Bernate boccia il parco giochi in via Grandi, “meglio il campo da beach volley”

Partecipazione e dibattito sul nuovo progetto di via Grandi nella sede del comitato di frazione Bernate-Boschi. Cittadini entusiasti di poter dire la loro, tra pro e contro.
Serata partecipata e vivace quella organizzata dall’Amministrazione comunale di Arcore con il Comitato di frazione Bernate-Boschiper presentare la proposta di riurbanizzazione di via Grandi arrivata da un operatore. L’intero progetto che richiederebbe una variante al Pgt ha riscosso interesse ma anche qualche pollice verso. Per esempio sull’idea di un parco giochi inclusivo nella porzione di proprietà comunale (lato via Grandi). Più interessante sarebbe qualche piccolo impianto sportivo outdoor, hanno concordato il Comitato, alcuni dei circa 50 presenti, e anche il sindaco Maurizio Bono.

IL PROGETTO DI VIA GRANDI SULLA PARTE PRIVATA
Il parchetto attrezzato per il gioco bimbi è solo una (e la meno rilevante) delle parti di un progetto che si sostituisce al vecchio e contestato Programma integrato d’intervento di via Grandi. Quello, per intenderci, che voleva collocare palazzine private sul lato di via Grandi (pubblico) e una nuova caserma dei carabinieri sul lato di via Gilera (privato). L’operazione avrebbe richiesto una sorta di permuta tra terreni comunali e privati perché le abitazioni, costruite a ridosso di un’arteria trafficata, non sono appetibili sul commercio e richiedono costi extra per interventi di mitigazione. Il concetto è emerso anche ieri sera, chiarito dagli architetti autori del progetto: Barbara Laria e Giorgio motta dello studio TP4 Associati. Per questo, rinunciando alle permute, la proposta del privato colloca sul suo terreno un servizio di ristorazione non meglio precisato e un esercizio commerciale. Le proporzioni di quest’ultimo sarebbero le stesse di Aldi, a grandi linee, con 7-8 metri di altezza, ma sul genere merceologico non c’è ancora nulla di definito. Intorno ai due edifici, parcheggi di servizio.

IL PROGETTO DI VIA GRANDI SULLA PARTE COMUNALE
Sul lato comunale, quello verde, l’idea era quella di un parco giochi e di un piccolo edificio polifunzionale oltre che di piccoli collegamenti ciclabili tra il comparto e il resto del quartiere. “L’edificio sarebbe ideale per una serie di attività e per la gestione di piccoli impianti da realizzare sul verde – ha detto Giulio Riboli del comitato presieduto da Ivan Puleo – come un campetto in sabbia da beach volley, uno di basket o destinazioni simili”. L’idea, arrivata anche da qualche cittadino presente, risponderebbe alla carenza di spazi sportivi sul territorio, peggiorata dal fatto, ha detto il comitato, che quelli esistenti sono spesso monopolizzati dalle attività delle società sportive.

LE CRITICITA’ EVIDENZIATE: LA VIABILITA’
Tra le criticità evidenziate, non solo la presunta inutilità del parco giochi (“il calo demografico e l’abbondanza di parchi pubblici mi lasciano dubbi su questa idea”, ha detto il sindaco Maurizio Bono) ma anche la viabilità. “Le vie intorno a questo quartiere – hanno concordato alcuni residenti – sono già compromesse dai tempi lunghi del passaggio a livello di via Grandi, con code che si allungano nelle ore di punta. Anche la viabilità da Usmate verso Arcore, in corrispondenza del semaforo, è sempre bloccata. Gli esercizi commerciali ci preoccupano e non siamo certi che la rotonda prevista dal disegno consenta le manovre dei tir che passano di qui diretti alla zona della Dalmine”. Su questo punto gli architetti hanno garantito che un adeguato studio della viabilità sarà condizione indispensabile per ottenere i permessi: “non è interesse nemmeno dell’operatore commerciale che dovesse insediarsi una viabilità che non funziona, perché le persone non verrebbero più”.
DAL PUBBLICO LA RICHIESTA DI UN PROGETTO DI MAGGIOR INTERESSE
Nel complesso il pubblico ha auspicato uno sforzo in più dei progettisti della proprietà sulle parti di interesse collettivo e non è mancato nemmeno chi ha contestato una variante puntuale al Pgt, quando alle porte c’è una variante generale. Luca Monguzzi, consigliere di opposizione, ha detto: “l’Amministrazione ci ha promesso un nuovo Pgt basato sulla partecipazione e condivisione delle linee. Quando andremo a definirle, questo progetto privato potrebbe non esservi allineato“. Da parte sua la proprietà non ha fatto segreto del suo interesse a ridurre i tempi (la variante generale richiederebbe due anni) perché l’interesse del privato a mettere a frutto una risorsa sua è legittimo e ragionevole.
UN BUON ESEMPIO DI PARTECIPAZIONE (IN ATTESA DEI RISULTATI)
L’assemblea, cui hanno partecipato anche consiglieri comunali (di diverse aree) e l’assessore di competenza Lorenzo Belotti, si è chiusa con l’accordo tra sindaco e progettisti a fissare un nuovo incontro per provare a integrare il progetto con gli input arrivati dai cittadini. Nel complesso la serata si è rivelata un positivo esempio di confronto tra parte politica, privato e cittadinanza. D’altronde, quel tassello di confine del territorio di Bernate, è ormai noto come un “laboratorio di partecipazione civica” sul quale si è infranto sia il progetto del Bitumificio Doneda (terreno confinante) sia quello della caserma. Entrambi con l’intervento di agguerriti comitati cittadini e con strascichi in tribunale. Bono ha parlato chiaro: “solo se si fanno le cose condivise, poi i progetti volano”.