“Bachi” nell’iter per la D Breve di Pedemontana? È la linea di sindaci e legali

Potenza di fuoco sul fronte legale: gli avvocati mettono nero su bianco le criticità.
Pedemontana risponde: “Abbiamo seguito quanto previsto dalla legge”.
Un modello amministrativo virtuoso e non consueto, quello che stanno mettendo a punto i sindaci del Vimercatese interessati dalla tratta D Breve (o variante della tratta D) di Pedemontana. Trasversale rispetto ai colori politici delle singole amministrazioni locali; più libero dalle “alte” segreterie di partito; legato in modo concreto a quello che i sindaci ritengono il bene del territorio. Un territorio, il Vimercatese appunto, che non viene considerato nei suoi confini municipali, ma nella sua più ampia identità ambientale, culturale, sociale. Quella che la Tratta D Breve dovrebbe frantumare, in nome di miglioramenti viabilistici che più enti qualificati hanno bollato come inesistenti.
Questo è emerso nella conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio (22 settembre) a Vimercate, per spiegare il “no” compatto dei Comuni sul cui territorio deve passare l’infrastruttura: Vimercate, Agrate, Carnate, Bellusco, Burago, Caponago, Ornago. Con la partecipazione anche di colleghi di comuni vicini e interessati dai cantieri, come Cavenago.
“Non molleremo di un centimetro”, ha dichiarato Francesco Cereda, sindaco di Vimercate che dovrebbe ospitare circa il 55% del tracciato. Al suo fianco al tavolo dei relatori, anche il collega di Agrate Simone Sironi e il consigliere provinciale di centrosinistra Francesco Facciuto che ha ricordato i passi della Provincia di contrarietà al progetto. Sul piatto, i contenuti del contributo inviato a Regione Lombardia (ma anche agli organi ministeriali) dai comuni, rispetto al progetto di Autostrada Pedemontana Lombarda. Una posizione politica ad ampio raggio che, innanzitutto, esprime completa contrarietà all’opera e poi ne evidenzia le criticità, con un contributo di peso sul fronte normativo del team legale guidato dall’amministrativista Claudia Parise. Farebbe acqua da tutte le parti, insomma, la variante che propone un tracciato più “breve” (ma a più corsie) della Tratta D.

FRONTE POLITICO: LE CRITICITA’ DELLA D BREVE
Sul fronte politico, come illustrato dai sindaci in conferenza stampa, si rileva un lungo elenco di criticità. La tratta D Breve, per la sua incompletezza rispetto ai programmi originari che dovevano portare l’infrastruttura fino a Dalmine, non migliora la viabilità est-ovest, criterio principe con cui fu concepita. Peggiora invece, dicono gli studi commissionati al Pim dalla Provincia MB, la viabilità locale. C’è poi la questione finanziaria, con costi immani che, sottolineò la Corte dei Conti nel 2022, graveranno come un pesante debito sulle future generazioni. Protagonista è il problema ambientale: impatto devastante su uno dei pochi polmoni verdi rimasti in Brianza, a contrasto dell’urbanizzazione altissima e con grossi sforzi dei comuni che hanno investito sulle riqualificazioni dei sentieri. “Un tempo la passeggiata della domenica andavamo a farla a Lecco – ha detto il sindaco di Bellusco Mauro Colombo – oggi abbiamo maggiore consapevolezza del verde e del bello che abbiamo sotto casa”. Cruciale nell’ambito ambientale è il parco PANE che verrebbe solcato, sbancato e frantumato dal tracciato.

