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Combattere l’ingiustizia: due storie di resilienza e sostegno al Comune di Monza

14 novembre 2023 | 11:17
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Combattere l’ingiustizia: due storie di resilienza e sostegno al Comune di Monza

Il Comune di Monza accoglie le testimonianze di Agnese e Michele, vittime di violenza ed estorsione, fornendo loro aiuto e sostegno.

“Questa è la storia di Agnese, una giovane donna che da anni subisce violenza del suo ex convivente e che ha deciso di denunciare”. Inizia così la relazione dei Servizi sociali del Comune di Monza letta durante la presentazione di ieri, 13 novembre, dello Sportello di Ascolto voluto dallo stesso Comune e dalla Questura.

I RACCONTI DELLE VITTIME

Agnese racconta agli esperti delle angherie cui viene sottoposta. “Ho sporto denuncia per i fatti che mi erano capitati e ho spiegato che tanta era la mia ansia che da mesi non uscivo più di casa neanche per andare a lavorare – dice -. Sono stata presa in cura da un gruppo di persone specializzate che mi ha permesso di uscire da quello stato di ansia e inoltre di capire l’origine del mio malessere. Oggi a distanza di quattro mesi, grazie alle attenzioni delle operatrici sto molto meglio, ho ricominciato a lavorare e esco normalmente di casa. Continuo ad essere accompagnata, anche se in maniera più sporadica, dagli operatori delle strutture localizzate sul territorio. Volevo ringraziare tutto lo staff di progetto e la Polizia che permette alle persone di essere accompagnate oltre che difese nei loro diritti”.

Quello di Agnese (il nome è ovviamente di fantasia) è un caso simbolo e ha impressionato il sindaco, Paolo Pilotto, nel passaggio cui dice di uscire e di andare a lavorare. Due attività normali, ma che per una vittima come lei non lo sono.

Vittima lo è anche Michele (nome di fantasia ndr), 20 anni, recatosi in Questura per denunciare un’estorsione. ”Dal nostro punto di vista – hanno dichiarato i responsabili dei Servizi sociali – è un’altra storia esemplificativa di come la stanza della legge (ovvero l’ufficio denunce) e la stanza dell’ascolto possano, rafforzandosi vicendevolmente, restituire al cittadino che entra in Questura una risposta inedita ai bisogni di giustizia che nascono quando si vive un’esperienza ingiusta”. Gli assistenti sociali e gli esperti la chiamano “perdita del prima”. L’estorsione è un esperienza che ti segna in negativo e purtroppo lo fa in maniera profonda. Michele è stato contattato da persone ignote, che dichiaravano di essere in possesso di alcune sue foto e video privati. O ci paghi o li mettiamo rete gli hanno detto.

“Ci sono esperienze che creano un solco fra un prima e un dopo – hanno aggiunto gli esperti -, un solco che fa sì che le cose non siano più come erano prima, un solco che a volte ferma il tempo attorno all’evento patito. Michele può raccontare la perdita del senso di fiducia e di sicurezza, non soltanto nei confronti della persona responsabile del reato ma anche nei confronti di tutti, uno smarrimento rispetto al senso delle relazioni con gli altri”. Michele sa che gli autori del gesto subiranno conseguenze penali, ma sa anche che può essere aiutato in modo diverso.