Ricercata e condannata a 9 anni, evita il carcere perché incinta e con 9 figli

Destinataria di una sentenza che la condanna a 9 anni di carcere, ma per la sua situazione famigliare, 9 figli e il decimo in arrivo, la misura le è stata notificata ma non è stata applicata.
Destinataria di una sentenza che la condanna a 9 anni di carcere, ma per la sua situazione famigliare, 9 figli e il decimo in arrivo, la misura le è stata notificata ma non è stata applicata. È accaduto a Monza, nei confronti di una donna di 32 anni, di origine bosniaca, rintracciata dalla Polizia di Stato in un albergo della città. Nella nottata di giovedì 3 agosto alle ore 3.45, presso la centrale operativa della Questura è giunta una segnalazione di “alert” che segnalava la presenza in una struttura recettiva del capoluogo di una persona che risultava essere ricercata. Immediatamente un equipaggio dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volanti si è recato sul posto per verificare la situazione.
Gli accertamenti hanno confermato che la donna era gravata da numerosi precedenti di polizia, risalenti addirittura al 2004, quando aveva solamente 13 anni. Nel corso degli anni aveva commesso decine e decine di furti e scippi, violando leggi sulle armi e sull’immigrazione. Era stato, inoltre, più volte vietato il suo accesso a determinati luoghi urbani, come stazioni e metropolitane, a causa dei continui tentativi di borseggio. La donna aveva anche precedenti per false attestazioni delle proprie generalità, dichiarando più volte di essere cittadina bosniaca o francese, o di essere nata in luoghi e date differenti.
Le numerose condanne avevano portato a un provvedimento giudiziario di unificazione delle pene inflitte, con un totale di 7 anni, 11 mesi e 9 giorni di reclusione ancora da scontare, oltre a una multa di 4.060 euro. Tuttavia, nonostante le Forze di Polizia avessero più volte fermato la donna per l’esecuzione della pena, la stessa risultava sempre essere in situazioni personali o familiari tali da non consentire di poter procedere al collocamento della donna presso una struttura carceraria ai fini di espiare la pena residua irrogatale.
Tuttavia, gli agenti hanno scoperto che la donna era madre di nove figli e aspettava il decimo. Questo stato, incompatibile con il regime carcerario, ha impedito l’esecuzione dell’ordine di carcerazione. Gli agenti hanno comunicato l’evidente stato di gravidanza alla procedente Autorità giudiziaria, che ha deciso di disporre un nuovo differimento dell’esecuzione della pena.