La spiegazione

Perché stavolta il maltempo ha fatto strage di alberi?

L'agronomo Dante Spinelli: "se le radici delle piante cadute sono sane, la manutenzione è stata corretta. Colpa di raffiche fuori serie, a 100 km orari".

albero dante spinelli
L'albero mostrato dall'agronomo Dante Spinelli da ha radici sane.

Perché le bufere delle scorse settimane hanno abbattuto una quantità di alberi mai vista prima? La ragione, spiegano gli esperti, in molti casi non ha avuto niente a che fare con l’incuria delle pubbliche amministrazioni (o dei privati) sul patrimonio arboreo. E per individuare quali sono questi casi il trucco è semplice: basta guardare le radici.  L’agronomo Dante Spinelli è stato consulente nell’ultimo decennio per diverse amministrazioni pubbliche e diversi parchi sul territorio brianzolo come il Parco regionale Valle del Lambro o il Parco di Monza. Di professione, Spinelli, si potrebbe chiamare “il dottore degli alberi” che sistematicamente studia i parametri vitali del patrimonio arboreo che viene sottoposto alla sua attenzione per valutarne lo stato di salute e gli interventi di manutenzione eventualmente necessari per migliorarne le condizioni. Sono gli agronomi, per esempio, che per conto dei Comuni mappano il patrimonio arboreo  e indicano dove intervenire e dove, in ultima analisi, tagliare, per garantire condizioni di sicurezza.

albero caduto desio maltempo

ECATOMBE DI ALBERI: L’AGRONOMO DANTE SPINELLI SPIEGA

Facendosi aiutare dalla foto di un grosso esemplare abbattuto dalla furia del vento in Brianza, l’agronomo lo definisce un “esempio di come hanno ceduto prima le radici, sane, del difetto, corteccia inclusa. Il sito di radicazione è ottimale, nessun intervento sbagliato durante la vita di questa pianta”. Cosa è successo allora? “Colpa di una raffica di vento troppo forte, 100 km/h e probabilmente di un terreno troppo impegnato di acqua nei primi strati, con scollamento”. Ma perché allora è capitato di vedere, nelle stesse aree, piante abbattute e piante ancora in piedi, malgrado le condizioni equiparabili? A determinare questo quadro sono state, piega l’esperto,  “raffiche di vento molto concentrate che colpiscono pochi alberi. E’ proprio in questa forma che si è manifestata in tutta la sua violenza la tempesta del giorno 24 luglio intorno alle 21, a differenza di quella che l’ha preceduta nel primo pomeriggio. Questo tipo di fenomeno, non troppo consueto sull’area brianzola, ma in crescita, sia per intensità che per frequenza, determina conseguenze tutte da analizzare per gli agronomi e pone le basi di nuove visioni per quanto riguarda gli interventi di forestazione. Interventi per i quali si rende sempre più necessario un ragionamento sui nuovi eventi atmosferici in Lombardia (e non solo) e sulle specie meno “sensibili” da scegliere, soprattutto nei contesti urbani.

FRONTE METEOROLOGICO: FLAVIO GALBIATI CONFERMA LA TESI

flavio galbiati

Sul fronte meteorologico, poi, si trovano le spiegazioni di questi fenomeni. Flavio Galbiati, esperto brianzolo in questo settore e noto ambientalista, conferma la straordinaria violenza degli eventi delle scorse settimane e spiega che le ragioni sono da ricercare nella “maggior disponibilità di calore e quindi di energia che i fenomeni temporaleschi si trovano a disposizione da tempo. E’ una tendenza che era prevista da anni“. L’evoluzione del clima anche sui nostri territori, stando alla semplice osservazione, evidenzia, dice il meteorologo “temporali più violenti, più sviluppati in altezza, con correnti ascensionali più forti che quindi sorreggono i chicchi di grandine più a lungo, dando loro tempo di crescere in dimensioni, strato dopo strato”.

INDISPENSABILE LA MANUTENZIONE DEGLI ALBERI

benzi maltempo brugherio

Resta indispensabile per gli enti che hanno competenza su aree verdi e alberate una puntuale manutenzione sugli alberi sempre più esposti a eventi atmosferici di intensa portata. Perché laddove il vento non fosse abbastanza violento da sradicare piante con apparati radicali sani, potrebbe comunque spezzare tronchi e rami, soprattutto se sbilanciati da crescite asimmetriche o da uno stato di deperimento.

 

 

 

 

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