LE PREVISIONI SUL FUTURO UTILIZZO
Grandi dubbi anche sulle stime della propensione degli automobilisti a utilizzare effettivamente un’arteria come la D Breve con pedaggi che potrebbero verosimilmente essere cari. “Questa previsione e di conseguenza il piano finanziario si fondano sulla convinzione che noi brianzoli si preferisca spendere molto pur di guadagnare tempo – ha detto Sironi – ma le esperienze e le utenze più basse delle stime su Teem e Brebemi ci dicono il contrario”. Senza contare, hanno concordato i sindaci, che le alternative viabilistiche possibili non sono mai state approfondite, “e non c’è mai stato un confronto con il territorio”. Su questo punto la conferenza stampa è stata l’occasione per l’annuncio d i un piccolo colpo di scena: poche ore prima, è arrivata per il 4 ottobre la convocazione da parte dell’assessore regionale Claudia Terzi dell’incontro con Provincia e Comuni che i sindaci chiedono da due mesi.
LA RELAZIONE DEGLI AVVOCATI
La variante dei Pedemontana che interessa la tratta del Vimercatese avrebbe anche criticità forti sul fronte delle procedure. Così forti che l’avvocato Parise ha dichiarato che tutte le osservazioni avanzate nel parere dei Comuni a Regione potrebbero essere motivi per “avversare decisioni definitive”, leggi: eventuali ricorsi.
I problemi riguardano un inquadramento normativo della variante che potrebbe essere non corretto (anche in relazione agli aggiornamenti normativi), “criticità anche sull’inquadramento giuridico – ha detto la professionista – siamo di fronte a una variante o a un’opera tutta nuova“? In questo secondo caso tutti gli accordi di programma risalenti al 2007 potrebbero non esser più validi e bisognerebbe ricominciare tutto da capo con l’iter. “Basti pensare che quegli atti furono firmati da sindaci diversi da quelli di oggi”, ha ricordato Parise. Terzo grosso fronte è quello della sostenibilità, perché la D Breve è in contrasto sia con quella economica sia soprattutto con quella ambientale. E, in qualche modo, gli stessi protocolli che dovrebbe dare il via all’opera ne evidenziano la “debolezza”. Ha ricordato infatti l’avvocato Parise che l’organo collegiale del governo, composto da ministri, che dovrebbe approvare la variante non si chiama più Cipe, ma Cipess: quella doppia ‘S’ introdotta nel 2021 sta per “sviluppo sostenibile”.
PROSPETTIVE E LOTTE
I passaggi definitivi, stando all’iter, sono quelli che seguiranno alla Conferenza dei servizi prevista a Roma per il 10 ottobre. Nel frattempo tutti gli interessati, in primis il popolo degli espropriati, devono presentare le osservazioni tecniche al progetto di variante. Saranno mesi di lotta, sul fronte istituzionale, ma anche su quello civico. In sala alla conferenza stampa di ieri c’era anche Manuela Meloni del Comitato Ferma Ecomostro D Breve, a sua volta espropriata: “su questa tratta – ha sottolineato – la mobilitazione vede protagonisti non solo e non tanto i gruppi ambientalisti, ma i semplici cittadini. Forse più che altrove, è emerso un legame stretto tra la popolazione del territorio e le sue istituzioni; personalmente ritengo sia un forte segnale di coesione e di senso di appartenenza a un territorio”.

A STRETTO GIRO, L’INTERVENTO DI PEDEMONTANA
Poche ore dopo la conferenza stampa, è stato diffuso un comunicato da Autostrada Pedemontana Lombarda e Concessioni Autostradali Lombarde che, in testa, hanno voluto confermare di aver “condotto l’intero procedimento seguendo quanto previsto dalla legge per il sistema delle infrastrutture strategiche”.
Ha aggiunto il Presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda Luigi Roth: “Il nostro dialogo con i territori e attori interessati dalla Tratta D è stato e sarà costante e puntuale sia nelle sedi istituzionali sia con una nostra partecipazione diretta alle iniziative organizzate dalle singole amministrazioni. Quello dell’incontro continuo e costruttivo riteniamo sia il metodo per garantire la qualità e la sostenibilità del progetto”.
Infine, per conto di CAL l’Amministratore Delegato Gianantonio Arnoldi ha scritto: “Abbiamo convocato la Conferenza dei Servizi alla presenza del Ministero delle Infrastrutture e delle massime autorità, perché riteniamo importante l’approvazione da parte del Cipess della variante alla Tratta D, opera strategica che è stata concepita alla luce della Legge Obiettivo. È un’opera che consente di risparmiare suolo e che – grazie al collegamento con la Teem – rappresenta il percorso migliore, anche sulla base di tutti gli studi fatti in questi anni. Nella realizzazione, cercheremo di tutelare l’ambiente e il territorio lombardo. Saremo comunque presenti all’appuntamento del prossimo 4 ottobre per ascoltare le osservazioni da parte dei Comuni e integrarle, ove possibile, nel progetto.”