Lo scontro

Lombarda Petroli, il Fallimento boccia la proposta del Comune: “Assurda la destinazione ad uso agricolo”

L'ultima proposta avanzata dalla Giunta è stata respinta dalla curatela del fallimento che ritiene impraticabile l'idea di destinare un terzo dell'area della ex raffineria ad uso agricolo. Il 19 l'udienza in appello davanti al Consiglio di Stato ma per la sentenza bisognerà aspettare.

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È tornato caldo in queste ultime settimane il dibattito sull’annosa vicenda Lombarda Petroli. L’ultima proposta avanzata dalla Giunta per trovare un accordo con la curatela del fallimento dell’ex raffineria non ha trovato il successo sperato, scontrandosi con il parere negativo dei tecnici della curatela oltre che con le critiche  delle opposizioni.

La proposta in oggetto, presentata in conferenza stampa dal sindaco Luca Ornago e dall’assessore Carlo Sormani nell’ambito della variante del Pgt, prevede un ampliamento di circa 10mila mq della superficie di concentrazione fondiaria e di cambiare la destinazione delle aree standard a verde pubblico (circa 50mila mq nell’ultima proposta) in aree agricole, e quindi sfruttabili economicamente, ipotizzando la realizzazione di un parco fotovoltaico. Ipotesi avversata, già dopo una prima valutazione tecnica, dalla curatela.

“Questa idea di prevedere oltre 50mila metri di destinazione agricola su una ex raffineria inquinata non ha alcun senso – ha dichiarato l’avvocato Umberto Grella, legale del fallimento . “La precedente proposta del Comune, che poi il Tar ha annullato portando l’Amministrazione all’udienza in appello al Consiglio di Stato del 19 ottobre, era di un’area standard di 90mila mq. Noi avevamo proposto, senza successo, di ridurre la zona di verde pubblico a 37mila metri quadri più altri 22mila dell’altro lotto per un totale di quasi 60mila. Noi non stiamo chiedendo un metro in più di edificabilità, stiamo chiedendo gli stessi metri quadri di prima che però non potevamo fisicamente collocare perchè il lotto è di 151mila metri e loro ne volevano 90mila di area verde standard, una cosa folle. Ci hanno fatto perdere cinque anni di cause. Non si riusciranno mai a fare 50mila mq di agricolo, l’Arpa non darà mai l’autorizzazione perchè guarda all’uso agricolo coltivabile”.

Il commento del tecnico

“L’ultima proposta del comune, dal punto di vista sostanziale non risolve il problema che noi abbiamo posto – ha dichiarato l’architetto Giorgio Ponti, consulente tecnico della procedura fallimentare. “Perchè il problema di carattere tecnico che noi abbiamo posto è: abbiamo a disposizione, sommando le volumetrie concesse dalla scheda urbanistica del piano e quelle della rigenerazione urbana per le leggi regionali, circa 81mila metri quadrati. Se ci date un’area anche di 100mila metri quadrati, come nell’ultima proposta dove hanno aggiunto una piccola fettina di 10mila metri quadrati di superfice fondiaria, anche un non tecnico capisce che il progetto non è fattibile. Se io devo fare dei capannoni che sono destinati prevalentemente alla logistica, l’unica cosa che si vende in questo momento, la logistica chiede capannoni che abbiano un piano solo, con altezze che possono arrivare anche fino a 30 metri. Se io ho 100mila metri quadrati e devo realizzare capannoni per 80mila, in più devo metterci 20mila metri quadrati di parcheggi secondo l’articolo 45 del piano dei servizi che impone che ci sia una cessione di standard anche all’interno dell area edificabile, come faccio a starci?”.

“Andare a occupare tutta l’area crea due tipi di problemi: primo non ho aree di manovra esterna (quando entrano i mezzi hanno bisogno di spazio su cui girare, spesso appoggiano container all’aperto). Secondo, anche per un semplice capannone industriale sarebbe necessario avere almeno il 40% di superfice esterna. In più non sarebbe opportuno addossare troppo capannoni alti trenta metri alla Cascina del sole, dove ci sono gia degli insediamenti. Nel mio piano volumetrico abbiamo arretrato i capannoni di molto rispetto alla Cascina e questo è stato detto all’Amministrazione nel corso degli ultimi incontri. Devono prendere atto di tutti questi dati tecnici, che non hanno nulla di politico, è solo una questione di buon senso, e a questo punto ridimensionare le previsioni quanto all’area agricola. Loro vogliono garantire un corridoio ecologico che passi da sud a nord. Noi proponiamo di ridimensionare tale corridoio a 37mila mq che aggiungendosi a quelli delle aree già comunali, porterebbero a un totale di circa 60mila, più che sufficenti. Oltretutto l’area va tutta bonificata, con una bonifica anche piuttosto costosa, intensa e lunga (circa tre anni), si tratta di un’ex raffineria. La proposta di una così ampia area agricola, oltre a porre specifici problemi quanto ai costi della della bonifica pone un problema di commerciabilità”.

La curatela del fallimento attende comunque a questo punto la decisione del Consiglio di Stato prevista per fine anno. È dunque probabile, dati i forti contrasti, che la trattativa si svilupperà con la nuova Amministrazione dopo le elezioni comunali 2024.

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