Il desiderio di Bodhan si realizza, il profugo ucraino trova un compagno per giocare a scacchi

Dopo l’appello lanciato attraverso Mbnews, l’anziano ucraino ospitato a Desio ha trovato qualcuno con cui condividere la sua passione: è Samuele Tagliabue, insegnante del liceo Majorana. I due hanno finalmente giocato insieme a scacchi. E lo faranno di nuovo.
Quando una partita a scacchi diventa un segno di amicizia e solidarietà. Samuele Tagliabue, insegnante seregnese del liceo Majorana di Desio e appassionato di scacchi, ha risposto all’appello lanciato lo scorso dicembre da Bohdan, ucraino di 74 anni, attraverso Mbnews. E si è presentato nel centro di accoglienza in cui l’anziano vive da un anno e mezzo, per una partita a scacchi. Proprio come Bohdan desiderava. Giunto in Italia con la figlia e i nipoti dopo lo scoppio della guerra, il 74enne cercava un compagno di scacchi per trascorrere del tempo e sentirsi meno solo. In Ucraina era il suo passatempo preferito: frequentava il circolo del suo paese e condivideva la sua passione con gli amici. Con lo scoppio della guerra, tutto è cambiato. Bohdan ha lasciato il suo Paese insieme ai parenti ed è arrivato in Italia, a Desio, dove è stato accolto in un centro gestito dal Consorzio Comunità Brianza. Attraverso il nostro giornale, mesi fa, ha lanciato il suo appello. Dopo varie vicissitudini, finalmente il suo desiderio è stato esaudito.

L’incontro
“Grazie a un collega che mi segnalò l’articolo – spiega Samuele Tagliabue – risposi all’appello e quando con le educatrici del Consorzio Comunità Brianza organizzammo un incontro in primavera, lui si ammalò agli occhi e dovette operarsi. Solo ora sono riuscito a passare a trovarlo per conoscerlo”. I due si sono subito trovati, nonostante la difficoltà a comunicare, dato che l’anziano parla poco l’italiano e non parla l’ inglese. “Appena entrato in casa, neanche il tempo di presentarmi e di fargli qualche domanda che mi ha piazzato davanti una scacchiera e mi ha indicato un tavolo. La sua scacchiera è piccola, quasi da bambini. Penso che sia tra le pochissime cose che si è portato dietro quando ha lasciato il suo Paese”.
La partita e la promessa di tornare
L’esperienza è stata intensa. “ Mi ha commosso molto stare lì a giocare con lui. Ho ripensato al grande movimento di volontari che a Seregno si creò per accogliere chi fuggiva dalla guerra, a chi è tornato a casa, a chi è ancora qui ma non vede l’ora di tornare, a quelle situazioni complicate che permangono oltre il tempo dell’emergenza”. Bodhan e Samuele non hanno parlato della guerra: sono rimasti concentrati sulla scacchiera. “La prima partita è finita in parità. La seconda l’ho spuntata io . Ciò comporta che attraverso Maria, sua figlia che ci ha fatto da interprete, Bohdan mi ha obbligato a tornare a trovarlo per dargli la rivincita. Lo farò con piacere”.
Piccoli ma importanti gesti
Quello di Samuele è stato un gesto semplice, ma importante per l’anziano ucraino, che ha potuto vivere un momento di serenità, come quando giocava con gli amici nel suo paese. I nipoti hanno iniziato ad andare a scuola a Desio, la figlia ha trovato lavoro. Lui invece è, di fatto, solo. Non sa l’italiano né l’inglese. “A volte basta poco – afferma Samuele Tagliabue – Non servono gesti eroici.Mi auguro che altre persone possano dedicare del tempo a Bodhan e anche agli altri profughi, per farli sentire meno soli”.