16mila firme per cambiare il calendario scolastico italiano (con la pausa estiva più lunga d’Europa!)

L’organizzazione no profit italiana WeWorld insieme al duo del noto blog Mammedimerda ha lanciato una petizione online per chiedere alla istituzione di ascoltare le esigenze delle famiglie
Questa mattina, martedì 12 settembre, per moltissimi brianzoli è suonata la campanella che ha dato il via al nuovo anno scolastico. Si ritorna sui banchi dopo 3 mesi di vacanza. “Finalmente” si sente sussurrare fuori dei cancelli di molte scuole, dai genitori. Mamme e papà, già esausti ancor prima di iniziare, che in qualche modo, tra centri estivi (a pagamento), baby sitter (a pagamento), e nonni (santi subito!) si sono barcamenati nella gestione di impegni lavorati e bambini da inizio giugno fino a quasi la metà di settembre. Ben 14 settimane di chiusura, come previsto dal calendario scolastico italiano.
“Per affrontare i mesi estivi ho deciso di non lavorare in estate, rinunciando al mio stipendio. Ho 3 figli e i centri estivi hanno un costo proibitivo quindi la perdita è minore se non lavoro io”, questa è una delle testimonianze arrivate a WeWorld, organizzazione no profit italiana che, insieme al duo del blog Mammedimerda (attive sul tema già da diversi anni), ha lanciato la petizione online “Ristudiamo il calendario” per chiedere alle istituzioni di ascoltare la voce delle famiglie.
16 MILA FIRME PER CHIEDERE UN NUOVO CALENDARIO SCOLASTICO
Solo in un giorno sono stati quasi 3mila i genitori che hanno firmato la petizione online per chiedere alle istituzioni di rimodulare il calendario scolastico italiano. Che vanta, secondo quanto si legge nel testo pubblicato dall’organizzazione no profit, ben due primati: ha la pausa estiva più lunga, perché studiato per conciliare con lo stile di vita di una volta, cioè quando i genitori avevano bisogno dei figli per lavorare i campi; è uno dei sistemi più stressanti al mondo: gli eccessivi carichi di lavoro concentrati nello stesso periodo di tempo, infatti, comportano effetti negativi non solo sul rendimento scolastico, ma anche sul benessere psicofisico.

“Oggi intervenire sulla scuola – a partire da una rimodulazione del calendario scolastico perché diventi più attuale e sostenibile – non è più rimandabile perché il peso di questo squilibrio va soprattutto a discapito di bambine e bambini vulnerabili e delle loro famiglie – si legge – La lunghissima pausa scolastica moltiplica le disuguaglianze, favorisce la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambine, bambini e adolescenti e scoraggia la conciliazione di vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti”.
E ancora: “Al ritorno dalle “vacanze”- un periodo in cui non tutti i bambini e le bambine hanno la possibilità di partecipare alle stesse attività ricreative e di socializzazione – la situazione non migliora o, almeno, non ovunque. Il calendario settimanale può infatti variare molto da scuola a scuola, privando migliaia di studenti e studentesse di preziose opportunità educative. Al Sud, meno di 2 studenti e studentesse della scuola primaria su 10 accedono al tempo pieno a scuola. Al Nord sono quasi 5 su 10.”
Cosa viene chiesto dunque alle istituzioni attraverso questa petizione? Due cose: l’apertura delle scuole anche nei mesi di giugno e luglio con attività extrascolastiche e, conseguentemente, rimodulazione delle pause durante l’anno; l’introduzione obbligatoria e generalizzata del tempo pieno dai 3 ai 14 anni in tutte le scuole.
Qui il testo completo della petizione.