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Monza, “Una lucida pazzia”: il romanzo sulla fragilità e la mediazione familiare

27 settembre 2023 | 09:37
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Monza, “Una lucida pazzia”: il romanzo sulla fragilità e la mediazione familiare
Loretta Brusa

L’opera prima di Loretta Brusa, a partire dal nome della protagonista, ha le sue radici nella città di Teodolinda, che però non viene mai citata. La trama parla di dipendenza, lutto e di come sanare i conflitti, soprattutto di coppia.

Monza. Fare i conti con il passato, affrontare una storia di dipendenza sentimentale, sperimentare l’importanza della mediazione familiare, superare le proprie fragilità che a volte ci fanno vivere come dietro a un vetro. Sono molti gli elementi che compongono la trama de “Una lucida pazzia: Quando la vita sembra scorrere dietro a un vetro”, il romanzo d’esordio della monzese Loretta Brusa.

L’opera, pubblicata ad agosto sulla piattaforma di Amazon e ora molto in voga su Kindleunlimited, è ambientata tra Monza e Milano, anche se le due città non sono mai chiaramente citate nelle quasi 200 pagine del romanzo. La protagonista è una donna, Linda, che avrebbe dovuto chiamarsi Teodolinda, avvocato matrimonialista e mediatrice familiare, alle prese con la difficoltà nell’elaborare un lutto e la necessità di fare i conti con il proprio passato e con un presente che la vede dipendente dalla relazione con un suo collega sposato.

L’autrice di “Una lucida pazzia: Quando la vita sembra scorrere dietro a un vetro”, che negli ultimi 10 anni si è specializzata in mediazione familiare e in counseling nella relazione familiare, attraverso una storia di fantasia, ha voluto descrivere sentimenti e situazioni piuttosto comuni nella nostra società. Ma anche accendere i fari sulla mediazione, ancora poco conosciuto come sistema alternativo alla gestione dei conflitti in una separazione.

Brusa romanzo

L’INTERVISTA

Loretta Brusa, prima di raccontarci qualcosa in più della trama del suo primo romanzo, ci spiega da dove nasce l’idea della storia che ha scritto?

Da tre anni seguo un corso di scrittura e ho iniziato a scrivere per piacere. Mi piaceva l’idea di dare forma alla storia di una matrimonialista che nello stesso tempo ha un lato molto fragile. Tenta di nasconderlo al mondo, ma quando non siamo noi stessi e viviamo come dietro a un vetro, è inevitabile che tutto si frantumi all’improvviso e siamo costretti a essere protagonisti della nostra vita.

In “Una lucida pazzia” Monza, anche se non viene mai citata, è la cornice in cui si svolge gran parte della trama. Come mai questa scelta?

Sono nata e cresciuta a Monza, dove vivo con mio marito e due figlie. Ho anche lavorato un po’ di anni a Milano. Entrambe queste città sono ben presenti nel romanzo. La protagonista si chiama Linda, nome scelto dal padre grande ammiratore della regina Teodolinda, ma non potendo chiamarla Teodolinda ha optato per Linda.

Di Monza ci sono alcuni indizi ovvero il grande parco, il palazzo marrone di viale Regina Margherita 11, via Lecco. Linda, inoltre, lavora a Milano senza dire che è Milano, ma ci sono il pave’, una decina km che percorre ogni giorno, le stradine della vecchia Milano.

parco di monza mbnews

LA TRAMA

Nel suo romanzo l’elemento trainante è il mondo interiore della protagonista, spesso messo in un contrasto all’apparenza insanabile anche con il mondo esterno. C’è qualcosa di autobiografico?

Non si tratta di una storia vera, ma ho voluto raccontare come vicende del passato riverberano nel presente e come si possa vivere una separazione, ovvero in maniera distruttiva oppure ricorrendo a strumenti quali la mediazione familiare.

Da dove nasce il tormento di Linda?

Ha un passato doloroso e alla morte dell’ultimo genitore decide di non entrare più nella casa familiare. Nel frattempo per non sentire dolore si frantuma in una relazione con il suo collega avvocato Victor, sposato con tre figli, verso il quale sviluppa una dipendenza.

Inoltre Linda vive un forte dissidio interno perché lei è una matrimonialista e mette le mani nei matrimoni dei clienti, ma a sua volta, nella vita privata, è dall’altra parte della barricata, ovvero è un’amante per di più dipendente.

Brusa romanzo

“Una lucida pazzia” è stato pubblicato da poco e sta avendo un buon riscontro. Quali sono le sue aspettative? Ha in cantiere un secondo romanzo?

Spero che il libro sia letto ed ognuno tragga qualcosa che magari può aiutarlo nella dipendenza, nell’elaborazione del lutto o nella separazione coniugale. Mi piace toccare il cuore delle persone. Se anche solo una parola arriva, sono felice così. Ho già in mente un’altra storia da scrivere, vorrei sondare i meandri dell’amicizia al femminile.