L’ex Esselunga di Vimercate non sarà mai centro d’accoglienza profughi gestito dalla prefettura. La notizia dell’ultima ora arriva direttamente dalla società Esselunga, proprietaria dell’immobile. I vertici dell’impero di Caprotti hanno tagliato la testa al toro e pronunciato l’ultima parola. “Possiamo rassicurare i cittadini e il Comitato Spontaneo ex Esselunga di Vimercate – recita un comunicato stampa ufficiale – che l’immobile in via Toti è di proprietà dell’azienda e non sarà mai adibito a centro di accoglienza“. A convincere Esselunga a diramare la nota sono state le notizie apparse negli ultimi giorni sugli organi di stampa, secondo le quali l’edificio di Vimercate in via Toti, precedentemente sede di un supermercato, potrebbe essere adibito a centro di accoglienza. Esselunga ha spiegato di ritenere “doveroso fornire una chiara precisazione al fine di tranquillizzare la cittadinanza”.
IL FRONTE DEI NO
Sembrerebbe chiudersi così il caso più spinoso della vita cittadina delle ultime settimane con una posizione della Prefettura contestata su tutti i fronti: le opposizioni, ma anche il sindaco di Vimercate Francesco Cereda, senza contare il comitato spontaneo che ha avviato sul territorio una raccolta firme per spostare altrove l’ipotetico centro di accoglienza. Alla base della contrarietà diffusa, soprattutto per la linea politica dell’Amministrazione, la convinzione (peraltro spesso suffragata dalle statistiche) che il modello dell’accoglienza diffusa, in piccoli alloggi dislocati nel tessuto urbano, sia molto più efficace per l’integrazione e sicura pe rla collettività. Sulle motivazioni di Esselunga invece non ci sono ulteriori precisazioni, se non quel passaggio che chiama in causa il legame del marchio con la comunità: “Esselunga è sempre stata impegnata nella collaborazione costruttiva con le autorità locali e continuerà a operare nel rispetto degli accordi e delle esigenze della comunità che serviamo“.