Monza, “Matilde e il tram per San Vittore”: a teatro il dramma degli operai deportati

Lo spettacolo, promosso, tra gli altri, Provincia di Monza e Brianza, dal Comitato per le Pietre d’inciampo, Cgil, Cisl, Uil, andrà in scena l’1 dicembre al Binario 7 ed è rivolto agli studenti.
Monza. Oggi gli scioperi, come accaduto anche nei giorni scorsi, sono spesso percepiti come un diritto che mette eccessivamente a repentaglio la tranquilla quotidianità della maggior parte dei cittadini. Eppure c’è stata un’epoca non troppo lontana in cui scioperare è stato un reato costato la morte in un lager nazista a centinaia di operai, anche monzesi e brianzoli. Che, “colpevoli” soltanto di incrociare le braccia per la propria libertà e per un salario dignitoso, nel 1943 furono arrestati, picchiati e spediti in un campo di sterminio.
Una realtà di eroismo non voluto, con protagonisti uomini sottratti all’affetto delle proprie famiglie in nome della basilare lotta per “pane, pace e lavoro”, che ad ottanta anni di distanza non è ancora adeguatamente conosciuta. Ed anche, anzi soprattutto, per questo sarà portata in scena l’1 dicembre al teatro Binario 7 di Monza con lo spettacolo “Matilde e il tram per San Vittore”.
Non a caso, infatti, l’iniziativa, promossa dalla Provincia di Monza e Brianza, dal Comitato per le Pietre d’inciampo di Monza e Brianza, Cgil, Cisl, Uil, Aned, Anpi e dall’associazione “Senza confini”, proporrà due repliche, alle ore 10 e alle 12.30, riservate agli studenti delle scuole medie e superiori del nostro territorio.
LO SPETTACOLO
“Matilde e il tram per San Vittore”, trasposizione scenica del libro di Giuseppe Valota “Dalla fabbrica ai lager”, è scritto e diretto da Renato Sarti e prodotto dal Teatro della Cooperativa di Milano.
Il titolo è un chiaro riferimento a tutte quelle madri, mogli, sorelle e figlie che nel 1943 si precipitarono inutilmente al carcere di San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano alla ricerca degli uomini di famiglia, lavoratori nelle fabbriche di Sesto San Giovanni e dei comuni limitrofi, scomparsi in seguito agli scioperi che durante la Seconda guerra mondiale paralizzarono i maggiori stabilimenti a nord di Milano.
L’1 dicembre, sul palco del teatro Binario 7 di Monza, le voci di quelle donne, che si ritrovarono per colpa della violenta e brutale dittatura fascista e nazista a vivere in una quotidianità fatta di disperazione, miseria e paura, saranno impersonate dalle attrici Marta Marangoni e Rossana Mola. Che anche con il loro volto racconteranno la rassegnazione dei cari dei duecentoventitre deportati delle grandi fabbriche su cinquecentosettanta che non fecero ritorno a casa.
IL MESSAGGIO
“Le scuole, soprattutto medie, stanno rispondendo bene alla nostra proposta di venire a vedere “Matilde e il tram per San Vittore” (l’ingresso è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria a pietredinciampo@provincia.mb.it) – afferma il presidente del Comitato Pietre di Inciampo di Monza e Brianza, Fabio Lopez – il nostro scopo è tenere viva la memoria dei giovani su ciò che è accaduto 80 anni fa e su vicende che spesso nemmeno i loro nonni e bisnonni gli hanno raccontato”.
“I ragazzi di oggi, che sono abituati ad andare liberamente ovunque, fanno fatica a comprendere la situazione di quegli anni in cui a pochi chilometri da noi c’era una rete di confine e tanti, dagli ebrei agli omossessuali, dagli zingari agli operai che si opponevano al regime, rischiavano di essere arrestati e deportati – continua – come ci insegna Liliana Segre, bisogna evitare l’indifferenza perché, nel nostro oggi devastato da guerre drammatiche, le forme sono diverse, ma la radice e la sostanza sono molto simili”.
IL SIGNIFICATO
Ecco perché è importante mantenere la memoria storica di quel che è stato come monito perché non accada più. “Lo sciopero generale partito il 5 marzo del 1943 dalla Fiat Mirafiori di Torino si estese subito a Milano e nel nord-est e negli ultimi giorni di marzo anche in alcune fabbriche della Brianza: alla Singer, alla Hensemberger e alla CGS di Monza, alla Pirelli di San Damiano, al Linificio e Canapificio Nazionale di Vimercate ed alla Bianchi di Desio” spiega Matteo Casiraghi, Segretario della Cgil di Monza e Brianza componente direttivo del Comitato per le Pietre d’inciampo di Monza e Brianza in rappresentanza delle organizzazioni confederali.

“Tra i 50 operai citati a giudizio presso il Tribunale Territoriale di Milano, 9 sono brianzoli – continua – dal 1938 al 1945 ben 1202 lavoratori brianzoli vennero trasferiti nelle fabbriche tedesche e poi trattenuti in maniera coatta contro la loro volontà per accordo tra i regimi nazista e fascista. Inoltre dal 1944 ben 252 operai brianzoli vennero deportati nei campi di sterminio“.
LA MEMORIA E IL RICORDO
Le vicende che il 1 dicembre lo spettacolo “Matilde e il tram per San Vittore” racconterà sul palco del Binario 7 a Monza, quindi, diventano un modo per trasmettere agli studenti, attraverso l’arte, il concetto che “difendere un diritto significa contribuire alla democrazia” afferma Casiraghi.
La rappresentazione teatrale, prodotta dal Teatro della Cooperativa di Milano, è solo l’ultimo appuntamento che nel 2023 la Provincia di Monza e Brianza, in collaborazione con il Comitato Pietre di Inciampo, ha rivolto alla sensibilizzazione dei giovani studenti sui temi della discriminazione, deportazione e persecuzione.

Lo scorso 15 febbraio, ad esempio, al Teatro Manzoni di Monza è andato in scena lo spettacolo teatrale “La verità è un intreccio di voci”. E il 2024 proseguirà subito nella stessa direzione. Nel mese di gennaio, infatti, in 29 Comuni della Brianza, compreso Monza, saranno posate 33 nuove Pietre di Inciampo da poco realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1992 ha trovato un suo modo per unire arte e ricordo delle vittime del nazismo.
“Il teatro e le Pietre di Inciampo non sono un esercizio di studio della storia fine a se stesso – conclude Lopez – si tratta, invece, di un’operazione di chiarezza e verità per capire cosa è stata la sofferenza che in quegli anni è passata anche per il nostro territorio”.