Calcio Monza, contro il Lecce un punto e tanti rimpianti

I biancorossi regalano una rete ai salentini, trovano il pareggio con una grande reazione e sfiorano a più riprese il vantaggio. Il risultato finale lascia però l’amaro in bocca: quante occasioni sciupate!
Venticinque tiri totali, di cui sei diretti in porta, sono la fotografia dell’assedio nel quale il Monza ha stretto la difesa leccese. Eppure, negli oltre 100 minuti di battaglia sportiva andata in scena all’U-Power Stadium, i biancorossi sono andati in rete una sola volta, fermati ora da un invalicabile Falcone, ora da un’evidente mancanza di precisione e “cattiveria” al momento della conclusione da parte degli stoccatori monzesi. Inutile nascondere la delusione: dopo aver recuperato l’immediato svantaggio ed aver beneficiato della superiorità numerica per oltre 30’ di gioco, il prezioso successo in chiave salvezza sembrava davvero a portata di mano.
Che reazione
“Una partita perfetta sotto tutti i punti di vista: è chiaro che quando calci venticinque volte in porta vorresti vincere. Per me sono due punti persi”. Nella consueta analisi post-partita Raffaele Palladino ha sottolineato la bontà della prestazione dei suoi ragazzi: se la vittoria è sfumata, è comunque innegabile riconoscere il livello della prestazione di Pessina e compagni, bravi a reagire con carattere e determinazione all’immediato svantaggio. Sul piano del temperamento, dell’intensità, dello sviluppo del gioco, i biancorossi sono parsi nettamente superiori rispetto ad un avversario ostico, guidato da (almeno) due individualità di grande prospettiva (Krstovic e Almqvist) ma penalizzato dall’espulsione di Baschirotto. Il Monza ha costruito tantissimo, dominando l’intera ripresa così come fatto contro l’Empoli, altro avversario in chiave salvezza. A livello individuale, le note più liete sono arrivate da un Colpani sempre più trascinatore (3 reti in campionato, tutte quelle segnate dal Monza!). Il giovane trequartista sta crescendo sul piano della personalità e della continuità nel ritmo gara, e si candida ad essere la sorpresa di questo Monza 2023/2024. “Colpani? Ha un gran talento” ha aggiunto Palladino “può crescere giorno dopo giorno, speriamo arrivi in doppia cifra”. Merita una citazione anche Andrea Carboni: in campo dal 46’ per sostituire un nervoso Pablo Marì, l’ex Cagliari e Venezia si è distinto per il contributo in zona gol. Una rete annullata dalla VAR, un’altra sventata dall’ennesimo riflesso di Falcone. La squalifica di Caldirola costringerà Palladino a modificare la linea difensiva: Carboni sembra davvero pronto per una maglia da titolare.
Che spreco
“Da ex attaccante dico che con il lavoro quotidiano si migliora nel cinismo, ovvio incidono qualità dei calciatori e modo di calciare: ci vuole un pizzico di cattiveria in più”. L’aria di Monza da un lato esalta i riflessi di un Wladimiro Falcone che solo pochi mesi fa si era messo in luce parando un rigore a ChristianGytkjaer, dall’altro appanna i riflessi degli attaccanti monzesi. Tante, troppe le occasioni non concretizzate in un pomeriggio con venticinque tiri verso la porta (contro l’Empoli erano stati venti, con due reti). Mota, Colombo, Carboni, Ciurria e Gagliardini ci hanno provato a più riprese, ma senza risultato. Gli interpreti sotto la lente sono soprattutto gli attaccanti. Colombo si è mosso discretamente, nonostante qualche pausa dal match: lucido in occasione dell’assist a Colpani, sprecone nel calciare a lato il pallone del sorpasso già nel primo tempo, ha comunque dimostrato abnegazione e buoni colpi. Maric è entrato a partita in corso (seconda volta su tre presenze), e non ha avuto modo di mettersi in mostra. Mota si è letteralmente divorato tre occasioni nitide, trovando un ottimo Falcone sulla sua strada. In definitiva, forse il ruolo più critico è proprio quello della prima punta: Palladino ha a disposizione un giovanissimo classe 2002, un esordiente in massima serie come Maric – rientrato solo da quest’anno nei piani della società – e un Mota che rende maggiormente se può partire più dall’esterno: sarà sufficiente una maggiore “cattiveria” sottoporta per centrare la salvezza?