Nel laboratorio di Claudio Fociani, il restauratore che ha collaborato al ripristino de “L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci

MBNews è tornato in via Volta 26 a Briosco per intervistare il famoso restauratore che il 3 ottobre scorso ha ricevuto il premio “Beato Talamoni”: una carriera lunga 70 anni. Ce l’ha raccontata così
Briosco. Se dovessimo scegliere una parola per descrivere Claudio Fociani, il restauratore brioschese che lo scorso 3 ottobre ha ricevuto la prestigiosa medaglia del Premio “Beato Talamoni”, è “modestia”. Un curriculum lungo 70 anni sul quale sono segnati restauri di un certo livello e nomi di opere conosciute in tutto il mondo e che hanno lasciato il segno nella storia dell’arte. Eppure, quando gli chiediamo di posare per noi mostrando bene il premio, sul suo volto si crea un velo di imbarazzo. Le sue mani sono arrivate sulle opere della Certosa di Pavia, del battistero del Bramante, della Basilica di S. Ambrogio, della Pinacoteca di Brera e anche del ‘nostro’ Duomo di Monza. Ma il nome di Claudio Fociani diventa davvero celebre nel mondo dell’arte grazie alla sua partecipazione al restauro di una delle più importanti opere artistiche di tutti i tempi: “Il Cenacolo” di Leonardo da Vinci, al quale ha lavorato dal 1977 al 1981.

Noi di MBNews siamo tornati nel suo laboratorio, in via volta 26 a Briosco, per la seconda volta, in compagnia del sindaco di Briosco, Antonio Verbicaro e agli assessori Antonella Casati e Massimiliano Bello. Siamo tornati, dunque, in quella fucina di arte e cultura che si respira ad ogni angolo. La prima risale al 22 febbraio 2021 quando le sue mani avevano ridato vita alla “Processione di Capriano”, un’opera scultorea risalente agli anni ’20 del ‘900 e ritrovata – per caso – da Rienzi Allegri, Presidente della Scuola dell’Infanzia Fratelli Casanova di Capriano di Briosco.
“Con Claudio Fociani, il nostro Comune è arrivato a quota cinque premi “Beato Talamoni” consegnati, e una Rosa Camuna – commenta Verbicaro – il nostro territorio è ricco di talenti e personaggi davvero interessanti che con il loro lavoro e la loro arte sono riusciti a lasciare il segno e a portare il nome di Briosco oltre i confini comunali. Inutile dire che siamo orgogliosi, ma il merito non va a noi ma a loro. Noi ci siamo solo limitati a fare i loro nomi e portarli all’attenzione della commissione”.
CLAUDIO FOCIANI, UNA VITA DEDICATA ALL’ARTE E AL RESTAURO
La sua è una carriera iniziata a 16 anni, come garzone di bottega e poi andata avanti con successo fino all’età della pensione. Le sue mani hanno toccato affreschi seicenteschi e dipinti dei più celebri artisti di tutti i tempi e sentirlo ricordare i suoi lavori più importanti è come, in un certo senso, fare un ripasso o un corso accelerato di arte. Alla domanda, qual’è il restauro che più di tutti porta nel cuore?, Claudio Fociani fatica a trovare un’unica risposta: “Sicuramente il Duomo di Monza, lavoro molto interessante e molto bello con tutte le opere di Stefano Danedi, detto il Montalto, Isidoro Bianchi nella volta ed Ettore Procaccini sulla sinistra e Carlo Cane nel coro. Ricordo poi il restauro dell’affresco “Concerto degli Angeli” rappresentato sulla cupola del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno – racconta – opera del 1535 di Gaudenzio Ferrari. Tra i più importanti restauri che ho fatto c’è anche la Certosa di Pavia, lì ho fatto tantissimi lavori: il piazzale, l’atrio, l’ingresso, la facciata estera, diverse cappelle, un’infinità di quadri e affreschi”.
Maneggiare e lavorare opere così importanti fa sognare chi lo ascolta parlarne, ma una domanda ci viene spontanea: mai una volta le sono tremate le mani? “Sempre, il lavoro del restauratore è un po’ come quello del chirurgo: se il paziente muore per cause naturali è un conto, ma se muore per errore del medico tutta un’altra storia. Oggi questo lavoro è molto diverso da quello che ho svolto io – ci spiega -una volta il restauratore faceva tutto, oggi invece chi fa questo mestiere sceglie una specialità e quella è. La parte più difficile è, per esempio, lo strappo di un affresco: li un errore può compromettere tutta l’opera”
IL CENACOLO DI LEONARDO DA VINCI: IL RESTAURO DURATO 20 ANNI
Non basterebbe davvero un solo articolo per raccontare di tutti i lavori svolti da Claudio Fociani in 70 anni di carriera. Se proprio dobbiamo citarne altri due su tutti, la scelta è quasi obbligata: l’importante restauro del Il Cenacolo, capolavoro realizzato a Milano da Leonardo Da Vinci nel convento di Santa Maria delle Grazie, durato diversi anni. Iniziato nel 1977 e finito nel 1999: “io ci ho lavorato fino all’81 come collaboratore della nota restauratrice Giuseppina Brambilla“. Ma nel curriculum vitae del brioschese emerge un altro lavoro durato più di 30 anni: il completo restauro di Villa Torretta a Sesto San Giovanni: qui furono strappati circa 170 metri quadrati di pitture murali, che erano rimaste praticamente a cielo aperto, riportate su supporto tessile e messe in salvo.
UNA SERATA EVENTO PER CONOSCERE CLAUDIO FOCIANI: ECCO QUANDO
Di storie da raccontare Claudio Fociani ne avrebbe a non finire, ecco perché l’amministrazione Comunale di Briosco ha deciso di organizzare per il prossimo 26 ottobre, alla Baita degli Alpini di Capriano di Briosco, una serata evento aperta tutti durante la quale il restauratore mostrerà e parlerà della sua lunga carriera.