Monza

Monza, l’ipotesi centro migranti in via Monte Oliveto ferma il consiglio comunale

Tensioni in consiglio comunale per la possibilità di un centro accoglienza migranti in via Monte Oliveto in grado di ospitare fino a cento persone. Ecco cosa è successo nella seduta di ieri e le posizioni dei partiti.

Comune di Monza - Foto d'Archivio

Monza. Si interrompe per qualche minuto il consiglio comunale di Monza e la ragione è il possibile arrivo di fino a cento migranti in via Monte Oliveto, nel quartiere Triante. Nella seduta di ieri, lunedì 27 novembre, alcuni cittadini (circa 30 dalle prime ricostruzioni) hanno manifestato in sede di consiglio la propria contrarietà sulla possibilità che sorga un nuovo centro per richiedenti asilo nello stabile in via Monte Oliveto, ex sede della Cgil.

I manifestanti sono arrivati in comune anche con cartelli per ribadire la propria contrarietà al progetto e hanno commentato rumorosamente l’intervento del consigliere di Lab Monza Francesco Racioppi, intervenuto proprio sul tema del nuovo possibile centro e sulle leggi che regolano l’accoglienza in Italia e in Europa. La presidente del consiglio comunale Cherubina Bertola non ha potuto non interrompere momentaneamente la seduta, riprendendo più volte anche il consigliere Dario Allevi. “Si sono scaldati gli animi“,  il commento del leader di Civicamente e consigliere di minoranza Paolo Piffer in una storia sui social.

Migranti a Monza: c’è l’ipotesi di una struttura in via Monte Oliveto

Una soluzione, quella di via Monte Oliveto, che non piace ai residenti e che paradossalmente non è condivisa né a destra né a sinistra. L’ex sindaco di Monza Dario Allevi (oggi in consiglio comunale nelle fila dell’opposizione con la lista Noi con Dario Allevi sindaco), lo scorso 13 novembre in consiglio comunale era stato il primo ad aver sollevato il tema affermando che aveva incontrato alcuni residenti preoccupati dalla possibilità del nuovo centro. Qualche giorno dopo, era il 17 novembre, il Partito Democratico di Monza aveva detto la sua sul centro di accoglienza: “Il bando di gara della prefettura è ancora in corso e nulla è stato deciso – aveva spiegano il segretario dei dem Valerio Imperatori. – Giunta e Comune non hanno tuttavia voce in capitolo, in quanto tale bando è gestito dalla prefettura e l’utilizzo dello stabile sarebbe regolato da un rapporto privato tra il proprietario e la cooperativa assegnataria del bando”.

I dem avevano inoltre ribadito la loro contrarietà sostenendo viceversa l’importanza di un’accoglienza diffusa (“e non fino a 100 persone in uno spazio di 450 metri quadri”). “Simili aggregazioni di richiedenti protezione internazionale sono purtroppo favorite dai provvedimenti nazionali emessi dal centro-destra, a partire dai decreti Salvini – la stoccata del PD.  Queste leggi hanno infatti stabilito che il rimborso giornaliero previsto per ogni persona richiedente asilo sia di 26-27 euro per l’accoglienza in unità abitative, 28-29 euro per aggregazioni fino a 50 posti e 30-31 euro per aggregazioni fino a 100 posti. Cifre che vanno a creare un evidente incentivo ad aggregazioni di grandi proporzioni. È inoltre importante sottolineare come queste disposizioni abbiano reso più difficile il processo di integrazione escludendo dalle prestazioni riconosciute agli operatori dell’accoglienza i servizi psicologici e i corsi di italiano”.

Una ipotesi che potrebbe presto diventare realtà: gli accordi sono da stipularsi tra la prefettura e la cooperativa che ha deciso di presentarsi al bando. Si tratterebbe di una cooperativa che opera tra Como e la Brianza e ha già esperienza in questo ambito.

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