non si vede. È difficile mantenere i nervi saldi, non rispondere tutti i giorni quando senti il cittadino dire che “non l’hai ancora fatto”, o peggio “che non sei capace”, “non sei attento”, “sei distratto”, “sei pigro” ecc. Ma devi tenere la barra dritta dicendo “No, ma io so dove sto andando, sto andando verso questa direzione”.

Ci sono tanti temi complessi. Penso a quello del verde o a quello della sicurezza, che è molto sentito. Noi stiamo lavorando da mesi con il coordinamento del questore su alcune questioni delicate, una delle quali è la questione delle piazze urbane, e alcuni risultati importanti a mio parere stanno arrivando. Però, in questi otto mesi noi abbiamo dovuto sentire continui attacchi nei confronti del questore, della polizia, della polizia locale, del Comune, del sindaco perché il fatto di vedere quelle situazioni non cambiare sembrava essere il segno di una certa pigrizia. E invece c’era un’azione che si muoveva attraverso linee concertate addirittura in alcuni casi con la Procura della Repubblica. E non sempre puoi raccontare al cittadino quello che stai facendo, perché altrimenti mandi a monte certe operazioni.

monza sgombero area cambiaghi
Uno scatto dei portici di piazza Cambiaghi, una delle aree più complesse per il tema della sicurezza in città

L’elemento di scarto fra il tempo necessario per rispondere ai problemi, anche quando ti impegni, e il bisogno del cittadino è uno degli elementi che affanna. Però ho un vantaggio, sono diventato sindaco a 62 anni: penso di avere una buona dose di mitezza, un po’ più di pazienza, un po’ più di anche disponibilità ad ascoltare persone che magari inizialmente si muovono nei confronti tuoi attaccando e poi finiscono con un “ah, allora è così, grazie per avermi ascoltato”.

Su quali temi, invece, pensa di essersi mosso molto bene?

Ci siamo mossi bene a mio parere su parecchie cose. Ad esempio, il 28 di giugno 2022 (Pilotto diventava sindaco il 26, ndr), uno dei primi atti che ho firmato è la richiesta di finanziamento che scadeva il 30/6 di 20 milioni per opere a sostegno della Metropolitana Cinque. Nell’arco dei miei primi venti giorni abbiamo confezionato l’operazione di aumento di 40 posti per bambini negli asili nido. Stiamo lavorando con l’obiettivo di azzerare le liste di attesa negli asili nido in questo mandato. Ci siamo mossi bene anche sulla questione dell’illuminazione pubblica, a mio parere, andando subito a sostituire circa 700 lampade obsolete che creavano ai cittadini moltissimi problemi sia di mobilità/circolazione, che di sicurezza. C’è poi molta attenzione sul complesso Villa e Parco di Monza, comprese le Ville all’interno, Mirabello e Mirabellino. Lo dimostra il fatto, ad esempio, che la Reggia dalla scorsa settimana è aperta 5 giorni alla settimana: quando siamo arrivati la situazione era ben differente. Ne abbiamo fatte di cose, forse senza mettere troppo i manifesti.

Villa Reale mb
Uno scatto dell'esterno della Villa Reale di Monza

La campagna dello scorso anno si è giocata su temi singoli, penso a quello dei rifiuti. Poi c’è stata la sua vittoria…

Io considero gli sforzi fatti da chi viene prima di me. Considero che le elezioni si vincono non perché qualcuno è migliore dell’altro, ma si vincono sulle differenze, su alcuni particolari. Io non ritengo che chi vinca sia sempre il migliore, ma spesso vinci su delle sfumature, sulle differenze e sulla modalità di relazione. Poi governare è un’altra cosa: come dicevo prima hai bisogno di tempi, di visione, di competenze, di “lavorare dietro le quinte” su cose che magari il cittadino singolo non sa con l’obiettivo di risolvere una problematica. Con i rifiuti ci siamo mossi così e qualcosa sta cambiando. Aggiungo, sui rifiuti una delle soddisfazioni più forti che ho è che quando sono per strada ci sono a volte gli operatori di Sangalli che scendono dal mezzo per dire “sindaco è un piacere vederla”, “posso salutarla”, mi stringono la mano, e poi risalgono sul mezzo. Perché fanno questo? Eppure, dovrebbero essere arrabbiati perché un anno fa erano venuti da me con la richiesta di ridurre turni troppo duri. “Qualcosa vuol dire che l’abbiamo fatta bene”, mi dico. Abbiamo risolto tutti i problemi? No, non ancora. Ma penso che il fatto di avere aperto un dialogo, un colloquio è stato per loro una cosa importante. Le persone ti pesano e sanno alla fine quando parli per parlare o quando parli perché hai già agito.

Mobilità ciclabile. Molti cittadini hanno aspettative importanti sulla mobilità dolce in città. Ma sul piatto sembra esserci poco. I progetti di ciclabili nella via Milano, ad esempio, che fine hanno fatto? 

