Fermati due sospetti Jihadisti, arrestato monzese: “Aveva giurato fedeltà all’Isis”

Oggi, in un’operazione coordinata dalla Procura di Milano e condotta dalla Polizia di Stato, sono stati arrestati due individui di origine egiziana, di 44 e 49 anni, uno dei quali residente a Monza
Uno residente a Monza, l’altro a Sesto: avevano giurato fedeltà allo stato islamico. Oggi, in un’operazione coordinata dalla Procura di Milano e condotta dalla Polizia di Stato, sono stati arrestati due individuidi origine egiziana, di 44 e 49 anni, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. Le manette sono scattate in seguito a una complessa attività d’indagine che ha coinvolto la D.I.G.O.S. di Milano – Sezione Antiterrorismo, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e il Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.

I GRUPPI SOCIAL, IL MATERIALE VIOLENTO
L’indagine, avviata nell’agosto del 2021, si è concentrata sui due indagati, entrambi individuati per la loro presenza su gruppi WhatsApp di matrice jihadista associati allo “Stato Islamico”. Gli investigatori hanno identificato una serie di comportamenti sospetti online, tra cui: la diffusione di materiale violento, la presenza su social media Jihadisti, la partecipazione a gruppi Telegram e WhatsApp. Gli indagati avrebbero inoltre effettuato versamenti di denaro a favore di persone collocate in Yemen e Palestina, in presunto supporto alle attività terroristiche. Avrebbero anche praticato l’indottrinamento religioso, specialmente con i propri figli minori.

IL GIURAMENTO SUL PRFILO SOCIAL
Un ulteriore elemento che ha aggravato il quadro probatorio è stato un giuramento di fedeltà allo Stato Islamico pubblicato su uno dei profili Facebook di uno degli indagati nel maggio 2022. Si è anche scoperto che gli arrestati avevano competenze nell’uso delle armi e avevano offerto consulenza a chiunque volesse imparare a utilizzarle. Inoltre, è stato identificato un profilo Facebook con minacce dirette a cariche istituzionali italiane.
