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Siria, l’appello di “Insieme si può fare”: “Situazione peggiorata, aiutateci ad aiutare!”

16 novembre 2023 | 08:14
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Siria, l’appello di “Insieme si può fare”: “Situazione peggiorata, aiutateci ad aiutare!”

Lorenzo Locati, fondatore della Onlus monzese, ci racconta che le fasce più povere della popolazione sono sempre più in difficoltà. E c’è bisogno di uno sforzo maggiore per tenere in vita i progetti in corso.

Si dice spesso che “fare del bene ci fa bene”. Purtroppo questo non basta a convincere molte persone a fare il primo passo verso gli altri. Nemmeno di fronte ad un mondo dilaniato da più di sessanta conflitti armati, per la maggior parte dimenticati. E allora chi il bene prova a farlo davvero con azioni concrete e non solo con le parole, tutti i giorni corre il rischio di soffrire di solitudine.

Una sensazione, spiacevole e frustante, contro la quale “Insieme si può fare”, Onlus monzese nata nel marzo del 2013 con una prima missione di beneficenza denominata “Pasqua in Siria”, è riuscita fino ad ora a vincere. Soprattutto grazie all’impegno e al sostegno delle persone che permettono la realizzazione di numerosi progetti in territori martoriati da più di dieci anni di guerra civile.

Insieme si può fare

Ora, però, la situazione, come se non bastasse anche il terremotoche a febbraio di quest’anno ha colpito l’Anatolia del Sud tra Turchia e Siriacausando circa 60mila morti, in questa parte del mondo si sta facendo ancora più difficile per la popolazione. Ecco perché “Insieme si può fare”, facendosi portavoce delle centinaia di migliaia di profughi siriani, chiede a tutti uno sforzo in più sulla strada del “fare del bene”.

LA SITUAZIONE

“Abbiamo deciso di non disperdere le nostre poche risorse – afferma Lorenzo Locati, ex professore di Educazione fisica al Liceo artistico Nanni Valentini di Monza e fondatore della Onlus monzese – da sempre ci siamo posti come linea da seguire quella di dare continuità ai nostri progetti al confine tra Siria e Turchia e quindi cerchiamo di rimanere concentrati sugli aiuti alla popolazione civile siriana, tanto più che la situazione nel nord della Siria ed ad Aleppo è, se possibile, peggiorata”.

Le ragioni di preoccupazioni sono numerose. Dall’inflazione fuori controllo, che sta portando sempre più persone, con la lira siriana deprezzata negli ultimi dieci anni del 20.000% e il cambio passato da 50lire/1$ a oltre 10.000 lire/1$, a dover dipendere dagli aiuti internazionali, all’embargo che ad Aleppo colpisce duramente solo le fasce più povere della popolazione.

lorenzo-locati-mbLorenzo Locati

A tutto questo si aggiungono anche le conseguenze della guerra tra Israele e Palestina, che sta mietendo vittime, crudeltà e violenza alle porte della Siria. Dove sono arrivati razzi da Israele in risposta a quelli lanciati dalle frange estremiste.

L’APPELLO

“Pace! Questa dovrebbe essere l’unica richiesta del mondo civile in questo periodo dove l’odio e la prepotenza sembrano prevalere sulla ragione – sostiene Locati – tempi difficili quelli che stiamo attraversando con l’informazione che non riesce a tenere il passo con i tragici avvenimenti che avvengono su troppi fronti. Sovrainformazione per certi versi, disinformazione mirata per altri”.

Il grido di aiuto di “Insieme si può fare” non può, quindi, che salire anche più alto rispetto al solito. “Per ora siamo riusciti a tenere in vita tutti i nostri progetti, ma siamo costretti a chiedere uno sforzo a chi ci conosce e ci segue perché altrimenti tra poco dovremo chiuderne alcuni” spiega il fondatore della Onlus monzese.

“Per aiutarci, oltre alle donazioni, potrete acquistare il sapone di Aleppo – continua – il costo è di 6 euro al panetto, che pesa circa 200 grammi ed ha il 25% di olio essenziale di alloro”.

Insieme si può fare

LA SCUOLA

Negli anni una sorta di catena del bene, che “Insieme si può fare” è riuscita a creare, ha prodotto risultati concreti, indirizzati soprattutto verso l’importanza dell’istruzione e della formazione come chiave per dare un futuro migliore a chi fatica ad immaginare come andare avanti. Qualcosa in più di una goccia in mezzo al mare della povertà e della distruzione.

Basti pensare al progetto Plaster School a Reyhanli, in Turchia, a un chilometro dal confine siriano, dove, grazie ai costi sostenuti da Everychildismychild Onlus, associazione formata da numerosi artisti e personaggi del mondo dello spettacolo, guidati dall’attrice Anna Foglietta, frequentano la scuola più di 80 bambini, alcuni dei quali portatori di handicap.

Oppure alla “Insieme si può fare school” nel campo di Bab al-Hawa, dove la omonima Onlus da zero ha costruito e tuttora mantiene totalmente per le spese di gestione, dei docenti e del materiale didattico, una scuola che permette a 400 bambini di studiare in aule dignitose. Poco più di 200, invece, sono le alunne e gli alunni della Rukban-Insieme si Puó fare School, in Siria ai confini giordani/iracheni, struttura completamente ristrutturata dall’organizzazione benefica monzese.

Insieme si può fare

ALTRI PROGETTI

C’è poi il Peace and Cooperation Camp, un piccolo campo sfollati, adottato dalla Onlus monzese e dall’associazione Mani di Pace, che qui si occupano di distribuire cibo alle famiglie e ai loro bambini. Numerose le attività anche ad Aleppo.

Nella storica città siriana, “Insieme si può fare Onlus” ha la propria sede, organizza corsi professionalizzanti, molti dei quali destinati alle donne, fornisce mensilmente a 170 famiglie un pacco di cibo, abbigliamento e medicine e gestisce Casa Speranza, una struttura che ospita 45 bambine e bambini sorpresi a mendicare o a vivere per strada perché orfani.

Insieme si può fare

E poi c’è il progetto “Ti vesto io” che permette ad alcune allieve sarte, che hanno imparato il mestiere proprio nei corsi organizzati dalla Onlus monzese, di cucire biancheria intima, magliette e altri abiti per i bambini dell’orfanotrofio. Un modo per chiudere ed riaprire uno dei tanti cerchi della solidarietà.