Abbigliamento su misura: fidelizza il tuo pubblico con stile

Come si fidelizza davvero a fondo il pubblico di un’azienda? Sicuramente con la grande qualità del prodotto o del servizio fornito, unito ad una certa originalità ed inventiva della soluzione proposta.
Come si fidelizza davvero a fondo il pubblico di un’azienda? Sicuramente con la grande qualità del prodotto o del servizio fornito, unito ad una certa originalità ed inventiva della soluzione proposta. Di certo con la lunga esperienza, i casi di studio di successo, il giusto approccio alla pubblicità e al marketing.
Ma oggi, nel 2023, c’è un elemento ancor più forte che molte aziende trascurano: il senso della community. Andiamo più a fondo di questo argomento, e in particolare capiamo come farlo attraverso l’abbigliamento!
Il perché della community
Il bisogno di appartenenza è uno dei primi che si sviluppano nel corso della vita. Squadre sportive, classi di scuola, gruppi di lavoro o di amici, appassionati di un certo tipo di danza o di libri o di vini: la nostra vita è scandita dall’appartenenza ad una nicchia, ad un gruppo accomunato da una specifica caratteristica.
La community online assolve a questo bisogno a livello ancora più ampio, perché ci mette nelle condizioni di dialogare direttamente con altri appassionati, ovunque si trovino.
Questo accade anche con i brand.
Gli utenti Apple non sono tutti appassionati di design, programmatori, esperti informativi: sono consumatori dello stesso brand per ragioni di status, di appartenenza. I consumatori Apple sono una nicchia, un gruppo, accomunato da tanti elementi sociali, ma soprattutto dall’interesse per l’azienda californiana. Perché? Perché i prodotti Apple non sono semplici smartphone o tablet: costituiscono un frammento della personalità di chi le possiede.
È indiscutibile che il più importante brand di cosmetica oggi in Italia è VeraLab dell’Estetista Cinica: con 63 milioni di fatturato nel 2021, appena 5 anni dopo la fondazione, non stiamo parlando solamente dell’idea imprenditoriale innovativa di un’esperta del settore. VeraLab non è acquistata da semplici consumatrici di creme e trattamenti per il corpo. Chi compra VeraLab segue le live su Instagram della sua creatrice, si chiama fagiana con gli altri utenti (un omaggio al fumettista Zerocalcare), ha ricevuto in omaggio la celebre penna bianca con i pois di pelo rosa sulla superficie, crede nel messaggio di fondo promosso dall’azienda. Il consumatore medio di VeraLab non è alla ricerca di un antirughe o una protezione solare o un fango per la cellulite: compra quel prodotto perché fa parte del linguaggio di una community dalla quale si sente rappresentato.
Potremmo continuare con moltissimi esempi, da American Express ad Airbnb, da Ikea a Nike: l’azienda può cambiare, ma il concetto di community che lega i consumatori è ciò che si ripete in ognuna di queste realtà.
Come si crea una community
Creare una community è un processo lungo e non lineare. Anzitutto, è necessario definire con assoluta precisione e nettezza i confini della propria azienda, la sua originalità, il suo selling point, il motivo reale per cui i clienti acquistano da quella realtà anziché da quella di un qualsiasi altro concorrente a parità di qualità e di prezzo.
Questo significa anche avere il coraggio di creare una nicchia, che per sua natura esclude alcuni consumatori. La nicchia è tutt’altro che ostile al business: semmai, è ciò che crea la sensazione di appartenenza ad un gruppo, ad una community appunto.
Il senso di indossare la “maglia” dell’azienda: una metafora sportiva
Quando si acquista da un brand che ha chiare e comunica queste caratteristiche si finisce inevitabilmente per indossare la “maglia” dell’azienda: concordare con i suoi valori, appartenere allo stesso progetto, lavorare per gli stessi obiettivi, aver condiviso la stessa difficoltà di partenza e la stessa soluzione di arrivo.
Far indossare la maglia dell’azienda è probabilmente il vero scoglio, la vera difficoltà in un mondo in cui le aziende sono sempre di più e sempre più simili una all’altra (motivo per il quale le aziende che emergono davvero nel proprio panorama di riferimento sono pochissime, ma estremamente redditizie per i propri proprietari: chi ce la fa, vince tutto il tavolo).
Ebbene: per creare il senso di squadra e far indossare la maglia dell’azienda è necessario che l’azienda una maglia ce l’abbia davvero. Se da una parte la trama di quella maglia sono i valori, i prodotti, il senso del brand, l’ordito è il senso di appartenenza allo stesso gruppo.
Il team dei clienti
Un team troppo spesso trascurato dalle aziende è quello dei clienti. O meglio: i clienti vengono ringraziati solamente dopo un ordine, in attesa dell’ordine successivo. Non è questo il modo di fargli indossare la maglia dell’azienda, di coinvolgerli davvero in una community.
Ci sono tre elementi che possono essere implementati immediatamente per far sentire il cliente parte di una community più ampia:
1- farlo dialogare con altri clienti: la community può essere aperta da un’azienda, ma viene poi per la maggior parte gestita dalle interazioni, online e offline, dei partecipanti;
2- dare a quel pubblico simboli distintivi, come gadget, abbigliamento personalizzato, oggetti logati che creino il senso di appartenenza. Se non sai da dove cominciare per creare i tuoi primi gadget personalizzati, magari a partire proprio dalle magliette dell’azienda, le puoi trovare qui;
3- rendere più chiaro nella tua comunicazione quali sono i valori dell’azienda, quelli in cui i tuoi consumatori si possono rispecchiare.
Il team dei collaboratori
La seconda squadra che viene troppo poco ringraziata pubblicamente dopo il buon funzionamento di un’azienda è quella dei collaboratori. Eppure, un qualsiasi HR manager ben formato e competente ti potrà confermare che il senso di appartenenza e l’elogio pubblico sono due motori di produttività importantissimi. Che si tratti di una divisa da usare quotidianamente o di una maglietta da indossare durante un evento o un team building, oppure ancora che il simbolo distintivo del tuo gruppo sia la penna personalizzata, il taccuino o la borraccia, avere a disposizioni questi oggetti significa lavorare immediatamente sul senso di community interno all’azienda, per rendere i collaboratori non spettatori ma reali protagonisti del successo del business.