Diciamo che il tema della mobilità dolce è legato a una visione generale che stiamo cercando di alimentare tramite il PUMS. Quando siamo arrivati era stato fatto uno studio di fattibilità anche con consultazione della cittadinanza, ma non c’era un progetto, una bozza di PUMS; quindi, il nostro compito è stato quello di prendere atto del lavoro svolto inizialmente e andare avanti. C’è una visione generale che passa attraverso il Piano urbano della mobilità sostenibile, che non è solo dedicata ai pedoni e ai ciclisti, ma anche alle automobili in un contesto sostenibile. Qualche giorno fa abbiamo votato per chiedere un impegno in Legge di bilancio sul piano per lo sviluppo delle ciclabili urbane. L’ho fatto convintamente però dico che nel nostro bilancio preventivo ci sono 700.000€ per integrazioni ciclabili e manutenzione di ciclabili già stanziati. Quindi non aspettiamo solo le risorse stanziate dall’altro, le stanziamo in primis noi.

Paolo Pilotto sindaco di Monza
Uno dei primi di scatti di Paolo Pilotto come sindaco di Monza

Nostro obiettivo è anche lavorare su interventi di mitigazione del traffico in prossimità delle scuole o di punti attrattori, con le cosiddette “zone 30”, con nuovi dossi, restringimento della carreggiata ecc. Su corso Milano, per rispondere alla sua domanda, la situazione va studiata: ad oggi le aree ciclabili tra via Borgazzi e via Milano non sono omogenee e lo spostarsi da una carreggiata all’altra lascia un po’ sconcertato il ciclista. Ci stiamo interrogando poi se la striscia singola su una carreggiata così trafficata possa essere sufficiente. Ma non siamo ancora partiti, operativamente. Occorreva mettere a bilancio dei soldi.

Due cose sui temi ambientali, che mi stanno a cuore e stanno a cuore alla mia squadra: stiamo portando avanti alcune riflessioni sul tema dei “viali alberati”, cioè nuove piantumazioni, almeno per le 11 vie di accesso alla città; e come sapete c’è la partita PGT, che mira a preservare le ultime aree libere esistenti.

Masterplan Villa e Reggia. Quali sono le aspettative e quali sono gli intervertenti che a suo parere saranno portati avanti e possibilmente conclusi in questo suo mandato?

Innanzitutto, io penso sia giusto considerare il Masterplan per quello che è: un atto di indirizzo che deve durare per circa una decina di anni. Ma come tutti gli atti di indirizzo non è un testo sacro, ma un atto che dice “si deve puntare qui”. Tant’è vero che all’interno del Masterplan non ci sono piani economici finanziari, ma ci sono inviti a considerare certe possibilità. Perché dico questo? Perché la sacralizzazione del Masterplan è tanto pericolosa quanto la sua sottovalutazione. Dire che una volta scritto il Masterplan il parco è spacciato se lo si critica o è salvato se invece lo si sposa è un po’ ingenuo. È un tentativo a cui noi abbiamo partecipato più o meno a un terzo.

Generico maggio 2023
Il sindaco di Monza Paolo Pilotto a Palazzo Lombardia alla presentazione del Masterplan

Detto questo ci consente di affrontare il tema del complesso monumentale per intero, e penso sia un bene: ci sono lavori importanti da fare sulla Reggia sicuramente, e per il suo mantenimento strutturale. Penso sia importante fare un lavoro anche sulle 4 porte di accesso, ad esempio. E penso sia importante non rendere il complesso un “lunapark”, ma non penso di dire assurdità se reputo che ci debbano essere dei punti di ristoro per bere un’acqua, un caffè, mangiare un gelato. Ma la più grande aspettativa che ho è che questi 55 milioni vengano spesi. La vera aspettativa che ho come amministratore è che i 55 milioni messi su fase uno e fase due vadano in porto.

Le chiedo un suo desiderio o un obiettivo che le piacerebbe raggiungere in questo mandato.

Vorrei arrivare a fine mandato vedendo diminuire le tensioni tra cittadini e istituzioni e anche a volte fra istituzioni e istituzioni. Questo vorrebbe dire che non si è solo parlato, ma che sono migliorati i servizi, che alcune opere sono state riconosciute e che quindi è calata la diffidenza. Noi abbiamo bisogno tutti collettivamente, di uscire da questo trip, da questa tendenza verso una visione paranoide delle relazioni con gli altri o verso la politica. Penso che sia giusto guardare i problemi negli occhi e affrontarli: un esempio, i giovani. Dobbiamo dirci con chiarezza che essere precari dopo un anno di lavoro è una cosa, esserlo dopo 5 è ingiustificabile. Allora affrontiamo davvero il tema della formazione, delle imprese, di un rapporto che spesso funziona bene, ma alcune volte no.  E ancora, se invece di straparlare sul tema crollo demografico ragionassimo per capire come dare delle garanzie ai giovani (banalmente con i servizi all’infanzia) io penso che faremmo del gran bene a loro e a tutta la società. Ma dobbiamo muoverci insieme, in rete. Questo resta sempre l’elemento fondamentale.

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