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Cronaca
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Intervista alla mamma della 21enne molestata in stazione a Monza

22 novembre 2023 | 14:06
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Intervista alla mamma della 21enne molestata in stazione a Monza

E’ successo lunedì mattina alla stazione di Monza: la vittima ha subito sporto denuncia. MBNews ha intervistato la mamma: “mi sono sentita in colpa, e altrettanto spaventata”.

Monza. Le passa accatto, non la guarda, ma la tocca. Una mano sul sedere. Il corpo di lei, una giovane monzese di 21 anni, diventa di pietra. Si gela a cospetto della paura. “Mia figlia era pietrificata, poi è corsa da me in lacrime. Tremava tutta”. E’ quello che è successo ad una studentessa di medicina la mattina del 20 novembre: alla stazione di Monza, in attesa del suo solito treno per l’Università, è stata molestata da un uomo di origine straniera che l’ha palpeggiata mentre P. era ferma sulle scale che dal sottopassaggio l’avrebbero portata al binario 5.

Noi di MBNews abbiamo intervistato la mamma della ragazza, ancora scossa dall’accaduto: “mia figlia prende il treno molto presto, erano le sei meno dieci. L’accompagno ma poi aspetto in macchina: attendo un suo messaggio che mi dice che è salita sul treno, che è tutto ok – ci racconta al telefono – quella mattina in stazione non c’era quasi nessuno e sui cartelloni non uscivano indicazioni riguardanti il treno di mia figlia. Così P., è scesa nel sottopassaggio per controllare se ci fossero ritardi o cancellazioni, e sulle scale che portano al binario 5 è successo quello che è successo”.

STUDENTESSA MOLESTATA ALLA STAZIONE DI MONZA

“Ad un certo punto ho visto mia figlia correre verso la macchina, piangeva e tremava tutta. Quando mi ha raccontato quello che è successo sono rimasta sconvolta – continua la mamma – un uomo le è passato accanto, era incappucciato, non l’ha guardata nemmeno in faccia ma come se fosse un oggetto le ha messo la mano sul sedere. Mia figlia è rimasta pietrificata. Nello stesso momento un altro uomo le si è avvicinato parlandone ma in una lingua che lei non conosceva. Non sappiamo se le avesse chiesto informazioni o le stesse dicendo altro, sta di fatto che P. era talmente spaventata che è scappata via. Anche perchè non c’era nessuno a cui poter chiedere aiuto”.

E continua: “io mi sono sentita terribilmente in colpa, e spaventata allo stesso tempo. In colpa perché ho pensato che se l’avessi accompagnata al binario forse non sarebbe successo. Spaventata perché l’istinto di mamma era quello di scendere dalla macchina e andare a cercare quell’uomo, ma poi mi son detta: ‘dove vado, sono una donna anche io'”.

Una frase, questa, che la dice lunga sul senso di poca sicurezza con cui molte donne, se non tutte, convivono quotidianamente.

SUBITO LA DENUNCIA E IL MESSAGGIO POSITIVO DI P.

Il giorno seguente la 21enne monzese è andata alla Questura di Monza per sporgere denuncia. “Mia figlia è rimasta colpita dalla sensibilità degli agenti che hanno raccolto la sua denuncia, erano tutti uomini ma sono stati estremamente delicati e sensibili. L’hanno ringraziata per aver denunciato dicendole che, sfortunatamente sono episodi che succedono ma le denunce sono sempre troppo poche – e conclude – spesso le ragazze o le donne non lo fanno perché hanno paura di non essere credute o banalizzate, mia figlia invece si è sentita accolta e ascoltata. Non denunciare episodi di questo tipo fa credere a queste persone di rimanere sempre impunite. Ma così non deve essere.”