Calcio Monza, Bergamo resta un tabù. Palladino: “Ci siamo arresi, ma la sconfitta ci farà crescere”

Dopo un buon avvio i biancorossi subiscono il veemente ritorno di un’Atalanta troppo superiore sul piano fisico e tecnico. La sconfitta apre qualche riflessione, ma nessun dramma: la salvezza dovrà essere centrata negli scontri diretti.
Cinque reti al passivo lo scorso giugno, tre lo scorso sabato: il Gewiss Stadium di Bergamo si conferma tabù per il Monza di Raffaele Palladino. Se il pirotecnico 5-2 dell’ultimo turno della scorsa stagione si spiega anche con le minori motivazioni di un Monza ormai salvo, questa volta la sfida ha messo in mostra le grandi qualità di una Dea che lotterà per un piazzamento europeo e le caratteristiche di un Monza che dovrà combattere per la salvezza: la sconfitta da un lato non cambia una classifica ancora cortissima, dall’altro evidenzia però alcuni temi sui quali l’allenatore monzese dovrà sicuramente lavorare.
Coraggio e personalità
Aveva chiesto coraggio ai suoi ragazzi Raffaele Palladino. E, per almeno 25’, Pessina e compagni hanno risposto alle richieste del tecnico, gestendo il possesso con personalità e sicurezza e creando anche qualche grattacapo alla difesa orobica con Birindelli e lo stesso capitano monzese. L’atteggiamento propositivo e l’aggressività restano dei “marchi di fabbrica” in casa biancorossa, come si è visto anche contro l’Empoli e – solo a tratti – contro un’avversaria di alta classifica come l’Inter.
Purtroppo, l’inerzia della sfida è cambiata non appena i padroni di casa hanno variato il ritmo. Facendo leva su di un’evidente superiorità fisica (Ruggeri ed Ederson su Birindelli, De Roon, Koopmeiners e lo stesso Ederson su Gagliardini e Pessina), i bergamaschi hanno progressivamente tolto spazio ed aria al Monza, che ha subito prima una rete sfortunate poi un’altra, generata da un errore tattico piuttosto evidente.
Ai biancorossi sono mancate le energie mentali e la personalità per resistere nel momento più delicato del match, con il repentino raddoppio neroazzurro che ha di fatto chiuso la partita. Se l’anno scorso i brianzoli si erano segnalati per la capacità di “restare in partita” anche nelle sfide contro le grandi squadre, in questi primi due match di alta classifica tale elemento è sembrato decisamente più sfumato: qualunque siano le ragioni – organico rinnovato e ringiovanito, perdita di giocatori tecnici e di esperienza – Palladino dovrà sicuramente lavorare sulla testa dei suoi ragazzi.
Conferme e dubbi
Il tecnico del Monza ha confermato Birindelli dal 1’ sulla destra con Ciurria sulla fascia opposta: senza entrare nella valutazione tecnica, sorprende come Kyriakopoulos e Franco Carboni – sostituti designati di Carlos Augusto – abbiano finora avuto pochissimo spazio: l’esterno greco ha disputato da titolare il match di San Siro, mentre l’ex Inter non ha ancora esordito in campionato. Scelte legate alle condizioni fisiche dei calciatori oppure motivazioni tecniche? Si vedrà nel proseguimento del torneo, ma ad oggi è una statistica piuttosto sorprendente.
Nel reparto offensivo, l’arrivo di Colombo potrebbe riportare Mota nel ballottaggio sulla trequarti, nel reparto con più alternative a disposizione del tecnico. Ci sono grandi aspettative sul contributo del giovane brianzolo: sarà lui, con Maric, a dover garantire un significativo contributo in zona gol.
Un’ultima considerazione sulla mediana, dove Pessina e Gagliardini sono i titolari fissi: la fisicità del centrocampo atalantino metterà in difficoltà anche formazioni che ambiscono allo scudetto, ma rispetto allo scorso anno è sembrata mancare – o durare solo 30’ – quella lucidità in regia e in palleggio tracciata da Rovella e/o Sensi. Ora è Pessina che si disimpegna in questo ruolo: a mister Palladino il compito di trovare la miglior soluzione per i giusti equilibri di squadra.
Ora ci sono due settimane per preparare al meglio l’importante scontro diretto contro il Lecce all’U-Power Stadium, previsto per il prossimo 17 settembre: occorre riflettere sulla sconfitta, dimenticare quanto successo lo scorso anno e concentrarsi su di una salvezza da conquistare con una squadra giovane e rinnovata.