Ecosostenibilità in monopattino sì, ma con maleducazione

Il monopattino maleducato è l’ultima insopportabile tendenza. Parcheggiati male, a volte talmente male da impedire alle persone di passare sul marciapiede. L’importante è essere ecologisti, certamente, ma anche educati.
I monopattini sono entrati ormai nella quotidianità degli spostamenti dei cittadini. Un mezzo di trasposto poco inquinante, agile nel traffico e che può anche essere noleggiato. A Monza come in tante altre città anche il comune si è fatto promotore di campagne di incentivo del monopattino, forte delle parole inglesi “sharing” e “mobility”.
Ricordiamo che dal punto di vista della CO2 emessa nella fase di utilizzo del monopattino elettrico, questa è molto bassa, pari a solo 2,5 g/km. Questo rappresenta un grande vantaggio rispetto ai mezzi di trasporto tradizionali che in media emettono dai 20 ai 50 g/km.
Tralasciando le recenti polemiche sulla sicurezza o meno, oggi non posso non puntare il dito sulla maleducazione di alcuni utilizzatori di questi mezzi: terminato l’uso vengono parcheggiati nei posti più impensabili in città, ma sopratutto laddove impediscono agli altri di passare.
Proprio questa mattina in via Emilio Osculati un bel monopattino è stato abbandonato, perchè quello non si può chiamare parcheggio, nel bel mezzo del marciapiede, impedendo a mamme con il passeggino o a persone sulla sedia a rotelle di passare. L’importante è essere ecologisti, certamente, ma anche educati.
La sensibilità ecologista se non si sposa con quella civica, si tratta solo di moda e di apparenza, senza alcuna convinzione che potremmo veramente vivere in mondo migliore e diventa insostenibilità della mobilità.
