Rincaro rette, il PD risponde alle accuse di Italia Viva: “Per noi gli asili nido sono la priorità”

Dopo l’attacco di Italia Viva, che ha accusato la Giunta Pilotto di venire meno alle promesse elettorali aumentando la retta dei nidi comunali per i fruitori del servizio di pre e post scuola, è arrivata la risposta del PD di Monza che ha difeso la scelta adottata, ribadendo la priorità delle scuole dell’infanzia.
Monza. Nei giorni scorsi è tornato caldo lo scontro tra PD e Italia Viva dopo l’uscita di quest’ultima dalla maggioranza guidata dalla Giunta del sindaco Paolo Pilotto. Il tema, questa volta, è quello dell’aumento delle rette dei nidi comunali di Monza, nello specifico si parla di un aumento dei costi per le famiglie che usufruiscono del servizio pre e post scuola. Cosa che ha portato alle lamentele di alcuni genitori, prese in carico dalla sezione monzese di Italia Viva che in un lungo comunicato stampa ha attaccato la giunta.
Tra le ipotesi ventilate da IV per evitare un aumento dei costi, anche quella di una spending review sul Teatro Manzoni e, tra le varie cose, sullo stipendio della Direttrice artistica del teatro. La risposta del PD non si è fatta attendere ed è arrivata in conferenza stampa, venerdì 24 novembre presso la sede della Federazione provinciale di via Arosio, nella voce del segretario Valerio Imperatori, di Guido Pietrogrande, segretario del Circolo 6 di Monza e di Franco Manna, della segreteria PD con delega a Welfare e Ambiente.
“Gli asili nido, come più in generale il rafforzamento del servizio scolastico comunale, sono e sono stati fin dall’inizio una priorità del programma di mandato della Giunta Pilotto – ha chiarito Imperatori. “Per noi questa è una scelta politica e sociale molto impegnativa e molto importante perché riguarda le famiglie, il lavoro, le politiche femminili. Su questo tema non si può scherzare nè fare demagogia. Nel bilancio consultivo che verrà presentato e votato nei prossimi mesi, emerge come nel 2022 siano state assunte in diverse strutture comunali 8 educatrici per una spesa di 350mila euro solo prendendo in considerazione gli stipendi. La struttura di via Monviso, ad esempio, ha visto grazie a questo intervento un rafforzamento del servizio che vedeva, in passato, troppe poche educatrici a fronte del numero di bambini”.

E ancora, rivolto a Italia Viva: “La delibera di Giunta risale a diversi mesi fa e Italia Viva non ha mai sollevato nessuna problematicità. Non si può strumentalizzare un tema delicato come quello della scuola per l’infanzia. Perchè poi prendere di mira una realtà che non c’entra nulla come quella del Teatro Manzoni?“.
L’attacco di Italia Viva e la spending review
“L’aumento mensile è considerevole e pesa fortemente sui bilanci familiari: per le fasce con ISEE sotto i 21.500 Euro l’aumento PRE+POST è di 38€ mensili (infatti si è passati da 12€ a 50 € al mese), pari a 380 € anno considerando 10 mesi di nido; – per le fasce con ISEE tra i 21.500 e i 35.000 Euro l’aumento PRE+POST è di 80€ mensili (infatti si è passati da 20€ a 100 € al mese)” si legge nel comunicato stampa divulgato. “Totale 800 € anno considerando 10mesi di nido; per le fasce con ISEE sopra i 35.000 Euro l’aumento PRE+POST è di 118€ mensili (infatti si è passati da 32€ a 150 € al mese): Totale 1180 € anno considerando 10 mesi di nido. Ovviamente, oltre a queste cifre, le famiglie devono aggiungere anche la retta mensile del Nido che va da un minimo di 68 euro per la fascia ISEE più bassa fino a 441 euro per quella piu alta. È evidente come questi aumenti colpiscano duramente le giovani famiglie, che già sono sotto pressione a causa di altri incrementi come quelli dei mutui e dell’inflazione”
E aggiungono: “Come Italia Viva chiediamo all’Amministrazione di correre ai ripari al più presto, azzerando l’aumento ed individuando le coperture tramite un’azione di spending review più accurata all’interno del prossimo bilancio che sarà discusso a breve in Consiglio Comunale. Ci permettiamo di suggerire ad esempio un punto dove tagliare le spese di circa 50mila Euro, utilizzabili quindi per finanziare i NIDI. Una delle voci potrebbe essere il compenso destinato alla Direttrice Artistica del Teatro Manzoni che percepisce circa 50.000 euro all’anno per organizzare una stagione teatrale composta da circa 50 serate (1000 euro a serata…?). E’ possibile che tali serate possano essere organizzate da un funzionario competente tramite agenzie di spettacolo (come ad esempio UTIM di Milano – peraltro probabilmente già utilizzata in passato) attraverso cui ingaggiare le diverse compagnie teatrali”.
La risposta del PD
A prendere la parola durante la conferenza stampa di venerdì 24 anche Franco Manna, della segreteria del PD Monza, che ha spiegato le motivazioni della scelta adottata.
“La tariffa dei nidi è composta da diverse voci. La tariffa base, che copre la fascia oraria dalle ore 9:00 alle 15:30, è rimasta invariata ed è calcolata in base ai redditi del nucleo familiare – ha spiegato Manna. “L’aumento c’è stato per il pre scuola, dalle 7:30 alle 9:00 e poi per il post, dalle 15:30 alle ore 18:00. Perché c’è stato un aumento? Prima la tariffa del pre e post scuola era in qualche modo antidemocratica e soprattutto antieconomica: si parlava di un costo di 30 euro fissi per qualunque tipo di reddito. Il problema però è che al Comune garantire il servizio per queste fasce costa di più, tra personale e pasti garantiti. In più, il fatto che la tariffa fosse “flat”, incentivava molte famiglie a prenotare ma poi a non portare effettivamente il bambino a scuola, visto il costo esiguo. Questo chiaramente penalizzava tutta la gestione”.
E ha aggiunto: “Per quanto riguarda gli aumenti dei costi per le famiglie, sbandierati da Italia Viva nel comunicato stampa, è opportuno fare alcuni chiarimenti. Anche il nuovo sistema di tariffe per pre e post scuola è stato modulato per fasce ISEE. Da un lato questo rende più democratica la spesa per la fruizione del servizio, dall’altro, per quanto riguarda la fascia più bassa, redditi fino a 22mila 500, ad esempio, l’aumento dei costi è pressoché nullo tra bonus messo a disposizione dallo Stato italiano per le famiglie con bambini piccoli e assegno unico per bambini sotto i 3 anni. A salire, è evidente che c’è un aumento ma va comunque tenuto conto del rimborso Inps, previsto anche per i redditi superiori”.