Il prof di Brugherio agli europei di Volley: è il coach della nazionale svizzera

Mario Motta ha cresciuto generazioni di ragazzi come insegnante di educazione fisica alle Kennedy. Ma allena anche la nazionale svizzera di Volley che ieri ha perso con l’Italia.
Un giorno a uno dei suoi studenti di educazione fisica alle scuole medie Kennedy di Brugherio, il prof Mario Motta disse: dai un pugno qui. Cercava di spiegargli come usare i muscoli pettorali. “Lui ha sbagliato mira e mi ha rotto una costola”. Quando racconta l’aneddoto il prof, brugherese doc, ride. Anche per questo suo stile cristallino e complice, i suoi allievi lo adorano, malgrado le serie di flessioni che impartisce aggiungendo anche che “dovete dirmi grazie, lo sport fa bene alla salute e allunga la vita”. Chi lo conosce personalmente lo descrive come una persona garbata, gioviale, attenta all’educazione anche personale dei ragazzi. “Ci si divertiva con lui ma era molto serio e preparato. E tirava schiacciate che neanche le vedevi“, racconta un 30enne che lo ebbe come prof. Sì perchè Mario Motta, sulla soglia dei 63 anni con un aspetto da 50enne, non è stato solo il prof di generazioni di giovani. Motta è il coach della nazionale svizzera che ieri, 4 settembre, ha incontrato la “sua” Italia agli europei maschili di volley. Una specie di derby per il brianzolo che ha dovuto incassare la sconfitta. Una delle poche, a guardare il suo curriculum.
IL RE MIDA DEL VOLLEY
Motta in Italia ha sempre avuto il vizio di portare le squadre di pallavolo in serie A. Lo ha fatto più volte, a partire dagli anni ’80 con le giovanili della Gividì, poi con la squadra di Crema tra il 2000 e il 2005, e poi con il Volley Segrate. Come assistente della nazionale italiana seniores ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino e ha allenato Pallavolo Lugano. Anche la qualificazione della nazionale maschile svizzera agli europei è stato un colpo grosso per il coach di Brugherio, un esordio assoluto per la squadra. Seppur con un prezzo da pagare: la rasatura dei capelli a zero a bordo campo per mantenere la scommessa fatta. La goliardia è una componente dominante nella quotidianità del brianzolo, tanto ai massimi livelli dello sport quanto a scuola con le nuove generazioni. Trattare le due categorie allo stesso modo, “ovvero con rispetto”, è la regola d’oro del prof. Che, su un fronte, promuove e valorizza lo spirito agonistico a livelli professionistici e la ricerca del risultato, sull’altro invece ha insegnato l’impegno e la fatica per superare i propri limiti. Lezioni di vita che provano a farsi strada nella modernità dei ragazzi, fatta di maggiore sedentarietà e minori capacità atletiche.