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Per lottare contro le zanzare mettiamo a rischio la sopravvivenza delle api: lo studio di ATS Brianza

24 ottobre 2023 | 15:35
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Per lottare contro le zanzare mettiamo a rischio la sopravvivenza delle api: lo studio di ATS Brianza

Nelle province di Lecco e Monza, si stima una popolazione oscillante tra 200 milioni e 1 miliardo di api durante la stagione, con circa 19.600 alveari censiti e 1.300 apicoltori

Brianza. La salute delle api e la qualità del miele in Brianza sono al centro dell’attenzione grazie a un progetto di monitoraggio pilota condotto dall’ATS Brianza. Iniziato nel 2021, il progetto si è concentrato sulle implicazioni dei pesticidi in agricoltura e delle misure per la lotta alle zanzare sulla popolazione delle api.

Il progetto, condotto in quattro stazioni di monitoraggio che coprono un’ampia area, dalla periferia di Monza alla Valsassina, ha rivelato risultati che suscitano un’ampia discussione sulla salute delle api. Il direttore del Dipartimento Veterinario, il dottor Diego Perego, afferma: “Siamo in una situazione da vigilare, ma i dati complessivi sono positivi. La qualità del nostro miele non è a rischio”.

api studio ATS Brianza veterinario Diego Perego

API: INSETTI PREZIOSI PER L’ECOSISTEMA

Le api svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema, poiché la loro attività di impollinazione è fondamentale per la produzione di molti alimenti, tra cui mele, ciliegie, arance e girasoli. Tuttavia, la sindrome da spopolamento degli alveari, come definita dalla Commissione Europea, rappresenta una minaccia da valutare attentamente poiché il declino delle api potrebbe mettere in pericolo l’intera catena alimentare umana. Nelle province di Lecco e Monza, si stima una popolazione oscillante tra 200 milioni e 1 miliardo di api durante la stagione, con circa 19.600 alveari censiti e 1.300 apicoltori

SALVARE LE API: IL PROGETTO PILOTA DI ATS BRIANZA

Il progetto di ATS Brianza, sviluppato in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Lombardia-Emilia Romagnae le associazioni apistiche locali, ha indagato l’impatto dei pesticidi, dei fitofarmaci e dei cambiamenti climatici sulla salute delle api. L’avvelenamento delle api, in aumento negli ultimi decenni, è attribuito all’uso di insetticidi, diserbanti, fungicidi e antiparassitari in agricoltura e all’uso di insetticidi nella lotta alle zanzare in ambiente urbano.

I risultati delle indagini hanno rivelato che il 55% dei campioni conteneva solo il 2,3% delle molecole dei 260 principi attivi cercati, principalmente erbicidi e fungicidi per uso agricolo e civile, con bassa tossicità e quantità limitate. Tuttavia, gli insetticidi ad alta tossicità per le api, come i piretroidi, sono stati rilevati in aumento, in particolare nella zona periurbana di Monza. Questi insetticidi, utilizzati nella lotta alle zanzare, hanno causato la morte di api adulte e di altri impollinatori, come i bombi.

api studio ATS Brianza stazione di monitoraggio

LE SOLUZIONI

Per affrontare questa situazione, ATS Brianza ha avviato il dialogo con le Amministrazioni Comunali per una strategia condivisa di lotta alle zanzare che riduca gli effetti collaterali sulla vita degli insetti.

Un aspetto confortante emerso dal progetto è l’assenza di contaminazione da pesticidi nel miele prodotto dalle api, il che rappresenta una buona notizia per i consumatori. Il miele, prodotto a partire dal nettare raccolto dalle piante, mantiene la sua integrità e salubrità grazie alla capacità naturale delle api di filtrare e neutralizzare la presenza di pesticidi.

“Il progetto di monitoraggio avviato 2 anni fa da ATS Brianza– sottolinea il direttore del Dipartimento Veterinario dottor Diego Perego – si inserisce in un più ampio lavoro da noi svolto per la costante tutela del patrimonio apistico, ed è un primo prezioso strumento scientifico di analisi approfondita dello stato di salute delle api, del loro spopolamento, e dell’impatto che su di loro hanno le evoluzioni del clima, dell’economia, dell’inquinamento. Una cartina di tornasole universale sulla qualità dell’ambiente, le prospettive dell’agricoltura, la qualità della vita umana in territori fortemente antropizzati e sfruttati, ma altresì connotati da pregio paesaggistico e biodiversità. Gli esiti di questo studio, che ha messo in rete autorità sanitaria, ricerca scientifica e operatori, e che è destinato ad avere un seguito con l’intensificazione del monitoraggio nelle 4 stazioni anche per tutto il 2023 – conclude Perego – confermano che il quadro generale è positivo, nell’interesse di addetti ai lavori e consumatori, ma che le dinamiche di un fenomeno ormai planetario non possono essere ignorate”.