Passamontagna e pistola puntata in faccia ai passanti: 23enne (di nuovo) in carcere

Dentro e fuori dal carcere: persino gli arresti domiciliari gli andavano stretti. Lui, 23enne già arrestato per rapina, aveva beneficiato per l’ennesima volta del regime detentivo in casa senza però rispettare le prescrizioni del giudice.
Dentro e fuori dal carcere: persino gli arresti domiciliari gli andavano stretti. Lui, 23enne già arrestato per rapina, aveva beneficiato per l’ennesima volta del regime detentivo in casa senza però rispettare le prescrizioni del giudice. Per questo ieri, 13 luglio, si sono spalancante, ancora, le porte di San Quirico. A far scattare le manette ci hanno pensato i Carabinieri di Agrate Brianza che lo avrebbero sorpreso, nuovamente, a violare il provvedimento cautelare.
VITTIME DIVERSE, STESSO MODUS OPERANDI
Il giovane, allora 20enne, insieme ad una sua coetanea, si sarebbe reso responsabile di una rapina consumata nel settembre 2022. Calzavano il passamontagna e, puntando una pistola verso le vittime terrorizzate, le avevano minacciate per derubarle: “Ti ammazzo, dammi tutti i soldi”. I Carabinieri di Vimercate, agli ordini del Maggiore Mario Amengoni, avevano tratto in arresto i due giovanissimi proprio ad Agrate Brianza. In piena notte avevano seminato il panico nelle vie del centro del comune brianzolo.
I primi ad imbattersi nei due presunti malviventi era stata una coppia di fidanzati all’esterno di una pizzeria del centro. La donna, scesa dalla macchina per comprare alcune bevande mentre il compagno era rimasto seduto in auto sul sedile anteriore lato passeggero, aveva notato una ragazza ferma all’esterno del locale, con abiti scuri, che continuava a fissarli con insistenza. Dopo aver acquistato le lattine, si era avvicinata alla macchina scorgendo un ragazzo, di nero vestito, con indosso un passamontagna e una pistola in mano estratta dai pantaloni. “Dammi tutti i soldi che hai! Muoviti dammi tutti i soldi!” avrebbe gridato il rapinatore puntando l’arma a pochi centimetri dal volto del fidanzato impietrito. La donna era così salita in macchina e, ingranata la marcia, si era allontanata da quell’incubo. Prima della fuga il malvivente era riuscito a colpire ripetutamente con la pistola il parabrezza dell’autovettura. Messi in salvo, la coppia aveva subito contattato il numero di emergenza 112 per richiedere l’intervento degli Uomini dell’Arma.
Il secondo tentativo di rapina, i due 20enni, avevano cercato di metterlo a segno fuori dall’oratorio femminile di Agrate. Le vittime, due cantanti appartenenti ad un coro locole, erano state avvicinate da due persone con volto travisato. Stesso modus operandi: uno di loro, puntando la pistola avrebbe poi minacciato: “Ti sparo! Dammi tutti i soldi”. Uno dei due uomini avrebbe così cercato di spiegare di non avere denaro con sé. Parole che non erano servite a placare la situazione: il rapinatore, impugnando l’arma con entrambe le mani, l’avrebbe poi scarrellata minacciandolo ancora. Terrorizzato, l’uomo gli aveva consegnato una borsa tracolla per mostrare come all’interno non vi fosse nulla. Il complice a quel punto aveva afferrato il borsello per poi fuggire insieme in tutta fretta. Il bottino: un cellulare marca Huawei p10 Mate di colore nero e la sacca.
Il terzo episodio, sempre quella notte, un’ora dopo. Secondo la testimonianza di un gruppo di tre amici, i rapinatori si sarebbero avvicinati a loro, sempre a volto coperto e con l’arma in pugno, nel parcheggio di via Carlo Gnocchi. Stavano scambiando quattro chiacchiere appoggiati alle rispettive auto quando sono stati raggiunti da due soggetti sbucati dai campi a ridosso dell’area. Notandoli arrivare, spaventati dalle loro possibili cattive intenzioni, i tre ragazzi erano saliti a bordo delle auto con l’intento di allontanarsi. Raggiunti dai due incappucciati, erano stati minacciati con la pistola per farsi consegnare gli oggetti preziosi e il denaro contante. “Apri la porta, dammi i soldi altrimenti ti ammazzo!”: lo stesso identico copione descritto dai precedenti malcapitati. Chiusi tutti i finestrini e inserito le sicure, una delle vittime aveva poi ingranato la retromarcia, effettuando una manovra di inversione nel parcheggio e allontanandosi tra le grida e i colpi alla portiera del rapinatore. Giunti in via Vismara, il trio di amici aveva incrociato una pattuglia dei Carabinieri riferendo quanto accaduto poco prima. I militari avevano così invitato i ragazzi a raggiungere la caserma per la denuncia.

NASCOSTI NELLA SCUOLA: PASSAMONTAGNA E PISTOLA
L’operatore della Centrale Operativa di Monza aveva così inviato a supporto della pattuglia della Stazione di Agrate altre tre macchine, due radiomobili dalla compagnia Carabinieri di Vimercate e di Monza: due ombre furtive si aggiravano all’interno della scuola dell’infanzia di via Don Gnocchi. Dopo aver scavalcato la recinzione, i militari avevano passato al setaccio ogni angolo della scuola sorprendendo poi i due giovani nascosti.
Lui, un ragazzo originario proprio di Agrate, già noto alle Forze dell’Ordine per lo stesso reato; lei, priva di precedenti, originaria della zona di Crescenzago. Allora erano entrambi appena 20enni. Inoltre, sempre all’interno del cortile della scuola, a pochi metri da dove si erano accovacciati, i militari avevano recuperato i due passamontagna, la pistola, risultata giocattolo ma priva del tappo rosso, ed il telefono cellulare sottratto ad una delle vittime.
Entrambi accompagnati presso la Stazione dei Carabinieri di Agrate Brianza, erano stati dichiarati in arresto per la rapina consumata e quelle tentate in concorso con l’aggravata dall’uso di armi, dandone comunicazione al Sostituto Procuratore di turno presso la Procura di Monza.
Il ragazzo era stato portati presso il carcere di Monza, dove ieri vi ha poi fatto ritorno per l’ennesima volta, mentre la ragazza in quello di Milano San Vittore.