Arcore: crisi macellerie sotto la grande distribuzione

La storica Supermacelleria Ratti non ha più riaperto, dipendenti in uscita, e spettro chiusura anche per Agrate Carni, a poche centinaia di metri.
Crisi macellerie ad Arcore: in poche centinaia di metri una chiusa e l’altra a rischio. I dipendenti della supermacelleria Ratti di via Beretta ad Arcore stanno mandando avanti le pratiche per la chiusura del rapporto di lavoro. Li stanno assistendo i sindacalisti della Cgil di Lecco, dove formalmente ha sede l’attività commerciale, per la precisione a Oggiono. E mentre sfuma l’ipotesi nella quale hanno provato a sperare i sei dipendenti di riaprire il negozio, un’altra macelleria mostra segni di crisi con voci di chiusura che circolano da giorni: l’Agrate Carni di viale Monte Rosa. Qui a insospettire i clienti, sono stati gli scaffali deserti dell’ultima settimana e indiscrezioni vorrebbero l’attività prossima alla chiusura. Quanto meno nelle modalità e categorie merceologiche attuali. I clienti varcano ancora la soglia del market, soprattutto per piccoli acquisti alimentari e per la carne, appunto, ma il banco ha una scelta molto limitata, la maggior parte delle vetrine frigorifere sono vuote e, sugli scaffali degli alimentari confezionati, interi settori sono deserti, con bottiglie piazzate in primo piano a compensare il vuoto che impera già dalla seconda linea. Zero assoluto nel settore ortaggi.
L’evoluzione della situazione è incerta: “Non abbiamo nulla da dire – ha commentato un responsabile sul posto, nel pomeriggio di oggi, 22 novembre – non intendiamo vendere quindi non siamo interessati a comparire sui giornali”. La prospettiva della chiusura è concreta ma non ufficiale. I dipendenti sono rimasti un paio, ridotti drasticamente negli ultimi anni.
IL CASO RATTI: REGINA DELLE MACELLERIE DI ARCORE DAL 1967

A poche centinaia di metri c’è la porta, chiusa da tre settimane, di una big delle macellerie di Arcore, la storica Macelleria Ratti. Sulla vetrata d’ingresso campeggia ancora la scritta fiera “dal 1967”. I dipendenti, un team di 5-6 persone, hanno ricevuto il titolare il 31 ottobre per una dichiarazione a suo modo in linea con l’horror di Halloween: tutti in ferie a tempo indeterminato. Novembre lontano dal bancone per tutti. A parte per il responsabile di negozio che la settimana dopo la serrata faceva avanti e indietro dal negozio con il carrello per trasferire la merce rimasta sugli scaffali. “L’ipotesi del fallimento al momento non è ufficializzata – diceva visibilmente preoccupato – stiamo provando a vedere se riusciamo a riaprire le prossime settimane”. Allora all’ingresso c’era un cartello con la scritta “chiuso per ristrutturazione”. Che oggi non c’è più. Come sembrano non esserci più le prospettive della riapertura.
A mettere in difficoltà le macellerie ad Arcore ma anche altrove, sono subentrati nell’ultimo anno diversi fattori rilevanti. Come la crisi delle stalle lombarde denunciata a inizio 2023 anche da Coldiretti Lombardia. Le fattorie con animali da macello o da latte annaspano sotto l’esplosione delle spese di produzione (in media del +60%, molto legate ai costi energetici e a quelli dei mangimi) – era il succo di un report alla stampa – molte chiudono, altre non possono permetterselo, per via degli investimenti fatti”. Da questo quadro, un rialzo inevitabile dei costi della carne dal produttore ai negozi. Gaetano Giovenzana, 79 anni, 63 passati dietro al bancone, è il titolare della macelleria Giovenzana di Seregno. “Una bestia oggi ci costa 70 centesimi in più al chilo -raccontava a inizio anno – quasi mille euro più che nel 2021. Il trasportatore ci ha chiesto 100 euro in più a viaggio per il caro gasolio”. Inevitabile quindi anche l’aumento del costo al dettaglio che riduce la quantità consumata dai clienti.
AD ARCORE LA STANGATA DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE
Ma ad Arcore, a dare la stangata peggiore, sarebbe la concentrazione, nel raggio di un paio di chilometri, di troppi centri di grande distribuzione: intorno a Ratti e Agrati c’è il nuovo Iperal di Lesmo, l’Md e il ricco assortimento del centro commerciale Il Gigante di Villasanta.