“La storia di Peppino Fumagalli”, il docufilm di un’impresa e di un’epoca

7 settembre 2023 | 07:00
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“La storia di Peppino Fumagalli”, il docufilm di un’impresa e di un’epoca
(Da sinistra) Aldo Fumagalli e il regista Finazzer Flory

L’opera, diretta da Massimiliano Finazzer Flory, è stata presentata in anteprima al Teatro Manzoni di Monza. Le immagini e le interviste ci aprono il mondo della Candy, ma anche del Secondo Novecento.

Monza. È una parola semplice di sole sei lettere, eppure è complicato, a volte anche in famiglia, pronunciarla. “Grazie” è stata per decenni parte principale di uno degli slogan più noti degli spot televisivi della Candy, la storica azienda di elettrodomestici con sede a Brugherio, che è stata la prima a produrre in Italia le lavatrici.

“Grazie”, in fondo, è anche la parola che Laura, Lella, Aldo e Beppe Fumagalli, figli di Peppino, hanno voluto dire al proprio padre, alla guida per decenni della Candy, che ha contribuito a rendere una multinazionale riconosciuta in tutto il mondo, attraverso il docufilm  “La storia di Peppino Fumagalli. La Candy, l’impresa e la famiglia”.

storia peppino fumagalli film mbDa sinistra Beppe, Laura, Aldo e Lella Fumagalli con Finazzer Flory

L’opera, firmata e diretta dal regista Massimiliano Finazzer Flory, dopo la presentazione lo scorso 2 settembre al Festival del cinema di Venezia, è stata proiettata in anteprima al Teatro Manzoni di Monza il  5 settembre, proprio nel giorno in cui Peppino Fumagalli, scomparso nel 2015, avrebbe compiuto 95 anni.

UNA STORIA ESEMPLARE

Il docufilm in circa 50 minuti offre un affresco a più voci non solo di una storia imprenditoriale e personale di successo, ma anche di come i valori che l’hanno resa possibile siano inseriti in un contesto sociale e culturale ben più ampio.

E nella vicendevole influenza tra il percorso di una famiglia, frutto della Brianza laboriosa e creativa, e un’epoca, il secondo Novecento, in cui dalle difficoltà sono nate straordinarie opportunità, “La storia di Peppino Fumagalli” descrive un quadro, romantico ed epico, in cui l’innovazione degli elettrodomestici trasforma i consumi e i costumi, soprattutto nella direzione dell’emancipazione delle donne.

peppino fumagalliPeppino Fumagalli

“Il docufilm, che come famiglia ci siamo divertiti a fare, è il segno tangibile della vita di nostro padre” afferma Aldo Fumagalli, alla guida della Candy, insieme al fratello Beppe, fino alla cessione della proprietà al 100% alla multinazionale cinese Haier nel 2018.

“Era figlio della sua epoca e di una realtà impoverita dalla Seconda Guerra Mondiale, ma capace, grazie a valori portati avanti con dedizione ed efficacia, di emergere con idee illuminanti” aggiunge.

UN UOMO D’ALTRI TEMPI

Da Brugherio, dove nel 1961 la Candy, inizialmente specializzata nella produzione di macchine utensili, aprì, non senza indebitarsi, uno stabilimento di grandi dimensioni, a Monza, da Londra a Campione d’Italia, l’opera diretta da Finazzer Flory ripercorre alcune delle tappe fondamentali della vita di Peppino Fumgalli, ultimo dei quattro figli di Eden, fondatore nel 1927 e titolare della ditta Officine Meccaniche Eden Fumagalli (OMEF).

“Papà era una persona schietta, onesta e puntigliosa – ricorda Beppe Fumagalli – non sempre era semplice lavorare con lui, ma alla fine si trovava sempre un equilibrio in relazione anche alla funzione che ognuno aveva nell’azienda”. L’aspetto umano di Peppino, che rispetto ai fratelli Enzo e Niso, capaci di innovazioni tecnico-ingegneristiche, aveva un’anima improntata al marketing e alle sponsorizzazioni, emerge con forza nel docufilm.

“Papà amava vederci andare d’accordo e si sarebbe divertito per quest’opera a lui dedicata – assicurano le figlie, Lella e Laura – era una persona che sapeva ascoltare, risolveva problemi con grande tempestività e non giudicava mai. Con la sua figura fisicamente imponente ha realizzato, insieme alla nostra mamma, la famiglia unita che oggi siamo”.

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IL TERRITORIO

“La storia di Peppino Fumagalli. La Candy, l’impresa e la famiglia” è un condensato di scelte imprenditoriali vincenti, passioni e amore per Monza e la Brianza, luogo d’origine e d’elezione della famiglia Fumagalli.

“Nel docufilm emerge anche la bellezza, non solo paesaggistica, di questo territorio – spiega il regista – anche per questo indagare la storia di Peppino, un capitano d’azienda appartenente alla razza di quelli che mi piace chiamare logici sognatori, è anche spiegare la nostra storia e quella dell’Italia del secondo Novecento in cui imprenditori idealisti hanno creato idee giunte fino a noi”.

E se un’industria come la Candy, per decenni la più grande della Brianza con quasi 5mila dipendenti e oltre mille miliardi di fatturato, è anche un’impresa culturale, il patrimonio umano creato nei decenni resta incancellabile nei cuori e nelle mente delle tante persone del nostro territorio che vi hanno lavorato.

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I LEGAMI

“Il Comune ha competenze limitate rispetto al mondo imprenditoriale, ma lavora tanto con le imprese – spiega Paolo Pilotto, sindaco di Monza – dalla famiglia Fumagalli e da Peppino la Pubblica Amministrazione dovrebbe prendere esempio sul fronte della creatività e dell’efficienza”.

“Siamo orgogliosi di una storia come quella della Candy, resa possibile da chi è stato formato dalle difficoltà della Seconda Guerra Mondiale e ha saputo guardare oltre, investire all’estero, nella pubblicità e nelle sponsorizzazioni” sostiene Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda.

Come ha fatto nella sua vita Peppino Fumagalli, anche il docufilm a lui dedicato potrà dimostrare di saper gettare semi capaci di produrre molti frutti. “Oltre alla diffusione nazionale televisiva, crediamo che quest’opera possa avere uno sviluppo didattico importante, soprattutto rivolto ai giovani – annuncia Finazzer Flory – per questo ci proponiamo di diffonderlo presso le scuole superiori e nelle Università, in primis la Bocconi di Milano”.