Finta adesione di Arcore al Pride: il sindaco Bono chiede a Boa di vedere la mail del mistero

Saranno le indagini informatiche a chiarire cosa sia successo. Per agevolarle, spiega Maurizio Bono, serve la mail originale.
Il giallo della finta adesione al Brianza Pride da parte del Comune di Arcore di centrodestra ha strascichi lunghi. Oggi, 13 settembre, il sindaco Maurizio Bono ha scritto all’organizzatore, Brianza oltre l’arcobaleno (BOA), per confermare il confronto fissato per il 14 settembre ma anche per mettere i puntini sulle “i”.
L’antefatto, ormai noto, è questo: domenica il Boa presenta alla stampa il Brianza Pride della prossima settimana annunciando che anche Arcore ha dato il patrocinio. Notizia rilevante, stando alle cristallizzate logiche di partito, perché il Comune è governato dal centrodestra, con una destra numericamente imponente. L’Amministrazione cade dal pero e in effetti non esiste nessuna delibera di giunta che suffraghi il patrocinio. Nel frattempo però Boa diffonde lo sreenshot di una mail di adesione che arriva in apparenza dal Comune di Arcore, sebbene da un indirizzo anomalo (arcore@herald.cloud), legato al provider che ha in gestione il sistema comunale.
LE PAROLE DEL SINDACO
“Come ho spiegato in aula consigliare – ha scritto Bono a Boa nella mail di oggi – solo nella giornata di lunedì ho appreso dell’esistenza di una mail apparentemente trasmessavi dal Comune di Arcore”. Prima di vederla, diffusa dai giornalisti, la giunta deve avere pensato a una mossa in mala fede di qualcuno del Boa e infatti ha diramato un comunicato duro che accusava gli organizzatori di essere “persone che fanno della menzogna uno stile di vita per un quarto d’ora di pubblicità in più”. Da qui, l’incidente diplomatico con Brianza oltre l’arcobaleno e la pioggia di proteste delle minoranze (anche extraconsiliari) per i toni ritenuti offensivi del comunicato istituzionale.
IL MISTERO DELLA MAIL

Tornando al mistero, Bono ha scritto al Boa che: “Come riferito nel corso del mio intervento in consiglio, ho dato incarico il Funzionario competente di contattare immediatamente la società provider per accertare se: la mail effettivamente è stata trasmessa, se vi è stato un attacco informatico ai sistemi del Comune, oppure se vi è un errore del sistema informatico che trasmette mail senza i relativi provvedimenti”. Aggiunge il sindaco, ribadendolo anche il calce, che “sarebbe utile avere la copia informatica della mail da Voi inviata con la richiesta di patrocinio, della mail da Voi ricevuta da parte del Comune e la seguente risposta riportata nella foto, al fine di permettere all’incaricato di accertare effettivamente cosa è successo. Il risultato di tale accertamento, come detto in Consiglio Comunale, sarà reso immediatamente pubblico e consegnato a tutti i consiglieri comunali ed ovviamente alla sua associazione”.
IL CONFRONTO CON GLI ORGANIZZATORI DEL PRIDE
Una richiesta più che ragionevole, nell’ottica di chiarire un giallo che ha creato grattacapi e “scomodato” anche la stampa nazionale. Oltre ad avere aperto una questione ben più grave: la sicurezza del sistema informatico del Comune che tratta una moltitudine di dati sensibili.
La lettera di Bono si chiude con la conferma dell’appuntamento del 14 settembre alle 12 presso l’ufficio del primo cittadino, con la precisazione che la stampa non è invitata. Il rifermento è al comunicato che il Boa ha diffuso lunedì sera dopo il consiglio comunale in cui sono stati informati i consiglieri. Invitava la stampa a partecipare, ma Bono precisa: “Devo però contestarle che mai abbiamo parlato di convocare una conferenza stampa e mi meraviglio pertanto che lo abbia fatto lei”. E ancora: “Le ribadisco infine che ritengo opportuno, prima di procedere ad effettuare conferenze stampa, accertare la verità dei fatti”.

Una lettera nella quale sembra di ritrovare i consueti toni istituzionali del sindaco Bono dopo quelli insolitamente disinvolti, “a ruota libera”, del comunicato di lunedì. Le scuse per il comunicato di lunedì, invece, non sono arrivate. Prima di qualsiasi mossa, si attende di accertare la verità. E c’è da credere che se emergeranno responsabilità, di sconti non se ne faranno.