Fine

Arcore: il caso Doneda chiuso per sempre con 400mila euro di pena per l’ex sindaco Rocchini e l’ex dirigente Lippi

La Corte dei Conti ha messo la parola "fine" in calce alla famigerata vicenda Doneda che ha trascinato Arcore in oltre 10 anni di polemiche politiche e vicende giudiziarie.

Un vecchio manifesto della vicenda Doneda.

La Corte dei Conti ha messo la parola “fine” in calce alla famigerata vicenda Doneda che ha trascinato Arcore in oltre 10 anni di polemiche politiche e vicende giudiziarie: la sentenza 270 del 2023 conferma la condanna dell’ex sindaco Marco Rocchini e dell’ex dirigente del settore Urbanistica Massimiliano Lippi a risarcire il Comune per 400mila euro, da dividere in parti uguali. Con la gestione del dell’iter normativo della vicenda (l’insediamento di un bitumificio Doneda a Bernate, poi sfumato) avrebbero procurato un danno al privato di 1 milione e 200mila euro circa e, di conseguenza, un danno al Comune che fu chiamato al parziale risarcimento. In questi termini si era espresso già il Tar e ad avvisre l’azione risarcitoria era stata la Procura regionale . La Sezione giurisdizionale regionale aveva quantificato il danno in 400mila euro. Sia Lippi che Rocchini, sulla base di due impianti differenti, avevano presentato ricorso contro la Procura regionale e quella generale. La sentenza della Corte dei Conti, Sezione seconda giurisdizionale centrale d’Appello, chiude il capitolo definitivamente respingendo gli appelli e confermando la condanna al pagamento dell’ingente cifra. Nel procedimento fu inizialmente coinvolta anche l’ex sindaca Rosalba Colombo (succeduta a Rocchini), per la quale però, durante i passaggi giuridici, non fu ravvisato alcun profilo di responsabilità.

LA STORIA DONEDA: HA DECISO LA CITTA’

La sentenza prova a riassumere in 25 pagine una complessa vicenda partita nel 2009 con una serie di atti destinati a dare a Doneda l’autorizzazione all’insediamento con una connessa variante urbanistica. Ci furono un atto di indirizzo dell’Amministrazione Rocchini e una delibera di giunta. A ridosso delle elezioni, nel 2011, la questione emerse e scatenò una protesta senza precedenti nel quartiere di Bernate. Il centrosinistra capeggiato dalla Colombo ne fece la testa d’ariete della sua campagna elettorale. Anche per via di questo quadro, la Giunta Rocchini tornò sui suoi passi e poi la giunta Colombo cancellò definitivamente la prospettiva del bitumificio. Da qui le richieste di risarcimento del privato e le vicende giudiziarie chiuse con la sentenza della Corte dei Conti.

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