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Il videomaker desiano: “I miei viaggi nel mondo con Overland”

20 luglio 2023 | 19:42
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Il videomaker desiano: “I miei viaggi nel mondo con Overland”

Francesco Sangalli ha contribuito alla realizzazione delle puntate “Il Mondo con gli occhi di Overland” in onda il mercoledì sera su Rai 1. Ha viaggiato in Afghanistan, Kazakistan, Uganda, Somalia, Malesia, documentando la bellezza e le complessità di questi Paesi.

Le bellissime immagini delle nuove puntate di Overland, in onda in queste settimane il mercoledì in seconda serata su Rai 1, sono del  desiano Francesco Sangalli Il giovane videomaker ha partecipato alle spedizioni del noto programma televisivo documentaristico di viaggi avventurosi e ha contribuito alla realizzazione del nuovo format dal titolo “Il Mondo con gli occhi di Overland”.  Si è occupato delle riprese e dalla post produzione. Nei mesi scorsi, insieme  al documentarista Filippo Tenti e alla squadra del programma,  ha viaggiato in diversi Paesi del mondo. E’ stato in Afghanistan, Kazakistan, Iraq, Malesia, Somalia, Uganda. Paesi lontani e diversi tra loro, da scoprire e conoscere, andando oltre gli stereotipi.  L’obiettivo delle nuove putate di Overland è quello di raccontare i Paesi del mondo non solo negli aspetti più negativi, ma fare conoscere anche quelli positivi. 

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La vittoria al Palio degli Zoccoli, i viaggi con Overland

Sangalli, che nel frattempo ha anche partecipato e vinto il Palio degli Zoccoli con la contrada Piazza, ha vissuto esperienze davvero uniche e arricchenti. Ha attraversato paesaggi mozzafiato, foreste, fiumi, laghi. Ha visto da vicino animali come leoni, elefanti, gorilla. Ha incontrato popoli di diverse tradizioni e culture.

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L’Uganda, tra leoni, elefanti e gorilla

La puntata andata in onda mercoledì scorso era  dedicata all’Uganda. “E’ un Paese bellissimo – ci racconta – Tolto l’Afghanistan, che è fuori categoria per quanto è bello,  è stato il viaggio che mi sono goduto di più. Animali, tradizioni, persone incredibili. Ho visto leoni, leopardi, giraffe, elefanti, e siamo stati tanto fortunati da vedere i gorilla di montagna.  Poi ci siamo spostati in Karamoja, una regione poverissima, dove mi sono proprio innamorato delle persone. Vivono  in villaggi  così poveri che non hanno fognature o fosse biologiche, fanno i bisogni per strada”.

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La raccolta della plastica

Nei villaggi, il giovane desiano ha anche incontrato bambini che raccoglievano la plastica per un progetto scolastico. “Una volta a settimana l’insegnante li porta nei villaggi vicini a raccogliere i rifiuti, per insegnare loro che bisogna prendersi cura della propria terra. Incuriosito li ho seguiti per una quindicina di minuti, fino a quando si sono fermati e hanno  accumulato tutto ciò che hanno raccolto lungo un pendio e hanno acceso  un fuoco. Le insegnanti mi hanno detto di sapere che questa cosa è sbagliata, ma non hanno  altro modo di smaltire la plastica: il primo passo è insegnare a questi bambini a raccoglierla e non sporcare, il prossimo sarà quello di imparare a smaltire i rifiuti in modo più ecologico.  Ho pensato a  quanto sarebbe utile un progetto del genere anche in Italia, per insegnare a tutti  l’importanza del prendersi cura della Terra, anche scendendo inizialmente a dei compromessi”.

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Il fascino delle pitture rupestri in Somalia

Uno dei viaggi che lo hanno più colpito è stato quello in Somalia.  “E’ una nazione molto difficile, ma con alcune bellezze mozzafiato. Le grotte di Laas Geel  sono davvero una delle cose più belle che abbia mai visto, con pitture rupestri antiche di 10 mila anni”. Le immagini sono impressionanti. “Sono rimasto a bocca aperta a guardare questi dipinti. Mi hanno fatto riflettere sull’urgenza  che spinse queste persone a realizzare delle opere d’arte,  quel bisogno interiore talmente forte da inventarsi i colori e passare ore, giorni, settimane a decorare probabilmente l’intera collina. Perché lo fecero? Perché proprio qui? Cosa vollero comunicare?” . Domande a cui  è difficile dare risposte. “L’unica cosa che ora so è che la stessa urgenza che spinse loro, con pietre, terra, acqua e mani a dipingere queste pareti ora sta spingendo me, a fotografare con la mia Nikon ciò che ho di fronte. Pensare che queste persone, 10 mila anni fa, hanno sentito l’urgenza di inventarsi i colori e altre cose ancora solo per raccontare ciò che li circondava … beh mi ha colpito molto, perché nonostante l’evoluzione, il progresso e tutta la tecnologia del mondo io sento ancora quella stessa urgenza. Certo con strumenti diversi, ma il concetto di base è lo stesso, e questo l’ho trovato davvero molto poetico

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Gli episodi di “razzismo”

In Somalia sono accaduti episodi che hanno fatto riflettere il giovane desiano. “Il viaggio è stato meno tranquillo rispetto agli altri Paesi. Sono stato ‘vittima di razzismo’, se vogliamo definirlo così, perche perché il massimo che mi è successo è essere stato discriminato a parole per i miei capelli, l’orecchino e per il fatto che non fossi musulmano. Per quanto siano cose davvero sciocche rispetto a chi subisce davvero discriminazioni pesanti,   mi ha fatto riflettere su coloro che davvero soffrono tutta la loro vita per qualcosa che è nel loro essere

L’accoglienza della gente

“Abbiamo trovato anche moltissime persone che invece si sono aperte con noi: alcune donne ci hanno aperto la porta del loro cortiletto per mostrarci come  facevano l’hennè, mentre dei bambini giocavano a calcio imitando i giocatori più famosi. Alcuni uomini hanno condiviso la loro cena con noi durante il Ramadan, un’altra donna ancora, un’imprenditrice coraggiosa,  ci ha raccontato la propria vita divenendo fonte di ispirazione per noi

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L’Afghanistan, un Paese che entra nel cuore

Paesi affascinanti,  che hanno lasciato un segno e sono rimasti nel cuore del giovane desiano.  “Diciamo che  forse la Somalia non la  consiglierei per un viaggio, ma solo perché ancora abbastanza pericolosa. Non come l’Afghanistan, contrariamente a quanto si potrebbe credere, che consiglierei invece a chiunque, da tanto mi è entrato nel cuore.  Quello in Somalia non è però stato un viaggio che mi sono pentito di aver fatto, anzi. Mi ha insegnato moltissimo”. Le immagini e i racconti di questi Paesi si possono continuare  a seguire il mercoledì sera su Rai 1  o su Raiplay