Bufera sul commento del Presidente del Consiglio: “Pena di morte” sotto la notizia di una bambina stuprata

E’ bufera sul commento che il Presidente del Consiglio di Brugherio, Michele Bulzomì, ha scritto su Facebook
E’ bufera sul commento che il Presidente del Consiglio di Brugherio, Michele Bulzomì, ha scritto sulla pagina Facebook di MBNews inerente alla notizia di cronaca in cui si racconta di una bambina di 12 anni violentata più volte dal fratellastro e tenuta sotto scacco con pesanti minacce. “Pena di morte“: questo il post secco di Bulzomì. Tre parole che hanno scatenato la reazione di Amnesty International Lombardia che ha sentito il dovere di intervenire ammonendolo per il tono e il contenuto del messaggio.
“Gentile Michele Bulzomì ci dispiace doverle fare presente che da una persona che ricopre un ruolo istituzionale come quello di Presidente del Consiglio Comunale poco si addice un linguaggio simile che fomenta l’odio piuttosto che promuovere la fiducia nella giustizia e nelle istituzioni. In quelle stesse istituzioni italiane che promuovono ai più alti livelli una moratoria per il superamento della pena capitale che è violazione del diritto alla vita”
Alle parole della onlus si aggiunge il commento del Partito Democratico: “Viviamo in uno stato di diritto, viviamo in uno Stato che si batte da sempre e a tutti i livelli per garantire i diritti umani e combattere la pena di morte, facendosi promotore anche di iniziative internazionali all’ONU. Il presidente Bulzomì, col suo ruolo, rappresenta tutto il consiglio comunale della città di Brugherio: serve più attenzione perché le parole d’odio, usate a volte anche inconsapevolmente, possono fare male soprattutto a soggetti fragili e a chi necessità di maggiori tutele. Chiediamo all’Amministrazione Comunale iniziative concrete per denunciare e fare informazione contro la violazione dei diritti umani, ricordando quanto fatto negli ultimi anni con la mobilitazione del nostro Comune a fianco di Patrick Zaki, la cui vicenda ha avuto proprio in questi giorni un esito felice, e per chiedere la verità su Giulio Regeni” .

LA RECPLICA DI MICHELE BULZOMI’
MBNews ha sentito telefonicamente il Presidente del Consiglio di Brugherio, Michele Bulzomì, che ha voluto così rispondere: “La mia è stata una risposta personale e non come Presidente del Consiglio. Io ho risposto come persona libera, come padre, e dalla mia pagina privata. Io credo fermamente nella giustizia ma credo anche che davanti ad episodi di una gravità inaudita come quelli raccontanti sull’articolo di cronaca si debba fare una profonda riflessione su come si debba intervenire in situazioni così atroci. Respingo assolutamente le accuse che mi vengono mosse dalla Partito Democratico: io non ho incitato nessuno all’odio. La pena di morte esiste in molti Stati dove vige la democrazia e non è certo il presidente del consiglio comunale a fare le leggi. Inoltre il Partito Democratico muove delle critiche sul mio commento senza però contestualizzarlo, ovvero senza sottolineare con altrettanta solerzia che stiamo parlando di una bambina che è stato stuprata dal fratellastro, minacciata di morte affinché mantenesse il silenzio con i genitori, e costretta ad assumere la pillola a soli 12 anni. Davanti a certe atrocità non ci si può voltare dall’altra parte, bisogna intervenire”.