“Mi sono assunto la responsabilità della mia candidatura, indipendentemente dal sostegno di partiti e forze politiche, tanto più me la assumo quindi del risultato”. Ha esordito così Marco Cappato dal suo comitato elettorale in via Santo Stefano a Vedano, dove ha seguito lo spoglio insieme al suo nutrito staff. Chiuso nell’ufficio fin dal primo pomeriggio ha annunciato che sarebbe uscito, per commentare, solo a risultati certi. Intorno alle 16 ha preso una boccata d’aria in strada e chiacchierato con Paolo Piffer, politico monzese dal quale ha avuto un appoggio per queste suppletive. Poi è tornato al suo pc mentre la forbice tra i suoi voti e quelli dell’avversario di centrodestra Adriano Galliani si allargava dai mille voti circa fino al risultato finale.
“Ringrazio quelle 522 persone che hanno lavorato da volontari in questa campagna – ha detto poi – 1622 finanziatori, perché grazie a voi perché abbiamo consentito a questa campagna di diventare una campagna che parlava di qualcosa e proponeva obiettivi e non solo la conta dei rapporti di forza tra i partiti”. Pur nella sconfitta, il candidato ha sostenuto che l’esperienza è stata di grande importanza per poter portare avanti le battaglie sulle tematiche di cui lo schieramento ha provato a parlare durante la campagna, sui diritti civili, il sociale, le politiche ambientali: “Quando abbiamo affrontato la sfida, conoscevano le condizioni di contesto, per questo non usciamo battuti ma usciamo più forti per le sfide che abbiamo davanti. Importante non perdersi d’animo. Non disperdiamo le energie che ci servono per portare avanti l’impegno per nuove conquiste di libertà, per la qualità della vita e per la qualità della democrazia”. Riferimenti al congresso dell’associazione Luca Coscioni: “non abbiamo avuto bisogno di essere in Parlamento per cambiare legge sulla fecondazione assistita e quella del fine vita e non ne avremo bisogno per questa battaglia che vinceremo”.
commenta