Monza

Impianti sportivi al Parco di Monza: per il Comitato “sono una maledizione”

Lo sostengono Bianca Montrasio e Roberto D’Achille, portavoce del Comitato per il Parco A.Cederna - La villa Reale è anche mia, riferendosi alla possibilità di una riqualificazione della pista da hockey dentro il Parco di Monza.

- Foto d'Archivio

Monza. “Occorre una volta per tutte, definitivamente liberare Villa e Parco di Monza dalla ancora incombente maledizione degli impianti sportivi“. Non ci sono giri di parole nelle affermazioni di Bianca Montrasio e Roberto D’Achille, portavoce del Comitato per il Parco A.Cederna – La villa Reale è anche mia, che con una lunga nota stampa motivano la loro contrarietà alla presenza di impianti sportivi all’interno del polmone verde della Brianza.

Occasione per ribadire il concetto, la recente proposta avanza dal mondo della rotellistica di restaurare l’impianto dell’hockey negli stessi spazi dei Giardini Reali, motivandola con le glorie passate di Monza in questo sport. Glorie vere: c’è infatti un passato glorioso all’interno del Parco di Monza e scorre sui pattini a rotelle. Non molti sono al corrente che la città brianzola a partire dagli anni Trenta del secolo scorso era un punto di riferimento importante per la rotellistica. Nacque qui nel 1933, da una iniziativa di Luigi Kullmann, Mario Massironi, Massimo Colombo e altri giovani monzesi, l’Hockey Club Skating Monza.

Le parole del Comitato

“Tra i progetti del Master Plan della Villa Reale e Parco di Monza meritevoli di un giudizio positivo vi è la ri-naturalizzazione dell’area nei Giardini Reali attualmente occupata dai ruderi della pista di hockey. Questo progetto va infatti nella direzione giusta sia nell’ottica del restauro del complesso monumentale, sia in una visione planetaria. Riprenderebbe, infatti, il percorso di rinascita del monumento iniziato con l’eliminazione dell’ippodromo, che ha consentito il recupero del quadro paesaggistico del Mirabello e del Viale dei Carpini, che di nuovo collega le ville duriniane. Nello stesso tempo allineerebbe gli interventi di restauro del monumento con i dettami del New Generation Eu, del Green Deal europeo e dell’Agenda 30 dell’ONU, finalizzati al risanamento ambientale e a una più giusta convivenza umana – commenta il Comitato. – Mentre condividiamo queste motivazioni, e l’opportunità di dotare di nuovo Monza di un impianto di totellistica capace di ospitare manifestazioni nazionali e internazionali nel campo della rotellistica, siamo assolutamente contrari a un rifacimento dell’impianto nello spazio storico dei Giardini Reali”.

Comitato A. Cederna contro gli impianti sportivi al Parco: le motivazioni

Per Montasio e D’Achille non c’è solo la pista da hockey tra i mali all’interno del Parco. “dall’ippodromo, al cosiddetto anello di alta velocità –  un ecomostro rifiutato dai piloti e fallito due volte, che deturpa una vasta parte del Parco particolarmente pregiata – alla piscina, alla pista di hockey. E dal salvataggio del tennis, un impianto tanto sottodimensionato quanto devastante. E dalla inadeguatezza del golf“.

“Occorre prendere coscienza – chiosa il comitato – dell’assoluta incompatibilità di quella che fu l’Imperial Regia Villa e Parco di Monza, di eccezionale rilievo storico italiano ed europeo, opera di architetti e paesaggisti del calibro di Giuseppe Piermarini e Luigi Canonica, e impianti sportivi che richiedono spazi dedicati e flessibili secondo le esigenze e le mutazioni di sport di vasto e impatto”.

La controproposta

Secondo il Comitato bisogna procedere lungo due direzioni: da una parte proseguire con il restauro del complesso monumentale, con la ri-naturalizzazione delle aree occupate dai ruderi dei vecchi impianti (anello di alta velocità, piscina, hockey), l’allontanamento del tennis, la riconduzione del golf al disegno paesaggistico originario; dall’altra inserire nel PGT un piano specifico degli impianti sportivi cittadini di lungo respiro, con particolare riferimento alla rotellistica, al tennis, al nuoto. Un piano basato sul recupero di aree dismesse e di virtuosi e proficui paternariati pubblico-privato.

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