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Emergenza taxi, la seconda guida può essere la soluzione più veloce

24 luglio 2023 | 14:34
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Emergenza taxi, la seconda guida può essere la soluzione più veloce

La carenza delle auto di servizio è all’ordine del giorno. In quest’intervista a Gianfranco Acquaviva, Segretario di T-asso Taxi Milano e presidente di categoria per Confartigianato Lombardia, facciamo il punto della situazione.

Forse vi è capitato di leggere che nei giorni scorsi il Console Generale Aggiunto del Perù a Milano, Alberto Garcia, giunto alla stazione di Monza per andare a visitare una mostra fotografica è dovuto ricorrere ad un passaggio fortuito perché nessun taxi era disponibile. Magari anche a voi è capitato negli ultimi mesi di avere un problema simile.

Che ci sia una carenza di taxi, non solo a Monza, ma in tutta la Lombardia e, soprattutto, nel bacino di utenza degli aeroporti, a Milano, Bergamo e Varese, è purtroppo un dato di fatto. Tanto che nei giorni scorsi il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, si è seduto al tavolo con i rappresentanti di oltre 30 sigle di tassisti annunciando una riforma del settore “per avere più auto in strada da subito“.

LA PROPOSTA

Ma di chi è la colpa dei disagi che ogni giorno fanno arrabbiare molti utenti, turisti in primis, anche nel pieno della stagione estiva? Come è possibile risolvere la situazione nella maniera più rapida ed efficace?

Lo abbiamo chiesto a Gianfranco Acquaviva, Segretario di T-asso Taxi Milano, associazione di categoria dei tassisti di APA Confartigianato Imprese Milano-Monza e Brianza. Che ha invitato le istituzioni, i Comuni in particolare, a scegliere la strada della “seconda guida”, cioè permettere a due conducenti di guidare la stessa autovettura aumentando, quindi, le ore di servizio di un singolo taxi.

gianfranco acquaviva taxi

L’INTERVISTA

Le proteste per la carenza dei taxi si trascinano, con toni in alcuni casi accesi, ormai da alcuni mesi. Acquaviva, da dove nasce il problema?

Il problema c’è da circa un anno. Si è verificata, infatti, una cosa inattesa. Si era previsto che la crisi economica sarebbe arrivata all’inizio del 2023. Per questo in fase di programmazione della flotta per la fornitura del servizio taxi non si sono fatte modifiche nei numeri. Invece la crisi economica, ovviamente in generale per fortuna, non c’è stata. Anzi, a partire dalla metà del 2022 si è registrato un aumento del flusso dei turisti in Italia calcolabile ad oggi intorno al 40%. La Lombardia, con Milano in testa, ha registrato arrivi turistici molto elevati.

Quindi, in sostanza, le attuale licenze taxi disponibili nella nostra Regione, circa 5100 tra Milano, Varese e Bergamo operanti nel sistema aeroportuale, si sono rivelate insufficienti. Di quante licenze in più ci sarebbe bisogno?

Non è quantificabile con esattezza, anche perché il monitoraggio, che le normative affidano ad enti regionali e locali attraverso l’istituzione di appositi organismi, non è mai partito. Ci troviamo in pratica senza dati precisi per stabilire di quanti taxi abbiamo realmente bisogno. Ci si affida a numeri parziali o frutto di picchi emozionali. Un calo dell’emergenza, comunque, sembra essere già cominciato dagli inizi di luglio ed è progressivo.

Immaginiamo sia una curiosità che, a questo punto, hanno anche i lettori. Come funziona il meccanismo delle licenze dei taxi?

La Regione le concede, ma su richiesta dei Comuni. Negli anni, però, su questo tema c’è sempre stato una sorta di teatrino da parte delle istituzioni locali, che non hanno mai voluto veramente risolvere il problema della carenza di licenze e continuano, con un’azione poco nobile, a scaricare su di noi la loro incapacità di garantire un adeguato Tpl (Trasporto pubblico locale). Noi siamo e restiamo un servizio pubblico integrativo, non possiamo accollarci le mancanze di altri.

Per far fronte alla carenza di licenze si può solo aumentarle o ci sono altre soluzioni?

La nota Legge Bersani già molti anni fa, occupandosi anche dei taxi, delegava agli enti locali una serie di strumenti come la seconda guida o doppia guida. A Milano, nel 2006, si era aperto ai secondi conducenti, ma poi si è tornati indietro. Noi crediamo che questa sarebbe la soluzione più rapida.

La seconda guida quali vantaggi concreti avrebbe rispetto all’aumento delle licenze dei taxi?

La seconda guida è stata già recepita da Regione Lombardia anni fa. Quindi un Comune può usufruire di questa possibilità, che consente turni integrativi (8+8 ore o 10+6 ore), divisi su due conducenti alla guida della stesso taxi, semplicemente approvando una determina dirigenziale. Tempi tecnici, insomma, una settimana circa. Inoltre il secondo conducente, pagando un affitto per utilizzare il taxi, è più stimolato a coprire anche turni meno comodi. Per approvare nuove licenze, invece, il Comune deve fare la sua richiesta alla Regione, che convoca le parti, avvia l’iter in Commissione, poi in Consiglio. Quindi, dopo l’approvazione, c’è tutta la fase dell’indizione dei bandi e delle graduatorie. Insomma ci vorrebbero dagli 8 ai 12 mesi.

State portando avanti la proposta della seconda guida come T-asso Taxi Milano anche attraverso Confartigianato. A questo punto quali sviluppi vi aspettate?

Crediamo che l’emergenza in cui ancora ci troviamo sia un’occasione per sfruttare la funzionalità della seconda guida ed imparare ad usare questo strumento per nuove esigenze future.