Lesmo ancora pioniera nella lotta ai possibili danni ambientali di Pedemontana in Brianza: 90 famiglie si “aggregano” al ricorso del Comune. Il sindaco Francesco Montorio ha informato oggi, 3 luglio, che il ricorso presentato in solitaria contro la pubblica utilità degli espropri (appiglio utilizzato per provare a frenare l’avanzata indiscriminata dell’autostrada sul territorio) ha acquistato nuove forze. Diversi abitanti di Lesmo hanno infatti recentemente presentato “interventi ad adiuvandum” nel ricorso presentato dal Comune contro Pedemontana. “Le azioni, coordinate dal Movimento No Pedemontana di Lesmo – si legge in una nota dell’Amministrazione comunale – sostengono il Ricorso del Comune che sarà discusso avanti al TAR della Lombardia il prossimo 14 Luglio. Nello specifico, 4 condomìni di Lesmo prospicenti il futuro tracciato di Pedemontana – 2 tra Gerno e Peregallo (in Via Ungaretti) e 2 nella parte est della cittadina (in Via Monti – Via Vico) – che rappresentano oltre 90 famiglie, hanno depositato un particolare intervento volontario in causa, detto “intervento ad adiuvandum”, che si traduce nell’adesione alle argomentazioni sostenute dal Comune di Lesmo.
IL COMUNE DI LESMO RINGRAZIA I CITTADINI CHE LO SUPPORTANO CONTRO PEDEMONTANA
L’iniziativa di questi cittadini di Lesmo contro Pedemontana è stata presa dai privati allo scopo di tutelare le proprie abitazioni dagli impatti negativi che la Tratta C porterà. Seguirà le sorti del ricorso principale del Comune, sottolinea il sindaco Francesco Montorio che, se non ha trovato alleati tra gli altri sindaci brianzoli, li sta trovano nella sua cittadinanza. Con comprensibile gratitudine: “Desideriamo ringraziare quindi tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa e mostrato sensibilità e disponibilità nel supportare la nostra azione. Cogliamo l’occasione per evidenziare, per altro, “il silenzio” da parte di Pedemontana”.
LA STOCCATA DEL SINDACO DI LESMO A PEDEMONTANA
La stoccata trova ragione nella battuta d’arresto del processo di confronto che la stessa Pedemontana, poco dopo lapresentazione del ricorso, aveva avviato con Lesmo. Dal 23 maggio, giorno dell’ultimo incontro tra le parti per discutere provvedimenti che limitassero l’impatto, il dialogo si sarebbe fermato. Lo spiega Montorio stesso nel comunicato, informando sullo stato dei fatti: “non solo l’Amministrazione di Lesmo non ha ricevuto alcuna risposta alla proposta di completare tutta la Tratta C in galleria sul suolo di Lesmo, ma nemmeno sono stati forniti i dati richiesti sulla viabilità. Dati che, secondo i vertici di Pedemontana, dovrebbero giustificare le corsie aggiuntive rispetto alle prime tratte e il cui invio sembrava imminente, considerando la dichiarata disponibilità e la necessità di avere il tempo per una seria analisi”.
PEDEMONTANA E LA (NON) COMUNICAZIONE
Nuovo cortocircuito nella comunicazione in un ambito nel quale proprio la comunicazione scarsa e unilaterale è stata spesso oggetto di dure critiche, soprattutto da parte dei Comuni coinvolti dal tracciato. La chiosa degli amministratori di Lesmo non è priva di polemica: “Viene da chiedersi se questo atteggiamento faccia parte di una precisa strategia di comunicazione – recita il comunicato – o possa esser dovuto ad altre ragioni a noi sconosciute. L’Amministrazione, fermamente convinta della validità delle sue ragioni nell’interesse dei Lesmesi rimane in attesa di sviluppi straordinari o dell’udienza avanti al TAR, confidando nella Giustizia”. L’appuntamento è dunque per il 14 luglio, scadenza verso la quale sono puntati gli occhi dei cittadini di Lesmo e delle istituzioni in generale per comprendere quale sia il margine di manovra delle pubbliche amministrazioni nell’azione di tutela del loro territorio.
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