Arrestato a Monza per terrorismo: irruzione nell’appartamento di San Rocco – VIDEO

18 ottobre 2023 | 15:44
Share0

Il pubblico ministero ha spiegato: “Abbiamo trovato video raccapriccianti con bambini che sparano a dei prigionieri a cui viene fatto dire che appartenevano alla polizia siriana”

Nelle abitazioni di Monza e Sesto San Giovanni, gli agenti della Digos sono entrati a volto coperto, all’alba, pronti per far scattare le manette ai polsi di un 49enne egiziano accusato, assieme ad un connazionale naturalizzato in Italia, di essere due presunti terroristi. In quella casa nel cuore del quartiere San Rocco, viveva con la moglie e i loro 4 figli, indottrinati alle “regole” dell’Isis. Di giorno una vita da piccolo imprenditore, la sera seguace dello Stato Islamico.

La Digos di Milano, guidata da Daniele Calenda, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni, ritiene che i due si siano associati al gruppo terroristico a cui avrebbero giurato fedeltà.

arresto monza terrorismo

Il pubblico ministero ha spiegato: “Abbiamo trovato video raccapriccianti con bambini che sparano a dei prigionieri a cui viene fatto dire che appartenevano alla polizia siriana. Ci sono tantissimi video di bambini che venivano educati alla violenza e all’uso di armi, anche da guerra”.

E sul web avrebbero alimentato il loro “credo”, iscritti a gruppi Telegram e  Whatsapp con centinaia di iscritti. Il 49enne, residente da qualche tempo nel comune brianzolo, avrebbe pubblicato il giuramento con il suo profilo social allo Stato Islamico su Facebook. L’indagine ha confermato la centralità del cyberspazio e dei circuiti mediatici internazionali, nella diffusione del messaggio jihadista finalizzato al proselitismo ed all’esaltazione delle azioni terroristiche da parte dell’organizzazione a cui hanno aderito gli indagati.

E poi ancora i copiosi versamenti di denaro, circa 4mila euro, disposti a favore di nominativi stanziati in Yemen e Palestina. “Nelle chat alcuni passaggi contro gli ebrei, dal tono offensivo e pesantemente minaccioso” ha spiegato Marcello Viola, procuratore capo di Milano.