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Sindaci preoccupati “sparano” sulla Tratta D Breve di Pedemontana

11 agosto 2023 | 15:05
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Sindaci preoccupati “sparano” sulla Tratta D Breve di Pedemontana

Simone Sironi e Francesco Cereda fanno la conta dei danni e non risparmiano colpi: autostrada inutile, tracciato devastante, compensazioni ridicole.

Ferragosto è alle porte, ma negli uffici dei sindaci del Vimercatese si viaggia a pieno ritmo per studiare il progetto della Tratta D Breve di Pedemontana. E’ arrivato pochi giorni fa, in pieno periodo di ferie. Simone Sironi sindaco di Agrate Brianza e il collega di Vimercate Francesco Cereda squadernano sulla scrivania la mappa dell’autostrada che solcherà i loro territori, la studiano ancora una volta, lo fanno da giorni, assistiti dai tecnici. Sparano a zero su tutto: i tempi, i modi, il tracciato. Si confrontano sui metri quadrati di territorio che dovranno sacrificare, “tu quanti ne perdi?”, “io forse un po’ meno, ma ho lo svincolo”. Come già si sapeva, per i due comuni sarà una strage di verde. 

I DANNI – Agrate e il Bosco della Magana

PEDEMONTANA AGRATE VIMERCATE

Agrate, considerando le aree che verranno espropriate in via definitiva, immola 350mila metri quadrati, “3,5 volte il Parco Aldo Moro, di cui 200mila destinati a sede autostradale“, dice Sironi senza nascondere l’arrabbiatura. A queste si aggiungono 100mila metri quadrati che verranno usati per ragioni di cantiere, “saranno inaccessibili, impraticabili per anni e sappiamo bene che non torneranno mai come prima. Per avere alberi di dimensioni rilevanti su quelle aree bisognerà aspettare 50 anni“. Tra le vittime designate c’è il Bosco della Magana, tra Omate, Burago e Cavenago, “che è pieno di sentieri molto utilizzati, soprattutto per i ciclisti, con alberature di un certo livello e un’attività agricola”. E poi c’è l’area dell’allacciamento a nord dell’A4 “dove non sono neppure state prese in considerazione le tante attività florovivaistiche che raccontano la storia di questi territori”. In corrispondenza dello svincolo, la strada avrà una larghezza di 250 metri, farà scempio del verde e arriverà a 70 metri dalle case di Omate, frazione che pagherà uno dei prezzi più alti. Questi i danni per una striscia d’asfalto di un chilometro e mezzo.

I DANNI – Vimercate

Su Vimercate la D Breve insiste invece per 5 chilometri dei 9 totali e divorerà 350mila metri quadrati di cui l’85% circa appartengono al parco PANE. “Non toccherà verde urbano ma territori campestri – spiega Cereda – che però, soprattutto dopo il Covid, sono diventati molto vissuti e più conosciuti. Basti pensare che da qualche anno riceviamo sollecitazioni di riqualificazione dei sentieri e della cartellonistica dai cittadini. Richieste che fino a qualche anno fa erano impensabili”. Tra le zone più vissute, lungo il tracciato della Tratta D Breve, ci sono quella tra San Maurizio e Ruginello e, poco più in là, quella tra Ruginello e San Nazzaro di Bellusco, oggetto negli ultimi tempi di una riqualificazione e molto usate per il trekking.

L’IRREVERSIBILE SACRIFICIO: IL BOSCO DELLA BRUCIATA

PEDEMONTANA AGRATE VIMERCATE

Senza contare il Bosco della Bruciata, nell’ansa del Molgora. Lambisce Vimercate ma per la verità insiste più su Carnate. Cereda sembra non dare importanza alla questione del confine. L’area che la Tratta D Breve asfalterà, in effetti, non ha senso parcellizzarla a seconda dei Comuni di competenza. Sulla pianta se ne coglie immediatamente il continuum. “Il Bosco della Bruciata è un bene comune -dice il sindaco di Vimercate – è una zona di pregio faunistico e ambientale, immutata da secoli e per questo dotata di speciali caratteristiche del suolo, delle specie arboree, del sottobosco. Poteva essere preservata, invece ci passerà sopra un viadotto. E la trasformazione, per le sue caratteristiche, sarà irreversibile”.

MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE, CHE PRESA IN GIRO!

Insieme al progetto della D Breve e della Greenway, i sindaci del Vimercatese hanno ricevuto le tavole con le opere di mitigazione e compensazione. E’ qui che i due sindaci sparano ad alzo zero. “E’ una presa in giro”, concordano, e Cereda sottolinea: “definiscono compensazione il ripristino delle aree verdi che ci sono già e che verranno compromesse dal cantiere. Che compensazione è? Con alberi che i rendering raffigurano alti e rigogliosi: ci vorranno decenni. Odiosa questa scelta comunicativa di presentare la D Breve come un’opera green”. Tuona Sironi: “qui oggi non c’è un bel niente da compensare, è già tutto verde, bello, fruibile, perfettamente compensato da sè”. E poi, sull’adagio per cui la D Breve, essendo appunto più breve della versione originaria, sarebbe green: “sfatiamo questa sciocchezza. Meno chilometri di autostrada, ok, ma a tre corsie anziché due. Il consumo di suolo resta alto e pesa tutto su di noi“.

VIABILITA’: “L’AUTOSTRADA INUTILE”

Un discorso a sé lo merita la questione trasportistica. Sul piatto c’è lo studio commissionato dalla Provincia di Monza e Brianza che, qualche mese fa, ha evidenziato come la versione D Breve sia inefficace come strumento per alleggerire il traffico. Uno studio che per ora Pedemontana e Regione Lombardia hanno per lo più ignorato. “Il nostro problema sul fronte traffico – dice Sironi di Agrate – è la prassi degli automobilisti di uscire dalla Tangenziale Est ad Agrate per non pagare il casello. Perché questo dovrebbe cambiare? Avremo i danni ambientali senza alcun vantaggio sulla circolazione. Senza contare che il Piano finanziario su cui si è basata Pedemontana, considera volumi di traffico non realistici, lo sanno tutti”. Cereda conferma: “la D Breve non risolve il traffico Est-Oves sul Vimercatese nè il traffico di attraversamento sull’Adda”. E poi ci sarebbe un’alta serie di considerazioni, come per esempio i costi alti che si suppone avrà il pedaggio, deterrente per gli automobilisti.

TEMPO DI OSSERVAZIONI

I privati interessati dagli espropri tremano vedendo sempre più vicina l’ora X. Intanto Sironi, Cereda e i colleghi del Vimercatese (chi non è già in vacanza, magari dall’altra parte del mondo) studiano il progetto e sanno che è una corsa contro il tempo. Regione Lombardia ha ridotto ulteriormente il margine delle osservazioni (60 giorni) chiedendo ai Comuni di presentarle entro il 13 settembre, “significa avere tre settimane in meno”, dice Cereda. Sironi annuncia un incontro pubblico ad Agrate all’inizio del prossimo mese per informare i cittadini e i sindaci coinvolti concordano che le osservazioni dovranno essere coordinate perché siano coerenti l’una con l’altra. Sono ancora tutte la studiare in un lavoro di rete, senza sapere quanto margine di manovra ci sia. Pochissimo, probabilmente.

L’ULTIMO PROIETTILE (DI POLEMICA) SU FDI

Sembrano lontani i tempi in cui lo spauracchio delle Regionali infilò un cuneo nella compattezza di visione del centrodestra su Pedemontana. L’ultimo proiettile (di polemica) lo spara Sironi. “Durante la campagna elettorale per le Regionali alcuni esponenti (anche locali) di un partito ancora oggi in maggioranza in Regione sostenevano che questa variante non fosse da fare e che di alternative ce ne fossero. Ebbene, dove siete? Voi che potete decidere più di altri, dove siete? Parlate solo quando vi conviene”? Il riferimento è plausibilmente a Fratelli d’Italia e a quell’attimo in cui il partito vacillò, con dichiarazioni di apertura a possibili alternative a Pedemontana. Dichiarazioni che vennero rilasciate sia dall’allora coordinatore provinciale Rosario Mancino, sia dal consigliere regionale, oggi presidente del consiglio lombardo, Federico Romani.