Il tema

Commercio, turismo e servizi: anche Monza e Brianza allo sciopero del 22 dicembre

Il comparto, che nel nostro territorio impiega quasi 400mila persone, scenderà in piazza per chiedere il rinnovo dei contratti nazionali, scaduti nel 2019. Le ragioni di Filcams Cgil e Fisascat Cisl.

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- Foto d'Archivio

Monza.  Il mancato rinnovo dei contratti nazionali dei settori terziario, distribuzione e servizi, grande distribuzione, distribuzione cooperativa e del turismo, scaduti ormai dal 2019. Proposte sugli aumenti salariali, gli scatti d’anzianità e sulla 14 esima, da parte delle organizzazione datoriali, che i sindacati giudicano insufficienti a far fronte alla perdita del potere d’acquisto e a tutelare i diritti dei lavoratori e della lavoratrici.

Sono queste le motivazioni principali che hanno spinto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs a dichiarare la rottura del tavolo dei negoziati e a proclamare per il 22 dicembre 2023 una giornata di sciopero nazionale con manifestazioni interregionali. Per il Nord Italia la manifestazione si terrà a Milano, dove al concentramento del corteo in Piazza Castello sarà presente anche una folta rappresentanza proveniente da Monza e dalla Brianza.

LE RAGIONI

“I lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione sono quelli che hanno permesso alle persone di avere i generi di prima necessità durante le fasi del lockdown, sobbarcandosi un carico aggiuntivo notevole in termini di rischio per se e per i propri familiari” ricordano Laura Lautieri, Segreteria generale Filcams Cgil Monza e Brianza e Francesco Barazzetta, Segretario Generale Fisascat Cisl Monza Brianza Lecco.

Laura Lautieri cgil Filcams
Laura Lautieri

“Le imprese del settore grazie a questi sacrifici hanno affrontato con profitto la sfida del Covid – continuano – ma ora, di fronte alle richieste di un aumento salariale dovuto ed urgente, queste imprese fanno tutte spallucce. Le tattiche di rinvio, a quasi quattro anni dalla scadenza dei contratti nazionali, non sono più ammesse”.

Del resto i mancati rinnovi contrattuali colpiscono un settore variegato, dal commercio al turismo e servizi, che complessivamente impiega in Italia oltre 5 milioni di addetti del settore privato. Un numero importante che si riflette anche sul territorio di Monza e in Brianza, dove ci sono circa 240mila lavoratori e lavoratrici nel commercio e 130mila nel settore del turismo.

Persone che, dopo essere state messe in alcuni casi anche in cassa integrazione e aver subito una decurtazione salariale durante la pandemia, ora si trovano a fare i conti con una perdita del potere d’acquisto che i sindacati calcolano intorno al 17% e con una difficoltà crescente a conciliare orari di lavoro e vita privata.

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LE ACCUSE

“Le associazioni datoriali, pur rappresentando modelli di imprese differenti, sono accomunate da un ingiustificabile disinteresse nei confronti di quanti lavorano alle dipendenze” affermano Lautieri della Filcams Cgil Monza e Brianza e Barazzetta della Fisascat Cisl Monza Brianza Lecco.

“Puntiamo il dito, in particolare, contro le richieste formulate da Confcommercio, che tenta un non accettabile scambio tra salario e diritti e contro le proposte salariali, inadeguate a far fronte alla perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, che sono state avanzate da Federdistribuzione, Confersercenti e Distribuzione cooperativa” aggiungono.

L’AUSPICIO

Le aspettative dei sindacati per lo sciopero nazionale del 22 dicembre, che poi troverà una prosecuzione nel rapporto con le singole imprese, sono di riuscire, forti della compattezza del settore, a smuovere le acque e sbloccare le trattative.

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“Sarà fondamentale essere sempre uniti e determinati nelle nostre iniziative di mobilitazioni, con lo scopo
di riaprire il tavolo di negoziazione e giungere nel più breve tempo possibile ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali in maniera dignitosa per tutti i lavoratori e le lavoratrici” affermano la Segreteria generale Filcams Cgil Monza e Brianza e il Segretario Generale Fisascat Cisl Monza Brianza Lecco.

“Auspichiamo che nella giornata di sciopero vi sia la dimostrazione di vicinanza e solidarietà dei clienti, rinunciando per un giorno ai consumi natalizi” concludono i due sindacalisti.

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